Liquida

Fausto e Iaio

Fausto e Iaio: Milano Marzo 1978

by on Mar.19, 2006, under Fausto e Iaio

 

Le Brigate Rosse rivendicano subito telefonicamente la paternità del sequestro del servo dello stato Aldo Moro e due giorni dopo il 18 marzo mandano ai giornali la foto del rapito con il primo messaggio:”Moro è stato catturato e rinchiuso in un carcere del popolo dove verrà processato da un tribunale popolare Milano la stessa sera del 18 Marzo in via Mancinelli due ragazzi che frequentano il centro sociale Leoncavallo sono le vittime di un agguato fulmineo quanto ben preparato.
Lorenzo Iannucci detto Iaio 19 anni restauratore muore sull’asfalto.
Fausto Tinelli 18 anni studente raccolto agonizzante muore sull’ambulanza che lo porta all’ospedale. I tre killer sono scomparsi nella notte assieme ai loro complici.
Milano è sconvolta da questo duplice omicidio feroce per quanto inspiegabile, per giorni cortei di studenti e lavoratori attraversano la città manifestando dolore e rabbia chiedendo giustizia.

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FAUSTO E IAIO, LA SPERANZA MUORE A DICIOTTO ANNI

by on Mar.16, 2006, under Fausto e Iaio

       

La nuova versione on line di questo libro esce dopo l’archiviazione da parte del Giudice delle Udienze preliminari del Tribunale di Milano, Clementina Forleo. Con il decreto del 6 dicembre 2000,si mette la parola fine a un’inchiesta iniziata poche ore dopo il 18 marzo 1978. La conclusione della Forleo è la seguente: "Pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva ed in particolari degli attuali indagati (Massimo Carminati, Mario Corsi e Claudio Bracci),appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura de relato delle pur rilevanti dichiarazioni". In sostanza il giudice ci manda a dire che si conoscono i possibili autori dell’omicidio ma non ci sono prove. Molti, forse troppi indizi. La Forleo segue molte piste, cita le dichiarazioni dei pentiti di destra che negli anni hanno raccontato quel che sanno del delitto del Casoretto ma evita un atto di coraggio. Non segue le tracce indicate dalla perizia difensiva dell’avvocato di parte civile Luigi Mariani: nuovi accertamenti sulla presenza di Mario Corsi a Cremona, indagini approfondite sulla figura di Massimo Carminati e i suoi legami con il Sismi, il servizio militare,il furto nel caveau del Tribunale di Roma realizzato dallo stesso Carminati con carabinieri e poliziotti nel luglio del 1999 e le centinaia di pagine della Commissione Stragi di Giovanni Pellegrino sulla banda della Magliana e sui rapporti con i neofascisti romani. Quello che resta è un libro che ha pregi e limiti, come tutti i lavori scritti con passione militante e voglia di giungere alla verità. Non c’è nessuna dietrologia perché sono convinto che in Italia non esistono più misteri. Solo fatti, inchieste, interviste. E questo è il mio lavoro che metto a disposizione del sito dedicato a Fausto e Jaio. Una cosa, però, oggi la posso dire. Il libro bianco contro l’eroina uscito nel marzo del ’78 non ha nulla a che spartire con l’omicidio. Quello di Fausto e Jaio non è dunque un semplice, seppur grave, assassinio politico. (continue reading…)

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QUELLA SERA IN VIA MANCINELLI

by on Mar.15, 2006, under Fausto e Iaio

   

La strada e’ buia.Un vento di marzo sposta il lampioncino in fondo a destra,lo fa dondolare come un’altalena.Nel silenzio si ascolta solo la voce del telegiornale da poco iniziato.Una voce metallica che viene da qualche casa con le finestre aperte.Il conduttore parla del rapimento Moro,dell’uccisione della scorta avvenuta due giorni prima a Roma,delle inchieste iniziate in fretta e furia.Il silenzio maschera il rumore sordo di passi veloci.Loro sono due ragazzi che vestono come una volta:jeans scampanati,camicione a quadretti,giubbotti con le frange,capelli lunghi.Di sabato,a quell’ora, percorrono la strada che divide in due il quartiere Casoretto,via Mancinelli.Trecento metri senza luce,un luogo poco frequentato,di sera come di giorno,buio,scuro.Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci,parlano di Moro e di viaggi,di quei sogni che ogni ragazzo ha in testa a diciotto anni.Il risotto di Danila,la madre di Fausto,li attende fumante. (continue reading…)

