Liquida

Lettera da un CPT

by on Set.28, 2006, under Cpt

"E’ passato un altro giorno.Uno di quelli più brutti della mia vita nel lager per stranieri di via Corelli 28 a Milano.Da quando sono in Italia per la prima volta sono dispiaciuta per il modo nel quale si comportano le persone in uniforme che occupano determinati posti.Prima non pensavo che alcuni italiani potessero essere nazisti, però adesso, stando in questo  posto da noi chiamamo lager, ho cambiato  idea, sì possono.

Una sera alcune ragazze di colore, che stavano in un continer vicino al nostro, stavano protestando perchè venivano sempre maltratate  e discriminate per il colore. Dopodichè noi siamo state portate fuori mentre loro le hanno chiuse dentro senza corrente nè acqua.Poi ci hanno portato a dormire in una grande e sporca stanza su materassi per terra; come cani, senza bagno e al freddo, perchè l’ispettore non voleva fare niente per migliorare la situazione nel modo più decente possibile.Per loro era più comodo così, portarci fuori al freddo, dandoci  sempre un cibo schifoso che a volte non si riusciva a mandare giù, farci morire di fame, metterci a dormire su leunzuola di carta.Lenzuola che quando arrivano nuove persone non vengono nemmeno cambiate.Lasciano quelle delle persone che sono “andate via”facendoci venire fuori delle allergie cutanee.
Così si  va dal dottore il quale, per curarci il corpo e il viso ci dà una crema con il quale l’allergia peggiora ancora di più. Se ti succede qualcosa, se ti fa male la testa, vai dal dottore, aspetti 2 ore prima che qualcuno ti dia attenzione e alla fine ti danno una pastiglia che ti fa passare il mal di testa ma in compenso non riesci a dormire tutta la notte dal mal di stomaco che ti fatto ha venire. Io e tutti quelli che con me hanno sottoscritto  questo articolo, siamo testimoni di una bruttissima scena al Corelli:un uomo era salito sul tetto, voleva impiccarsi perchè lo volevano mandare al suo paese. E la moglie e il figlio nato in Italia lo guardavano dall’altra parte della rete e piangevano.Un atto che non può essere perdonato ai responsabili di questo lager.Secondo me la gente che arriva a tanta disperazione non è suicida ma è spinta ad ammazarsi.Il motivo per il quale uno straniero viene in Italia è cercare una vita migliore, cercare lavoro, poter curare la sua famiglia, avere un tetto sulla testa……però dove sono queste possibilità?Scrivo a nome di tutte le persone che hanno firmato in fondo.Voglio che tutti quelli che leggeranno capiscano che qui è un inferno.Nella mia vita non ho mai fatto niente contro la legge stare in galera ed essere trattata come ladra o assassina, per essere picchiata in Questura. Dove posso denunciare?Chi mi può difendere?Chi sono io qua?Un animale come il resto di tutti gli stanieri che sono in Italia senza documenti perchè non hanno i soldi per comprarseli. Chi sono questi tutori della legge che possono mettere in galera gente indifesa che soltanto gira per la strada ma non fa del male a nessuno? Chi sono questi che si  permettono  di fare di te tutto quello che vogliono solo perchè sono protetti dalla legge? “Noi siamo esseri umani come tutti voi e dobbiamo avere gli stessi diritti.Viviamo nello stesso mondo, ma perchè?Pe ressere maltrattati da voi ed essere rinchiusi in un lager come tempo fa faceva Hitler con gli ebrei!Tutti pensano che questo sia ‘passato’ e che non ci sarà un secondo Hitler. La differenza tra i suoi lager e questi centri in Italia è che lì li uccidevano e a noi ci spediscono nei nostri paesi.E la stretta somiglianza è l’odio verso la gente diversa da te”

Stefca Stefanova

Questa lettera è stata scritta da un'immigrata detenuta nel CPT-lager di via Corelli 28 a Milano.
La lettera è stata pubblicata nel libro di Marco Rovelli “Lager Italiani”


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