Liquida

Sentirsi in gabbia

by on Ago.06, 2009, under Milano e dintorni

Sentirsi in gabbia, nonostante la parvenza di libertà che ancora mi resta, nonostante le ali che ancora grazie al mio passaporto valido sento ancora piene d’aria, nonostante con il pensiero riesco ancora a vedere quell’orizzonte lontano che durante i miei viaggi ricerco e che mi illudo di poter trovare mi sento in gabbia per la maggior parte di situazioni della mia vita quotidiana.
E’ un continuo difendere diritti, valori, memoria, bisogna ancora sentire quelle voci del passato che per me non sono solo storia ma ragione di vita per capire che nonostante tutto è giusto, continuare a resistere, lottare, spendere giornate in parole pur di non far passare il silenzio che significherebbe consenso.
Ci sono situazioni in cui non riesco a stare zitta, c’è poi una strana adrenalina che mi sale e che mi fa paura perchè non mi fa’ pensare razionalmente, "Hanno pure il coraggio di chiedere il risarcimento per essere stati in carcere" ha esordito un collega leggendo del risarcimento chiesto ed ottenuto da un bosniaco allo stato italiano, io la chiamo coscienza e cultura dover controbattere, almeno in nome di una verità innegabile, il diritto umano, ma l’adrenalina di cui parlo, quella prima del ragionamento razionale mi fa’ paura perchè non riesco a controllarla.Lavorare in un gruppo come quello in cui mi sono fortunatamente trovata è facile, ma lavorare con persone umanamente che anche per leggero umorismo e troppa ignoranza sono fascisti,razzisti, omofobi, leghisti, quindi ignoranti è qualcosa che non potevo prevedere, e l’aspetto tecnico mi risulta meno difficile che dover sentire, leggere, mai capire chi segue questo governo e i mafiosi che lo rappresentano.
Provo un male lacerante dentro, di quello che per fortuna non si vede, divento insopportabile perchè oltre a dover usare le frasi giuste, i giusti momenti, sospiri, devo anche contenere quest’adrenalina che ho conosciuto poche volte in vita mia e che non mi fa’ connettere.
Prima non era così, negli ultimi due anni mi è più difficile qualsiasi rapporto, mi sento come Paola nel film "la notte delle matite spezzate" ma gli aguzzini non sono ancora i militari o il governo stesso, sono più le persone ed ogni valore, ogni idea, ogni voglia di un mondo possibile e migliore diventa sempre più difficile.


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