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UN INDIO DAI CAPELLI NERI

by on Mar.14, 2006, under Fausto e Iaio

Lorenzo Iannucci,detto Iaio,e' un ragazzo di quartiere.Conosce anche gli angoli più nascosti del Casoretto,di quel complesso sistema di viuzze e piazzette che fa di quella parte di Milano un enorme paesone,dove tutti si conoscono ieri come oggi.Un quartiere popolare,dove la sinistra ha la maggioranza:il Pci ottiene negli anni Settanta in questa zona risultati sorprendenti.Figlio di operai,immigrati cresciuti nella zona più popolosa della grande Metropoli.Jaio viene a Milano che è piccino,solo nove anni.Il padre Mario vuole cambiare aria e spostarsi dal Meridione in Lombardia:il lavoro sicuro,un avvenire per i figli,una vita migliore.Un anno dopo,nel 1970,Lorenzo si ammala per una malattia nervosa causata dal trauma del cambiamento di vita,dal clima .La famiglia Iannucci si trova alle prese imbatte con la sanità milanese, con le lungaggini burocratiche,proprio come nel loro Sud.

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IL RAGAZZO DAGLI OCCHI GENTILI

by on Mar.13, 2006, under Fausto e Iaio

Fausto ha un carattere più chiuso e introverso di Jaio ma insieme sono un'unica cosa.Li tiene uniti una passione per la vita fuori dal comune. Francesca Fratini,sua insegnante di storia dell'arte, ama dire:"E' un ragazzo intelligente che a scuola si impegna e riesce a dare il massimo se gli argomenti che affronta lo interessano:pur non avendo particolari motivi per essere contento,gli piace vivere,guardarsi intorno,rimettere in discussione quello che,appena il giorno prima, lo convinceva".Veniva dalla fredda e riservata Trento dove aveva vissuto fino alla quarta elementare. A Milano si sente spaesato,la città e' troppo grande per un bimbo dagli occhioni gentili e dallo sguardo timido.Gioca con pochi amici. Ivano e' uno di questi."A Milano ci siamo trovati nella stessa scuola,non avevamo altri amici;Lui era da solo e veniva da un'altra città,anch'io ero solo,ci siamo trovati subito.Alle elementari eravamo ancora insieme ma non nella stessa classe".Poi le medie inferiori in una scuola al Casoretto.Tre anni passati,come Jaio del resto,nella massima tranquillità.Il passo verso le superiori è breve e nello spazio di un'estate Fausto si trova iscritto alle professionali:vuole fare il disegnatore meccanico ma non c'e' posto e l'hanno iscritto a congegnatore meccanico.L'indirizzo,un po' forzato non gli piace proprio,gli sta stretto. (continue reading…)

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IL PIANTO DI UNA CITTA’

by on Mar.12, 2006, under Fausto e Iaio

    

Due ragazzi di diciotto anni si guardano per pochi secondi,chiudono gli occhi e scoppiano a piangere. Loro,Fausto e Jaio,non li conoscono nemmeno ma la notizia dell’omicidio di via Mancinelli fa in breve tempo il giro della città.Le radio d’informazione diffondono la notizia in tutta Milano. Così il Casoretto è stracarico di persone:militanti dei gruppi della sinistra extraparlamentare,giovani del Leoncavallo,i ragazzi dell’oratorio,quelli che avevano giocato a pallone nei campetti fangosi,pensionati,lavoratori.Un vecchietto che avrà settant’anni ricorda."Ho fatto il partigiano sulle montagne della Val D’Ossola,pensavo di aver lottato per cambiare il futuro dei miei figli e della nuove generazioni ma quando vedo queste cose penso che il nemico è ancora qui con noi solo che ora non sappiamo come combatterlo". (continue reading…)

