Liquida

IL RAGAZZO DAGLI OCCHI GENTILI

by on Mar.13, 2006, under Fausto e Iaio

Fausto ha un carattere più chiuso e introverso di Jaio ma insieme sono un'unica cosa.Li tiene uniti una passione per la vita fuori dal comune. Francesca Fratini,sua insegnante di storia dell'arte, ama dire:"E' un ragazzo intelligente che a scuola si impegna e riesce a dare il massimo se gli argomenti che affronta lo interessano:pur non avendo particolari motivi per essere contento,gli piace vivere,guardarsi intorno,rimettere in discussione quello che,appena il giorno prima, lo convinceva".Veniva dalla fredda e riservata Trento dove aveva vissuto fino alla quarta elementare. A Milano si sente spaesato,la città e' troppo grande per un bimbo dagli occhioni gentili e dallo sguardo timido.Gioca con pochi amici. Ivano e' uno di questi."A Milano ci siamo trovati nella stessa scuola,non avevamo altri amici;Lui era da solo e veniva da un'altra città,anch'io ero solo,ci siamo trovati subito.Alle elementari eravamo ancora insieme ma non nella stessa classe".Poi le medie inferiori in una scuola al Casoretto.Tre anni passati,come Jaio del resto,nella massima tranquillità.Il passo verso le superiori è breve e nello spazio di un'estate Fausto si trova iscritto alle professionali:vuole fare il disegnatore meccanico ma non c'e' posto e l'hanno iscritto a congegnatore meccanico.L'indirizzo,un po' forzato non gli piace proprio,gli sta stretto.

Ha resistito due mesi ed è passato al liceo artistico.I pomeriggi dei primi anni Settanta li trascorre all'oratorio di Don Perego,proprio come il suo amico Jaio.Ma nei campetti è durato poco.Preferiva fare altro.Spesso si porta i libri in metropolitana,di mattina,quando le vetture sono stracariche di gente che non ti degna di uno sguardo e tira dritto. Lì,in quel caos urbano,mette a fuoco le sue idee. Ivano,suo compagno d'infanzia,dice che "leggeva tutto,avidamente:i pomeriggi li passava spesso sdraiato sull'erba al parco con gli amici e un buon libro da leggere".
Con Jaio ha molte cose in comune ; la passione per la musica era una di queste.Fausto e' impazzito per i Rolling Stones:si fa mandare i dischi in anteprima da suo zio di Trento,grande collezionista di rock.Conosce le loro canzoni a memoria .Secondo Monica,una compagna di scuola di Fausto,"Ultimamente stava tutto il giorno ad ascoltare la musica:a volte perché venisse con noi al parco,dovevamo portarlo con la forza".Ma non c'erano solo artisti stranieri tra i suoi preferiti. Giorgio,suo amico da diversi anni ricorda che" gli piacevano anche pezzi che parlavano di protesta,che ti lasciano lì a pensare,un po' arrabbiati".

Politicamente e' un libertario ma simpatizza per Lotta Continua.Non e' un militante,non accetta le gerarchie.Per questo e' simile al suo amico Jaio."Tutto ciò che Fausto decideva di fare doveva avere un senso-ricorda a Panorama Davide ,compagno di classe,poco dopo l'omicidio-Quando insieme si commentava la morte di un amico diceva che se fosse toccato a lui avrebbe voluto un funerale con le bandiere rosse"perché anche con la morte ci si possa rendere utili".Osvaldo,compagno di scuola,sostiene che "Fausto era un anarchico ;andavamo a prendere i manifesti di Ulrike Meinhof(la terrorista della Raf uccisa nel carcere di Stamheim),i bollettini,in una libreria di sinistra:voleva un mondo pacifico ma non voleva arrivare con i fiori in mano perché era convinto che ci voleva una rivoluzione;ultimamente faceva qualcosa a scuola,ma molto meno di anni fa,l'anno scorso era in un collettivo di quartiere autonomo;quando è uscito ha lasciato andare un po' tutto pur rimanendo sempre un compagno"

Con Danila ha un rapporto speciale, un profondo legame che li porta a parlare per ore.Fausto le confida tutti i problemi, anche quelli piccoli."Era un libro aperto-dice la madre.Gli amici di scuola raccontano che "era rammaricato che la madre non avesse potuto studiare,perché la riteneva donna di grande intelligenza".E lei non ha mai disperato di ritrovare il suo Fausto, magari per strada o tra I discorsi dei giovani d'oggi,in un gesto di bontà verso gli altri,lottando per una società più giusta,umana."Fausto mi parlava spesso di quei ragazzi di zona che iniziavano a bucarsi-dice la madre-Li vedeva intontiti e se ne dispiaceva.Non sapevo che in realtà stava portando avanti un lavoro pericoloso, un'indagine sullo spaccio d’eroina nel quartiere e a Milano.Se lo avessi appreso glielo avrei impedito, con tutte le mie forze perché non sono i giovani che devono occuparsi di questi lavori.Dovrebbero essere le autorità e le istituzioni ad indagare. I genitori, invece, potrebbero svolgere un ruolo di prevenzione,senza aspettare che i figli entrino nel giro dell'eroina.Fausto è un ragazzo che ha sacrificato la propria vita per salvare quella degli altri".

Fausto è un timido.Spesso ti guarda con quegli occhi rivolti verso il basso.E' fatto così.Non che avesse paura degli altri ma la sua provenienza nordica, riservata,lo portava ad ascoltare gli altri.Le ragazze lo imbarazzano. Così lui ripete la solita frase: "Io non le so prenderle".Ce n'e' una pazzamente innamorata di lui e mentre Fausto sale le scale della scuola,vedendolo ,è svenuta:lui si e' messo a ridere come un matto.Sempre pettinato, vestito con garbo,mai una piega fuori posto. I genitori degli amici lo vedono come un ragazzo per bene,per la sua pettinatura e per il modo di fare.Mi vengono in mente le parole di Danila."Ogni volta che la porta si apre penso che Fausto ritorni,con con quello sguardo stralunato,un po’ timido e sognatore,che accarezza i cagnolini e si sdraia per ore a leggere nel suo divano letto".


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