Liquida

Cronologia di una morte: 1978

by on Apr.02, 2006, under Peppino Impastato

1978 9 maggio. Alle ore 1,40 il macchinista del treno Trapani-Palermo, Gaetano Sdegno, transitando in località "Feudo", nel territorio di Cinisi, avverte uno scossone, ferma la locomotiva e constata che il binario era tranciato.
Avverte il dirigente della stazione ferroviaria che, alle 3,45 chiama per telefono i carabinieri. Questi accorrono sul posto: dal loro sopralluogo risulta che il binario è stato divelto per un tratto di circa 40 centimetri e che nel raggio di circa 300 metri erano sparsi resti umani.
La persona deceduta in seguito all’esplosione viene identificata in Giuseppe (familiarmente Peppino) Impastato.Oltre ai carabinieri sul posto accorrono molti curiosi, mentre i compagni di Impastato vengono tenuti a distanza. I resti vengono raccolti frettolosamente e il tratto di binario tranciato dall’esplosione viene subito riparato. Si cancellano così importantissime prove. La pista seguita dai carabinieri, dalla polizia e dalla Digos è quella dell’attentato terroristico. A Roma, in via Caetani, nello stesso giorno viene trovato il corpo senza vita di Aldo Moro; il clima è tale per cui la prima cosa a cui pensano le forze dell’ordine è che le "teste calde" non possano che essere affiliate alle Brigate Rosse. I carabinieri perquisiscono le case della zia, Fara Bartolotta, dove Peppino Impastato abitava, della madre, Felicia Bartolotta, e dei compagni di Peppino e requisiscono vari materiali: i libri di Peppino, numeri di "Lotta continua", il libro di Erich Fromm Anatomia della distruttività umana. In casa della zia trovano la lettera in cui Peppino parla dei suoi propositi di suicidio, scritta mesi prima. Non vengono perquisite le case dei mafiosi. Sul posto sono due avvocati: Turi Lombardo e Michelangelo Di Napoli, che redigeranno l’esposto dei familiari e per un certo periodo seguiranno le indagini. Sui muri di Cinisi appare un manifesto, ad opera di Salvo Vitale, uno dei più attivi collaboratori di Peppino a Radio Aut, e di Gino Scasso, dirigente di Democrazia proletaria di Partinico: "Peppino Impastato è stato assassinato. Il lungo passato di militante rivoluzionario è stato strumentalizzato dagli assassini e dalle "forze dell’ordine" per partorire l’assurda ipotesi di un attentato terroristico. Non è così! L’omicidio ha un nome chiaro: MAFIA. Mentre ci stringiamo intorno al corpo straziato di Peppino, formuliamo una sola promessa: continuare la battaglia contro i suoi assassini. Democrazia proletaria". I compagni di Peppino di Palermo redigono un manifesto con la scritta: "Peppino Impastato è stato assassinato dalla mafia".

10 maggio. Al funerale partecipano oltre mille persone. Viene presentato un rapporto del maggiore dei Carabinieri Subranni, secondo cui Impastato sarebbe morto compiendo un attentato.

11 maggio. Esposto alla Procura a firma di Francesco Carlotta, Giuseppe Barbera e Paola Bonsangue, in rappresentanza di associazioni, giornali e gruppi politici (Centro di controinformazione F. Lorusso, Centro siciliano di documentazione, Lotta continua, Quotidiano dei lavoratori, Democrazia proletaria, Praxis, Collettivo di lavoro Radio Aut, Collettivo di lavoro di Radio Sud, Libreria Centofiori), in cui si esclude l’ipotesi dell’attentato e si sostiene che Impastato è stato prima sequestrato e poi ucciso con una carica di esplosivo. A Palermo, affollata assemblea alla Facoltà di Architettura. Partecipano Giuseppe Barbera, Franco Calamida, Umberto Santino, il professore di Medicina legale Ideale Del Carpio. In serata a Cinisi, comizio: parlano Giampiero La Fata, Umberto Santino, Franco Calamida. Badalamenti viene indicato come il mandante dell’omicidio.

12 maggio. In mattinata manifestazione di studenti a Palermo, con cariche della polizia. Nel pomeriggio vengono consegnati al prof. Del Carpio alcuni frammenti del corpo di Peppino e una pietra macchiata di sangue. I frammenti sono stati raccolti dai compagni di Peppino che hanno continuato le ricerche, nel corso delle quali hanno anche trovato la pietra all’interno del casolare nei pressi del binario, dove era stato portato, già tramortito. Si costituisce, presso il Centro siciliano di documentazione, il Comitato di controinformazione Peppino Impastato.

13 maggio. In mattinata il sostituto procuratore Francesco Scozzari, assieme al prof. Del Carpio, ad alcuni ufficiali di polizia giudiziaria, elementi della squadra scientifica dei carabinieri, due periti medico-legali, alla presenza dei compagni di Peppino, Giampiero La Fata e Vito Lo Duca, ispezionano il casolare dove è stata trovata la pietra. Viene asportata e repertata un’altra pietra con tracce organiche.
Viene consegnato un altro sacchetto con altri resti, trovati da altri compagni di Peppino. 14 maggio. Elezioni amministrative: Peppino viene eletto con 264 voti di preferenza. A Cinisi Democrazia proletaria ha il 6 per cento dei voti. 16 maggio. Viene presentato alla Procura di Palermo l’esposto della madre e del fratello Giovanni. Il "Giornale di Sicilia" pubblica passi della lettera in cui Peppino manifesta propositi di suicidio. Passa così la tesi del suicidio nel compimento di un attentato.

19 maggio. Il magistrato dà l’incarico di perizia balistica per accertare il tipo di esplosivo usato nella morte di Impastato. Nel pomeriggio, a Cinisi, manifestazione indetta dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, dalla Federazione giovanile socialista, dal Movimento lavoratori per il socialismo, da Democrazia proletaria e dal Comitato di controinformazione, dal Partito radicale, dal quotidiano "Lotta continua".
Parlano l’avvocato Turi Lombardo, il sindacalista Franco Padrut (che viene interrotto), Umberto Santino. Polemiche per lo scarso impegno del sindacato nella preparazione della manifestazione. Il Comitato di controinformazione, costituitosi presso il Centro siciliano di documentazione, avvia una sottoscrizione per Radio Aut: verranno raccolte solo 834.000 lire.

29 maggio. Il magistrato incarica i periti medico-legali di accertare le cause della morte di Impastato.

30 maggio. Il maggiore dei carabinieri Subranni, dopo ulteriori indagini in seguito alla presentazione dell’esposto di alcuni compagni di Peppino, conferma la sua tesi: suicidio compiendo scientemente un attentato terroristico. Luglio. A cura del Comitato di controinformazione esce il bollettino 10 anni di lotta contro la mafia.

28 ottobre. Vengono effettuate le perizie balistiche per accertare il tipo di esplosivo impiegato per fare saltare il corpo di Impastato.

6 novembre. Il sostituto procuratore trasmette gli atti all’ufficio Istruzione per aprire un procedimento per omicidio premeditato, a carico di ignoti.

9 novembre. La madre di Impastato si costituisce parte civile. Il fratello Giovanni lo farà il 12 dicembre successivo. Novembre. Promemoria di Radio Aut, redatto da Salvo Vitale, all’attenzione del consigliere istruttore Rocco Chinnici. Esce il bollettino "9 maggio". Tra il 1978 e il 1980 usciranno sei numeri.

 Da "La Storia siamo noi" video su Peppino Impastato

http://www.archive.org/details/PeppinoImpastato


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