Liquida

Novara: per dire No agli F35

by on Mag.19, 2007, under Articoli

Manifestanti da tutta Italia scendono in piazza per dire No allo stabilimento che verrà costruito all’interno dell'aeroporto militare di Cameri, per assemblare gli F-35, i nuovi cacciabombardieri “invisibili”. Al corteo hanno aderito diverse associazioni pacifiste con un grande sostegno da parte di associazioni cattoliche.Cosa bolle effettivamente in pentola? Si tratta di mero pacifismo? O di qualcos’altro? Il Sottosegretario alla difesa Lorenzo Forcieri ha sottoscritto il 7 febbraio un memorandum d'intesa con gli Usa per il programma di ricerca, sviluppo e produzione del bombardiere Joint Strike Fighter (JFS), noto anche come F35. Un progetto quarantennale di cui il nostro paese sarà tra il terzo partner principale dopo Usa e Regno Unito. In realtà non si tratto di una novità. Già nel 1996, con il primo governo Prodi. Poi D'Alema nel 1999, Berlusconi nel 2002 dettero conferma all’alleato Usa di fedeltà al progetto a cui hanno aderito anche Olanda, Canada Australia, Norvegia, e Danimarca. Capo-commessa è la società americana Lockheed Martin, 20 le aziende italiane coinvolte, capitanate da Finmeccanica.I velivoli destinati ad Italia e Olanda verranno assemblati a Cameri in provincia di Novara. Prima però bisogna garantire l'acquisto di un certo numero di F35. Italia dovrebbe comprarne 131, ma Prodi è intenzionato a scendere a 100. Intanto, gli abitanti dell'entroterra novarese hanno già espresso il loro "No" all'uso dell'aeroporto per costruire una perfetta macchina di morte come l'F-35, in grado, se necessario, di trasportare anche testate nucleari. Non hanno nessuna intenzione di essere complici di futuri crimini di guerra resi possibili da mezzi costruiti a pochi passi da casa e stanno tentando in tutti i modi di dare una scossa all'opinione pubblica, organizzando per sabato 19 maggio una manifestazione cui hanno già aderito diverse realtà non solo locali, rintracciabili presso il sito del comitato promotore www.nof35.org.Il comitato ha già incassato la solidarietà da parte di movimenti di opposizione simili, dai No-Tav ai vicentini che lottano contro l'aeroporto Dal Molin, dagli oppositori alle basi militari riuniti nel cartello di Disarmiamoli alle reti dei centri sociali e delle strutture del sindacalismo di base. Ma anche il sostegno di molte realtà cattoliche. Il vescovo di Alessandria Fernando Charrier e il presidente di Pax Christi Tommaso Valentinetti lo hanno definito "strumento concepito per la guerra”"e a dicembre la diocesi di Novara aveva condannato il progetto militare. Così pure contrario è il Cimi (Conferenza italiana istituti missionari).Le contestazioni della Rete Disarmo muovono dai rilievi delle Corti dei conti Usa e olandese su alcuni punti critici del progetto: mancanza di trasparenza nelle procedure adottate, incertezza sui costi finali e dubbi sulle performance dell'aereo. Secondo il Gao (Government accountabilty office, l'organismo di revisione contabile degli Stati Uniti) si tratta di un investimento a scatola chiusa, effettuato senza attendere i test di volo. Altre contestazioni partono invece dalla spesa.Solo per costruire gli impianti e avviare la produzione sono stati stanziati quasi due miliardi di euro, parte dei quali già spesi. Una sciocchezza, se paragonata alla cifra che spenderemo per dotarci anche noi degli F-35, ognuno dei quali costerà da 150 a 250 milioni in funzione degli armamenti connessi e delle configurazioni (convenzionale, predisposto per il decollo verticale e a decollo corto per portaerei). La spesa complessiva, in ogni caso, oscillerà tra i 15 e i 30 miliardi di euro. Ma il governo sostiene che il ritorno occupazionale immediato sia di 2-3mila posti, benché i sindacati come Fim- Cisl e Fiom lo ritengano improbabile e sostengano, invece, che il ritorno costi- benefici sarà minimo.Il grosso delle contestazione concerne tre punti. Il primo di natura economica: spesa eccessiva. Il secondo, politico: si tratta di un progetto squisitamente americano la cui adesione comporta un allontanamento dai progetti europei. Il terzo: gli Usa si rifiutano di trasferirci le tecnologie. La Gran Bretagna ha ottenuto dagli Usa il software dopo la minaccia di uscire dal progetto. E lo stesso direttore generale di Finmeccanica, Giorgio Zappa, ha avuto modo di dichiarare che gli Usa stanno mettendo limitazioni alle tecnologie cui possono accedere gli altri governi partecipanti al progetto. In particolare non verrebbero trasferiti i cosiddetti «codici sorgente». Tali codici permettono di effettuare modifiche al velivolo e, quindi, di adattarlo alle necessità delle singole aeronautiche, con conseguente autonomia di gestione sia operativa che commerciale.Last but not least, per la prima volta, l’Italia viene obbligata, per un lavoro di mero assemblaggio, a costruire uno stabilimento civile (Finmeccanica) all’interno di una base militare dove gli operai verranno presumibilmente soggetti al gradimento dei vertici militari indirettamente o direttamente controllati dagli Usa. Un conto sono, infatti, i dipendenti civili del nostro ministero della Difesa, soggetti a screening iniziale. Un altro è il trasferimento di operai civili – che normalmente costruiscono o assemblano in zone industriali – all’interno di zone militari. Perché? Se non per averne il controllo?

19 maggio 

 


1 Comment for this entry

  • plankton

    C’ero.Per caso.
    Ignoravo che c’era la manifestazione, mi son trovato a Novara causa shopping e ho visto il corteo sfilare.Premetto che sono assolutamente d’accordo con le idee dei manifestanti e parecchie volte ho manifestato.Ora faccio una considerazione.
    Ho notato circa 3-4 spezzoni principali : il gruppo che suonava samba, anarchici, comunisti nostalgici dei bei tempi di baffone e qualche avanzo da circo.
    Cosi’ non va.
    Non ho visto persone “normali” tipo famiglie con i bimbi o pensionati convinti delle proprie idee (e ce ne sono).Fino a quando non si riuscira’ a capire che questo tipo di lotte devono essere fatte ammainando qualche bandiera e evitando slogan truci in modo da riuscire a coinvolgere la GENTE,
    non si fa alcuna strada.A Novara addirittura la diocesi si è scagliata contro la fabbrica della morte.
    È solo una mia impressione ma la vedo dura con questo tipo di manifestazioni.
    Ciao :*

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