Liquida

Wanted 007

by on Mar.02, 2006, under Wanted 007 il caso Abu Omar

I magistrati hanno chiesto l'estradizione per 22 agenti Cia
ma il ministro non ha firmato il provvedimento: "Sto ragionando"

ROMA – Ancora scontro tra esponenti del governo e magistratura, questa volta per la vicenda del rapimento di Abu Omar, ex imam della moschea di via Quaranta, da parte di agenti della Cia.
Il Ministro di Grazia e Giustizia, Roberto Castelli, ha parlato di "pressioni indebite" da parte dei magistrati che devono finire perché "ci sono in gioco gli interessi dello Stato".
"Voglio ricordare che il magistrato è soggetto alla legge – ha detto Castelli – e la legge dà al ministro di Grazia e Giustizia la facoltà di decidere tenendo conto degli interessi dello Stato. Le loro pressioni sono assolutamente indebite.
Come loro sono pronti a difendere le loro prerogative e la loro indipendenza, anche il ministro deve difendere le sue.
Quindi, per favore, rispettino le decisioni che il governo prenderà".
Ma i magistrati ne fanno una questione di tempi, è stato fatto osservare: "La legge non ne fissa – ha replicato il ministro – quindi saranno quelli che ci vorranno".
Lo scontro con i magistrati è stato aperto dalla richiesta di estradizione dei 22 agenti Cia fatta dalla Procura di Milano il 23 dicembre scorso, richiesta alla quale Castelli non ha ancora dato una risposta, affermando in precedenza che "è una questione delicata" e che sta "ragionando del mandato di arresto europeo".
Oggi il ministro ha risposto alla domanda di un giornalista, che gli ha chiesto la sua opinione sulla lettera di sollecito inviatagli ieri dai pm milanesi a firma dei loro massimi rappresentanti, il procuratore capo Manlio Minale e il procuratore generale Mario Blandini.
Il sequestro di Abu Omar avvenne a Milano il 17 febbraio 2003, del rapimento sarebbero responsabili 22 agenti Cia, secondo quanto afferma la Procura di Milano.

Fonte: La Repubblica 2 Marzo 2006

Il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro ha ieri lanciato pesanti accuse al ministro della Giustizia italiana Roberto Castelli davanti al Parlamento europeo.
Il Giudice si è recato a Strasburgo per riferire in merito al caso del rapimento di Abu Omar, il cittadino egiziano finito nelle mani degli agenti della Cia nel 2003 a Milano.
Come è noto, la Magistratura del capoluogo lombardo ha chiesto l'estradizione di 22 uomini dell'intelligence Usa, ma fino ad oggi il Guardasigilli non ha inoltrato la richiesta a Washington.
"Il ritardo del ministro non agevola lo svolgimento delle indagini e rischia di compromettere la ragionevole durata dei processi – ha tuonato Spataro parlando davanti ai membri della Commissione d'inchiesta del parlamento europeo – spero che il ritardo sia colmato, dall'Italia mi aspetto che il ministro della Giustizia decida sulla richiesta, inviata tre mesi e mezzo fa, di diffusione in ambito mondiale, per l'arresto e estradizione in Italia degli agenti colpiti dal provvedimento".
Una denuncia – quella dei Spataro – che ovviamente ha fatto infuriare il centrosinistra. L'eurodeputato Claudio Fava ha giudicato "gravissima la mancata collaborazione di Castelli all'inchiesta di Milano".
"Dalle parole del magistrato risulta gravissima e del tutto ingiustificata l'assoluta mancanza di collaborazione di Castelli all'indagine della Procura – ha affermato – i 22 agenti della Cia colpiti dal mandato di cattura sono ancora latitanti grazie al ministro Castelli che da più di tre mesi tiene bloccata sulla sua scrivania la richiesta d'estradizione senza trasmetterla all'Interpol e alle autorità degli Stati Uniti".

