“Le elezioni sono illegittime”
by liquida on Gen.04, 2005, under Articoli
Quattro giurisperiti, appartenenti a quattro istituzioni diverse, ai quali Islamonline.net ha posto alcune domande per capire il senso di queste elezioni.
Si fa un gran parlare infatti dei dettagli tecnici ma si tralascia la sostanza: le elezioni hanno una qualche legittimità per il diritto internazionale?Domanda: "Lo svolgimento di elezioni sotto occupazione è contemplato dal diritto internazionale?" Risposta del Consigliere Hasan Ahmad ‘Umar, ex presidente della Corte d’Appello egiziana: "Innanzitutto la mia definizione dell’occupazione americana in Iraq si basa, principalmente, sulla mia interpretazione del diritto internazionale.
Quest’esercito è da considerarsi “esercito mercenario” dal momento che è giunto con lo scopo di abbattere un ordinamento politico costituzionale esistente e non allo scopo di rispondere ad un’aggressione da esso subita, allorché lo chiameremmo “esercito di occupazione”.
In base alla definizione data della presenza militare in Iraq e considerato che le elezioni si svolgono sotto la supervisione dell’esercito in questione, queste ultime sono, in accordo alle definizioni del diritto internazionale, illegali.
La situazione non cambierebbe neanche se il Consiglio di Sicurezza emanasse una risoluzione che legittimasse lo svolgimento delle elezioni.
Perché? Perché una risoluzione del Consiglio di Sicurezza in questo senso sarebbe totalmente invalida poiché emessa da un organo che non ha tali competenze dal momento che l’unica istituzione autorizzata ad emettere una simile risoluzione, per il perseguimento della pace, è l’Assemblea Generale dell’Onu.
Ad infliggere un ulteriore colpo alla illegittimità di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza è la considerazione che due dei suoi membri permanenti (depositari del diritto di veto) sono i paesi che occupano l’Iraq attualmente.
Di conseguenza non hanno alcun diritto – secondo il diritto internazionale – a rappresentare, al contempo, una delle due parti in causa e l’arbitro della controversia.
Risposta di ‘Abdullah al-Ash‘al, docente di diritto internazionale, ex collaboratore del Ministro degli Esteri egiziano:
"Innanzitutto, non è mai accaduto nella storia delle relazioni internazionali che si siano svolte elezioni in un paese occupato a meno che non avessero lo scopo di far salire al governo, attraverso le cabine elettorali, un regime che appoggiasse l’occupazione e ne legittimasse la presenza permanente nel Paese.
Perciò, queste elezioni sono da considerarsi nulle secondo tutte le consuetudini e le leggi internazionali. Non esistono, infatti, norme che possano rendere queste elezioni legittime perché l’occupante mira, attraverso di esse, a trasformarsi da “occupante attraverso l’uso della forza” ad “occupante attraverso la politica”.
Risposta di Mukhtar al-Tarifi, Segretario Generale dell’Organizzazione dei diritti umani tunisina:
"Non credo alla legittimità di queste elezioni organizzate sotto l’egida di un governo eletto da un’occupazione straniera illegale le cui azioni sono, conseguentemente, illegali.
Il Segretario generale dell’Onu continua a dire che l’ingresso dell’esercito americano in Iraq non è avvenuto secondo le stabilite consuetudini internazionali.
Ne consegue che tutto ciò è illegittimo e ciò che in principio non era rivestito di legittimità non può divenire legittimo in seguito.
Risposta di al-Baqir al-‘Afif, responsabile per il Medio Oriente presso Amnesty International:
"Amnesty International non ha né una posizione di rifiuto né di accettazione dell’occupazione anglo-americana dell’Iraq concordemente a quanto previsto dallo statuto dell’organizzazione, ma nel caso iracheno non si può parlare della priorità di queste elezioni o della loro correttezza alla luce del clima rovente riguardo alla sicurezza.
Non possiamo, dunque, affermare la legittimità di queste elezioni in condizioni in cui il cittadino non può nemmeno uscire di casa: figuriamoci se riesce ad esprimere il proprio diritto di voto liberamente, un diritto principe per quel che concerne i diritti umani.
Inoltre, lo svolgimento delle elezioni solo in alcune aree del paese ne squalifica subito la legittimità dal momento che in alcune zone, quale per esempio il Triangolo sunnita, è impossibile svolgere elezioni pienamente".
Domanda: "Lo svolgimento delle elezioni in queste condizioni conferisce una qualche legittimità all’occupante"?
