Liquida

Vita da consulenti

by on Giu.18, 2009, under Milano e dintorni

 

 

 

 

 

 

 

  Consulente da meno di due mesi e nella fortuna che comunque
mi ritrovo di aver garantito un posto di lavoro fino a
febbraio questo mondo mi era completamente sconosciuto e
adesso che lo conosco mi fa ancora più schifo, come gli altri
del resto, non mi sono mai illusa potesse essere diverso.Consulente per Fastweb, un reparto di 40 tecnici che fanno
assistenza su router e reti aziendali.
Ieri la riunione, in cui lui parla e tutti ascoltano. Ci dice che tale azienda per cui lavoro ha perso l’appalto da
un mese all’altro, per cui chi le assunzioni sono bloccate,
dispiace molto per le persone appena assunte e per quelle che tra 15
giorni si vedranno scadere il contratto, si sono illuse di
essere assunte a dempo indeterminato ed invece si
ritroveranno senza lavoro.
Nella piena legalità inoltre le riunioni vengono tenute in
orario extra lavorativo per alcuni e non vengono pagati (e
qui ci torno dopo ) ed alcuni ancora in orario lavorativo che
non possono parteciparvi perchè devono coprire il servizio.

Tutto onesto, se non fosse che si parla della vita delle
persone.
Internalizzeranno, quindi la mia azienda deve
riprendersi i propri consulenti e renderli
capaci in sei mesi di gestire server di unicredit banca visto
che in quei settori non manca il lavoro e hanno gli appalti.

L’unica cosa certa è che il nostro reparto verrà composto
solo da dipendenti fastweb, l’altra alternativa è essere
smistati in vari reparti, trattati come consulenti, per cui i
dipendenti faranno otto ore mentre noi nove, loro non avranno
il sabato obbligatorio, noi si e altre situazioni simili.

Continuo a dirmi che voglio solo imparare per cui me la
lavoro e sto zitta.
Il punto è non vorrei farmi riconoscere, perchè sempre, in
ogni occasione c’è sempre chi ci mette la faccia e qui
ritorno al discorso sull’ora straordinaria.
Il mio responsabile mi ha assicurato che la riunione sarebbe
durata 15 minuti e che non serviva richiesta di
straordinario, timbro scendo con gli altri con cui parlo del
fatto che non dico straordinario ma che dovrebbe essere
riconosciuta come ora lavorativa e tutti sembrano sai quei
compagni di lotta di una vita per cui non c’è bisogno neppure
di parlarsela tanto?
E invece se ne è parlato anche troppo.

Troppo e basta se quando alla richiesta di dubbi del nostro
responsabile ho chiesto se poteva esserci contata come ora
lavorativa la riunione e con me solo un mio collega su 40.

Queste situazioni sono quelle che non possono scordarmi chi
sono anche se mi sforzo di non parlare sempre di politica, ma
dovunque la vedo, il punto è che chi conosce i propri diritti
non può scordarsene, è una politica poi del cazzo pensare che
salvato io come individuo gli altri possono anche morire.
L’unica cosa positiva di una giornata di lavoro in questa
caotica città è aver conosciuto la cameriera cubana nel bar
dove vado a mangiare, mi ha fatto pensare alle spiagge
deserte di Guardalavaca e questo mi fa passare anche l’ansia
che mi ha regalato questa città anche oggi.


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