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ALL’OMBRA DELLA MADONNINA

by on Mar.09, 2006, under Fausto e Iaio

Il Casoretto assomiglia più a un grande paesone che a un quartiere di una città.Gli abitanti si conoscono,si trovano al mercato mentre vanno a far compere,con i sacchetti della spesa.Le donne chiaccherano nei negozi vicini a Piazza San Materno,gli uomini nei bar a giocare le carte per ore,dopo il lavoro,i ragazzi si divertono come possono.Convivono case di ringhiera e palazzoni costruiti nel dopoguerra.E' facile vedere,in quelle sere d'estate,vecchietti parlottare con la sedia fuori dall'uscio di casa.E' un pezzo di vita popolare di Milano.La sinistra ha sempre ritrovato le proprie origini ma negli anni Settanta avviene la lacerazione.Mentre molti offrono le proprie speranze elettorali al Pci, tra i giovani nasce il malcontento e inizia la rottura.Prendono forma in breve tempo decine di luoghi frequentati da militanti della sinistra non convenzionale:Centro Sociale Leoncavallo,Collettivo Casoretto,casa occupata di via Pasteur. Un eruzione sociale. C'è un clima che favorisce l'insediamento di sei appartamenti utilizzati da militanti delle Brigate Rosse e Prima Linea.

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INDAGINI PARALLELE

by on Mar.08, 2006, under Fausto e Iaio

La strada è ancora ricolma di gente che si guarda stupita,con gli occhi intrisi di lacrime,rabbia e disperazione. Lì,tra i fiori e i bigliettini, si aggirano i cronisti che tutto vogliono sapere ,i curiosi del quartiere,gli uomini di polizia giudiziaria,il magistrato che condurrà le prime indagini,Armando Spataro,e probabilmente i complici degli assassini. A Spataro bastano poche ore per capire che la pista sostenuta dall'allora capo di Gabinetto Bessone("una faida tra spacciatori")non è credibile."Bisognava seguire la pista dell'omicidio politico-dice il magistrato ora impegnato nei grandi processi contro la mafia nel Nord Italia- Per me era chiaro fin dall'inizio ma non avevamo prove sufficienti per mandare in carcere qualcuno.Abbiamo prestato attenzione a decine di cose,migliaia di particolari,alle contro inchieste di Lotta Continua,della Sinistra,del Quotidiano dei lavoratori.Avevamo inizialmente battuto il sottobosco dello spaccio di eroina ma mi convinsi che l'omicidio maturava altrove,a Roma,negli ambienti dei fascisti militarizzati".Le cose non vanno così perché pochi minuti dopo l'omicidio del Casoretto la polizia si indirizza in tutt'altra direzione. (continue reading…)

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QUEL TRENO CHE PORTA A ROMA

by on Mar.07, 2006, under Fausto e Iaio

La corsa degli assassini si dirige verso in Stazione Centrale,a Milano.Lì prendono il treno espresso per Roma Termini.Si confondono tra i passeggeri,leggono,fingono di non conoscersi,tengono un comportamento che non desti sospetto.Di mattina sono a destinazione,viaggiano da Milano a Roma per tutta la notte.Il tratto è lungo e potrebbe essere rischioso così si sistemano nei vari scompartimenti ,come detta il codice dei terroristi:mai farsi trovare nello stesso punto,in caso di fermo negare ogni evidenza,le armi del delitto devono essere al sicuro così da risultare puliti ad ogni controllo.Hanno letto il codice di comportamento che ogni organizzazione terroristica stila per i suoi militanti.Loro avranno tra i venti,ventitre anni, e un riconoscimento attraverso identikit sarebbe difficile in quanto l’unica teste, Marisa Biffi , che li ha visti sparare ,è in grado di descrivere il loro abbigliamento(impermeabili bianchi) ma i sei,sette metri che la separano dai killer impediscono di fornire dati certi per delineare il loro volto.Sul treno che porta a Roma certo rivedono come in un film la scena dell’omicidio,ricordano gli attimi culminanti,ripassano a memoria ogni particolare da recitare nel caso venissero arrestati. I giorni di appostamento,le informazioni ricevute dai camerati di Milano,l’attesa fumando decine di sigarette davanti al portone dell’Anderson School,in via Mancinelli. (continue reading…)

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