Liquida

«In buona parte della Sicilia e ormai dell'Italia siamo alle prese con una mafia che è diventata essa stessa economia, che avvalendosi delle grandi risorse finanziarie che ha accumulato, opera come un'impresa che ha due vantaggi competitivi assurdi: non ha limiti nelle risorse finanziarie di cui dispone e può esercitare sempre il ricatto della violenza nei confronti degli altri e degli amministratori».

Lo ha detto il ministro dell'Interno Giuliano Amato oggi a Palermo per le manifestazioni organizzate per i 25 anni dall'uccisione di Pio La Torre. «Ricordare La Torre – ha aggiunto – significa insistere su un percorso partito da una vicenda umana e politica che ha compreso e contrastato l'evoluzione della mafia, da Portella della Ginestra alle leggi sulla confisca dei patrimoni mafiosi per mezzo delle quali ancora oggi combattiamo la mafia finanziaria». Per Amato ancora oggi le due mafie, quella di Portella e quella finanziaria, «coesistono e agiscono ancora».

«Abbiamo le risorse per fronteggiare la mafia, ma senza generare illusioni. Noi possiamo decapitare Cosa Nostra, ma è un organismo che ha la capacità di riprodursi», ha aggiunto Amato. Cosa Nostra si può combattere e battere, per Amato, ma occorre un impegno e una ribellione diffusi contro «un sistema violento che lascia un senso profondo del disonore perchè il modo in cui opera la mafia, esercitando ricatti e violenze è indegno di un essere umano ed è un'offesa al vero senso dell'onore che ha la Sicilia».

«Non faccio questo genere di classifiche, si tratta di problemi totalmente diversi». Così, il ministro dell'Interno Giuliano Amato, a Palermo per partecipare ad un convegno sulla mafia, ha riposto ai giornalisti che gli chiedevano se c'è più attenzione verso il terrorismo o la mafia. «Oggi come oggi -ha detto Amato- sul fronte del terrorismo c'è attenzione più che tensione, sul fronte della criminalitá c'è anche tensione in più parti del Paese».

28 aprile 2007