Caso Calipari, a giudizio il soldato Usa
by liquida on Feb.07, 2007, under Articoli
MILANO – Omicidio volontario e duplice tentato omicidio, nel quadro di un delitto politico, eseguito in danno della personalità dello Stato italiano. Sono queste le accuse per cui è stato rinviato a giudizio Mario Lozano, il soldato americano che la sera del 4 marzo 2005 uccise sulla strada per l’aeroporto di Bagdad il funzionario del Sismi Nicola Calipari, che stava riportando a casa, dopo un lungo sequestro ad opera di terroristi islamici, la giornalista del Manifesto, Giuliana Sgrena. Nell’occasione venne ferito anche il maggiore dei carabinieri Andrea Carpani, che era alla guida della Toyota Corolla usata dagli uomini dei nostri servizi d’informazione.
Il ministero della Difesa americano ha ricordato che spetterà ad altri «elementi del governo statunitense, in particolare il Dipartimento di Stato, discuterne con le autorità appropriate in Italia». In casi internazionali che riguardano militari americani, sono il ministero della Giustizia e il Dipartimento di Stato a farsi carico dell’assistenza ai soldati coinvolti. Il Pentagono, ha ricordato Carpenter, «non ha mai intenzionalmente reso nota l’identità» dei militari del checkpoint dove il 4 marzo 2005 fu ucciso Calipari, e per questo non discute lo stato di servizio attuale di Lozano. «Non diamo informazioni su singoli individui», ha detto il portavoce.
«DELITTO POLITICO» – Nella sua richiesta, il gup Sante Spinaci ha accolto la richiesta dei pm di mandare sotto processo Lozano, membro della Guardia nazionale americana, per l’omicidio volontario di Nicola Calipari e il tentato omicidio di Sgrena e Carpani. Secondo i magistrati romani l’uccisione di Calipari in Iraq fu un «delitto politico» perché offese un interesse dell’Italia, e per questa ragione il soldato statunitense accusato di aver aperto il fuoco sull’auto con a bordo i tre italiani può essere processato nel nostro Paese anche in sua assenza.
«NON AVEVA VOLUTO LA SCORTA» – Per l’avvocato del marine non c’era motivo di un rinvio a giudizio, in quanto si è trattato di un tragico incidente. Prima di chiedere il suo proscioglimento davanti al gup Sante Spinaci il legale ha sostenuto che «Nicola Calipari e Andrea Carpani non avevano voluto la scorta militare perché volevano tenersi il merito dell’operazione, risultata poi sbagliata, tutto per loro». L’osservazione ha lasciato visibilmente irritata Rosa Villecco, la vedova di Calipari: «Nessuno può contestare il diritto alla difesa di Mario Lozano. Il difensore però avrebbe dovuto evitare giudizi di merito».
REAZIONI – La donna ha espresso invece soddisfazione per la decisione del giudice: «Sono soddisfatta di questo primo passo verso la verità e la giustizia. Mi sembra che la mia fiducia nei confronti della magistratura abbia trovato conferma.
Soddisfatta anche Giuliana Sgrena: «Volevamo il processo… Sono soddisfatta, anche se non voglio che Lozano diventi un capro espiatorio. Desidero che il processo serva ad acclarare la verità. Ma non mi faccio illusioni». Il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha detto che il rinvio a giudizio «è normale» e poi ha aggiunto, a proposito dell’estradizione di Lozano: «ho promesso alla vedova Calipari che l’avrei chiesta e la chiesi al ministro Gonzales quando andai negli Usa».