Risposta del Consigliere Hasan Ahmad ‘Umar, ex presidente della Corte d’Appello egiziana:
"Ciò che nasce da un atto invalido è di conseguenza invalido. Un atto nullo non conferisce legittimità ad un altro atto nullo.
Perciò non si può affermare che se gli Usa riusciranno a svolgere le elezioni tranquillamente esse inizieranno a godere di una qualche legittimità".
Risposta di ‘Abdullah al-Ash‘al, docente di diritto internazionale, ex collaboratore del Ministro degli Esteri egiziano:
" Se le elezioni si svolgeranno in modo completo senza alcun ostacolo è probabile che i risultati siano considerati validi alla luce del vuoto politico esistente oggi in Iraq.
In questo caso, potrebbe essere preso in considerazione di un principio presente nel diritto canonico cristiano [così nel testo in arabo "mabda' al-zawaj al-zanni fi al-shari'a al-masihiyya", n.d.t] secondo il quale se, successivamente al parto, venisse scoperto che due sposi sono fratelli di latte, il figlio nato dall’unione verrebbe riconosciuto mentre verrebbe annullato il matrimonio.
Dunque è possibile che l’occupazione diventi legittima in questo caso, soprattutto se il governo eletto ne legittimasse esso stesso la presenza.
Risposta di Mukhtar al-Tarifi, Segretario Generale dell’Organizzazione dei diritti umani tunisina:
"Queste elezioni illegittime non possono conferire alcuna legittimità all’occupante altrimenti daremmo vigenza alla legge della giungla laddove ogni stato può occupare un altro Paese, svolgere elezioni e legittimarsi".
Risposta di al-Baqir al-‘Afif, responsabile per il Medio Oriente presso Amnesty International:
"Noi di Amnesty International non abbiamo una posizione precisa rispetto all’occupazione, come ho già detto, ma, secondo il nostro punto di vista, un qualcosa di scorretto in sé non può legittimare un altro qualcosa, sia che quest’ultimo sia corretto o scorretto".
Domanda: "Qual è l’alternativa che si sarebbe dovuta attuare perché queste elezioni fossero legittime per il diritto internazionale? Era possibile nel caso iracheno trovare una simile alternativa?"
Risposta del Consigliere Hasan Ahmad ‘Umar, ex presidente della Corte d’Appello egiziana:
"Innanzitutto l’occupazione si deve ritirare dalle città irachene e rimanerne ai margini. Poi devono essere svolte elezioni su larga scala in tutte le città irachene sotto l’egida dell’Onu e della Comunità internazionale che deve, ad elezioni avvenute, assistere il governo legittimo a ricostruire il Paese e ad imporre la propria autorità su tutte le regioni irachene quale premessa alla ricostituzione di forze armate sostitutive, delle forze di polizia e del ripristino della vita politica del paese".
Risposta di ‘Abdullah al-Ash‘al, docente di diritto internazionale, ex collaboratore del Ministro degli Esteri egiziano:
"L’alternativa consiste nella supervisione totale da parte dell’Onu di tutte le operazioni elettorali e nella contemporanea fissazione di un calendario definito per il ritiro.
A quel punto, alla luce di questo calendario, la Resistenza deve fermare le proprie operazioni militari per permettere a truppe internazionali ed arabe sostitutive di prendere il posto delle truppe di occupazione e di aiutare alla stabilità della sicurezza creando il clima adatto a svolgere elezioni libere e trasparenti".
Risposta di Mukhtar al-Tarifi, Segretario Generale dell’Organizzazione dei diritti umani tunisina:
"L’alternativa è che l’Onu assuma il controllo delle questioni irachene al posto dell’esercito d’occupazione e del governo temporaneo per un periodo di tempo che basti a permettere elezioni sotto una rafforzata supervisione internazionale".
Risposta di al-Baqir al-‘Afif, responsabile per il Medio Oriente presso Amnesty International:
"Per noi la base è la sicurezza e non le elezioni. Di conseguenza riteniamo che oggi l’alternativa adatta è la ricerca di soluzioni per le gravi condizioni in cui versa la sicurezza del Paese. Inoltre bisognerebbe fornire all’Onu e alle organizzazioni internazionali il sostegno necessario affinché gli iracheni possano scegliere, senza pressioni da parte di nessuno, l’ordinamento che vogliono che li governi in futuro".
Fonte: Aljazira
Agosto 9th, 2007 on 7:16 pm
This is Agape blog site – Interesting blog.