Fonte: Centomovimenti 24 Febbraio 2006

Abu Omar, un imam di origini egiziane, fu rapito da agenti della Cia a Milano il 17 febbraio 2003 e trasportato ad Aviano, da lì in Germania e quindi a Il Cairo.
E’ stato incarcerato ad Alessandria d’Egitto e torturato con comodo con pestaggi a sangue legato a una croce, elettroshock ed esposizione a rumori e temperature estreme.
Oggi è ancora in carcere.
Abu Omar era protetto dalle leggi italiane, aveva ottenuto asilo politico nel 2001.
I rapitori, 22 agenti della Cia del gruppo “Rendition Group”, hanno lasciato dietro di sé tante e tali prove che dovrebbero essere licenziati dal governo USA per incompetenza.
Le loro telefonate sono state intercettate, i loro spostamenti (grazie ai cellulari tenuti accesi) individuati. Hanno soggiornato senza cautele negli alberghi milanesi.
Si sono mossi come se fossero a casa loro.
Peccato che alcuni italiani non siano d’accordo.
Tra questi ci sono i procuratori aggiunti di Milano Armando Spataro e Ferdinando Pomerici che hanno chiesto per i rapitori il mandato di arresto europeo e rogatorie negli Stati Uniti.
La richiesta è al vaglio del dipendente Castelli, che ha chiesto di avere copia di tutti i documenti giudiziari prima di dare il via libera alla ricerca e all’estradizione in Italia dei rapitori.
E’ evidente che si fida di più della Cia che della Procura di Milano.
E, dal suo punto di vista, come dargli torto?
Oggi è Natale.
Chiedo un regalo ai servizi segreti di qualunque potenza straniera (anche piccola) presenti in Italia.
Senza farsi intercettare, con mezzi propri, con molta discrezione, trasportino all’estero 23 deputati italiani condannati in via definitiva.
La lista gliela fornisco io.

Beppe Grillo 28 Dicembre 2006

Abu Omar, la mano sul fuoco di Berlusconi.

Non si sposta di un millimetro lo stillicidio di rivelazioni quotidiane dei mass media americani sulle operazioni Cia in Europa note ai vertici politici “dei paesi alleati” per dirla con il segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice.
Silvio Berlusconi, che per il “Washington Post” era stato informato della nostra intelligence e aveva dato il disco verde al sequestro di Abu Omar non ci sta:”Mi chiedo: se neppure le smentite ufficiali vengono raccolte, cosa dobbiamo fare per far capire che con il sequestro Abu Omar non c'entriamo nulla? Smentisco nel modo più assoluto ogni falsa ricostruzione e respingo con sdegno ogni tentativo di falsare la verità”.
Nega ogni conoscenza della vicenda anche il ministro della difesa Anotnio Martino, da cui dipende il Sismi, il servizio segreto.
Marco Minniti responsabile della sicurezza dei Ds commenta:”Non è possibile che il governo non sappia nulla. Nulla sul Cia-gate, nulla sul sequestro di Abu Omar.
Cossiga, che ha presentato un disegno legge per l'istituzione di una commissione d'inchiesta “assolve” Berlusconi e i servizi segreti:”Ritengo, sulla base di quanto mi consta con certezza che era stato dichiarato dall'allora ambasciatore degli Stati Uniti Mel Sembler ad un altissimo funzionario della polizia italiana, che un'alta autorità fosse stata informata di questa operazione clandestina”.
Cossiga assolve i servizi segreti e sembra chiamare in causa la polizia.
Quella polizia, come la digos di Milano, senza la quale non sarebbero stati firmati i 22 ordini di custodia cautelare contro uomini e donne della Cia tuttora ricercati, anche se il guardasigilli Castelli non ha ancora inviato gli atti Negli Stati Uniti.

Da la stampa 8 dicembre

ROMA (Reuters) – L'ex ministro Maurizio Gasparri e il presidente del Copaco Enzo Bianco hanno preso atto della versione del governo sul rapimento dell'ex imam Abu Omar nel 2003 a Milano, ma si sono detti "perplessi" che la presunta operazione di una ventina agenti Usa sul nostro territorio sia avvenuta all'insaputa delle autorità italiane.
"[Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni] Letta ha confermato ciò che il governo aveva già detto in aula e nei comunicati circa la non conoscenza di questa vicenda", ha detto oggi Gasparri al termine di un'audizione di Letta al Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti.
"Resto perplesso sul fatto che un fatto del genere avvenisse senza che nessuno se ne accorgesse, ma prendo atto delle dichiarazioni", ha aggiunto.
Gli ha fatto eco poco dopo Bianco.
"Devo dire che concordo con Gasparri. Noi abbiamo preso atto di quello che il governo e il direttore dei servizi [hanno riferito]", ha detto, domandandosi tuttavia "come è potuto accadere che 20 persone operassero sul territorio italiano … senza che nessuno ne sapesse niente?".
In ogni caso, ha aggiunto Bianco, "il comitato di Controllo non è una commissione di inchiesta", e ha dichiarato concluso con l'audizione di oggi l'interessamento del Copaco alla vicenda del presunto rapimento.
Da giugno ad oggi, un giudice di Milano ha emesso una ventina di ordini di arresto a carico di cittadini americani ritenuti collegati alla Cia, che secondo le indagini avrebbero rapito il 17 febbraio 2003 l'imam di origine egiziana Hassan Mustafa Osama Nasr, noto anche come Abu Omar, per interrogarlo e consegnarlo poi alle autorità del Cairo.
Precedentemente, Massimo Brutti (Ds) ha detto di accettare la versione ribadita da Letta secondo cui le autorità italiane non avessero autorizzato l'operazione né ne sapessero nulla — versione su cui l'opposizione aveva espresso molti dubbi.
"Abbiamo dichiarazioni coincidenti e molto precise sul fatto che né il governo né i servizi sapessero", ha detto Brutti.
"Allo stato attuale dobbiamo prendere atto di queste dichiarazioni coincidenti. Tra la versione fornita da alcuni esponenti dell'intelligence statunitense e quanto sostenuto dal governo e dai servizi italiani io scelgo di considerare attendibile la versione offerta dalle autorità del mio paese", ha aggiunto.
Il gip milanese Chiara Nobili ha emesso a fine giugno un mandato di custodia cautelare per 10 uomini e tre donne, tutti cittadini Usa, riconducibili agli ambienti della Cia, mentre per altri sei è stato emesso un ordine di arresto lunedì scorso.
Per gli inquirenti, i 19 ricercati sono legati al rapimento di Abu Omar, un immigrato regolare sotto inchiesta a Milano per terrorismo, al momento della sua scomparsa.
Documenti giudiziari riferiscono che dopo essere stato sequestrato, Nasr, di origine egiziana, è stato trasportato in Egitto e consegnato alle autorità locali.
L'ex imam, già allora indagato dai magistrati milanesi nell'ambito di un'inchiesta su presunti militanti islamici, secondo gli inquirenti fu rapito da soggetti appartenenti a strutture di intelligence straniere che avevano interesse a sottoporlo ad interrogatori e a neutralizzarlo, per consegnarlo poi alle autorità egiziane, come ha scritto in una ordinanza un giudice milanese, definendo l'azione "una grave violazione della sovranità italiana".

28 Luglio 2005

Gli 007 avrebbero preso parte al sequestro di Abu Omar

ROMA – Nuovi sviluppi per il caso del rapimento di Abu Omar a Milano. Altri sei ordini di custodia cautelare sono stati emessi dal Tribunale dei riesame nei confronti di altrettanti agenti della Cia accusati del sequestro dell'ex Imam della moschea di via Quaranta, nel capoluogo lombardo, rapito, portato in Egitto e sottoposto a torture.
Il Tribunale del riesame ha accolto il ricorso presentato dalla Procura di Milano contro la decisione del gip di Milano, Chiara Nobili, di non concedere l'arresto ai sei presunti agenti che, insieme ad altri tredici 007 americani, avrebbero preso parte al rapimento nel febbraio del 2003. I giudici, accogliendo il ricorso della Procura, hanno emesso un'ordinanza di custodia in carcere.
Contro la decisione del Gip il procuratore aggiunto Armando Spataro aveva presentato ricorso al Tribunale del riesame. L'ordinanza di custodia cautelare
In carcere è stata emessa per Eliana Castaldo, Victor Castellano, John Thomas Gurley, James Robert Kirkland, Anne Lidia Jenkins e Brenda Liliana Ibanez. Secondo il ricorso della Procura, dalle indagini erano emersi anche a loro carico "gravi indizi di responsabilità".
Con questi ultimi sei salgono a 19 gli ordini di custodia cautelare nei confronti di agenti Cia emessi dalla magistratura milanese.
Parlando delle esigenze di custodia cautelare, i giudici del Riesame sottolineano che "non può ritenersi che le condotte realizzate (dagli indagati, ndr) siano episodiche e, viceversa, per la professionalità, la determinazione e la disponibilità manifestate in concreto deve ritenersi sussistente e attuale anche il pericolo di recidiva".

Fonte: La Repubblica 25 Luglio 2005

Terrorismo: palazzo Chigi, mai avuto notizie di Abu Omar dagli Usa

Roma, 4 lug. "La presidenza del Consiglio dei ministri smentisce nel modo piu' assoluto e categorico che ne' il governo, ne' il Consigliere diplomatico, ne' il direttore del Sismi, ne' gli apparati di informazione e sicurezza abbiano mai ricevuto alcun tipo di notizia da parte di autorita' statunitensi, in ordine all'episodio del sequestro del cittadino egiziano Abu Omar, rapito a Milano il 17 febbraio 2003".

4 Luglio 2005

Intervista ad Alexander Stille, saggista politico e docente di giornalismo alla New York University.

Domanda:"Che cos'è successo esattamente? Le testimonianze raccolte dal «Washington Post» hanno tutta l'aria d'essere verosimili e le fonti sono di prima mano. Berlusconi nega. Chi dice la verità"?
Riposta:"La Cia s'è difesa dicendo “figuriamoci se siamo riusciti a far tutto questo all'insaputa del governo italiano”. Questo non è necessariamente vero, perché i servizi segreti americani sono abituati a far tutto di nascosto.
In ogni caso se l'han fatto è perché sapevano di poterlo fare. E infatti a Washington nessun s'è scomposto per i mandati di cattura spiccati dalla magistratura italiana nei confronti dei 13 responsabili del sequestro dell'Imam milanese Abu Omar".
Domanda:"Tanto rumore per nulla allora"?
"Niente affatto! Il punto è che l'amministrazione Bush si continua a muovere da vera fuorilegge. Non rispetta il diritto internazionale.
Agisce come, quando e dove vuole. A parole si unisce nel condannare le torture e nel difendere i diritti umani, e poi fa rapire la gente per farla interrogare in posti come l'Egitto, dove notoriamente la tortura è una prassi abituale. In questa vicenda l'Italia si è comportata come uno zerbino.
L'esecutivo sapeva che gli americani volevano compiere un'operazione ad li fuori di ogni legalità, e ha dato il suo assenso solo per assecondare gli Stati Uniti".
Domanda:"Quali sviluppi ci sono da attendersi su questa vicenda. Ci sarà una commissione d'inchiesta"?
Riposta:"Credo che si ripeterà un copione già visto, quello seguito all'omicidio di Nicola Calipari e al ferimento di Giuliana Sgrena in Iraq: con il rifiuto degli americani di lasciar partecipare la magistratura italiana alle indagini, con la piena assoluzione dei militari che al posto di blocco sulla strada dell'aeroporto hanno sparato senza motivo. Non stiamo parlando di un colpo isolato ma qualche raffica di mitra…".
Domanda:"È questo il trattamento che l'amministrazione Bush riserva ai suoi più fedeli alleati, ai pochi che l'hanno seguita nella sciagurata guerra in Iraq? L'Italia ha ancora truppe nel Golfo, quando spagnoli, olandesi e tanti altri hanno già levato le tende…"
Riposta:"Una cosa del genere non sarebbe mai potuta succedere in Germania, in Inghilterra, in Francia. La Cia di sicuro non avrebbe avuto la stessa libertà di azione. Ma cosa dovremmo aspettarci? Era stato lo stesso Berlusconi a dichiarare al New York Times: “Io sono sempre d’accordo con gli americani; prima ancora di sapere cosa pensano”.
Con una visione del genere in testa, è chiaro che tutto può succedere".

3 Luglio 2005

Terrorismo: rapimento imam, ricercati 13 agenti Cia, accusati dalla magistratura di Milano per il sequestro di Abu Omar

(ANSAweb) – MILANO, 24 GIU – Tredici agenti della Cia sono ricercati, su ordine della magistratura italiana, con l' accusa di sequestro di persona aggravato in relazione al rapimento dell' ex imam della moschea di viale Jenner a Milano, Nsr Osama Mustafa Hassan, noto come Abu Omar, rapito per strada nel capoluogo il 17 febbraio del 2003. Fra i tredici agenti del servizio segreto americano accusati dalla magistratura di Milano vi sono – come riportano oggi i quotidiani 'Il Corriere della Sera' e 'Il Giorno' – anche tre donne. Secondo una ricostruzione della vicenda da tempo fatta dagli inquirenti, gli uomini del commando della Cia, dopo aver prelevato l'imam a Milano, l'avrebbero brevemente trasferito nella base di Aviano, per poi portarlo in Egitto dove sarebbe stato sottoposto a duri interrogatori con torture.
L' ex imam dovrebbe tuttora trovarsi in un carcere egiziano. Ad emettere gli ordini di custodia cautelare e' stato il gip di Milano Chiara Nobili, su richiesta dei pm antiterrorismo. Abu Omar a Milano e' indagato con l' accusa di terrorismo internazionale

24 Giugno 2005


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