Liquida

LA VERA STORIA DEL CASO GREGANTI

by on Dic.20, 2006, under Marco Travaglio

Nel decimo anniversario dell’arresto di Primo Greganti, una variopinta compagnia di giornalisti, politici ed ex magistrati ha “riaperto” il caso delle tangenti rosse. Palestre dell’operazione revisionista, la pagina delle lettere a Paolo Mieli sul Corriere della Sera, una serie di interviste di Barbara Palombelli su Sette (“1993-L’anno del grande terrore”) e una interminabile storia a puntate del 1993 pubblicata dal Foglio di Giuliano Ferrara, affidata a Mattia Feltri e intitolata “Mattia nel Terrore”.

A dar fuoco alle polveri, una lettera del ministro per i rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi, quello che nel 1992 scriveva lettere aperte a Di Pietro invitandolo a “fare pulizia nella Dc”, e che oggi si spende senza risparmio di energie per la missione opposta: cercare di dimostrare che il pool di Milano “salvò il Pci-Pds” e distrusse gli altri partiti. Giovanardi, che ha anche scritto un libro pieno di falsità e inesattezze su queste vicende, scrive a Mieli che ci fu un “intervento salvifico a favore del Pci-Pds” da parte del procuratore aggiunto Gerardo D’Ambrosio: “un unicum” nella storia di Mani Pulite. D’Ambrosio avrebbe fatto un favore al Pci-Pds, nel 1993, andando a verificare se fosse vero che il compagno G aveva usato un contributo versato dal gruppo Ferruzzi per acquistare una casa e non per foraggiare il suo partito, e scoprendo che la circostanza era vera.

D’Ambrosio scrive al Corriere per ristabilire la verità: e cioè che la sua fu una normale indagine per verificare la veridicità o meno delle dichiarazioni di Greganti, e che gli toccò farla personalmente perché il pm titolare dell’inchiesta, Tiziana Parenti, se ne era “dimenticata”. La Parenti risponde con una lettera piena di ambiguità e di insinuazioni. Mieli propende apertamente per la versione Parenti, parla di “intervento provvidenziale” di D’Ambrosio e continua ad alimentare l’idea che il caso sia aperto, misterioso, bisognoso di approfondimenti.

“Una vicenda storica ancora tutta da scrivere”, magari affidandola a un “nuovo De Felice”. Un giallo, insomma, che secondo Panorama sortì un solo risultato: “scagionare il Pds”. “Se in quel 1993”, sintetizza Giovanardi, “si fossero indagati contemporaneamente i vertici amministrativi di Dc, Psi e Pci-Pds, la storia della politica sarebbe cambiata”. Il fatto è che in quel periodo furono effettivamente indagati i vertici amministrativi di tutti e tre i grandi partiti: Balzamo per il Psi, Citaristi per la Dc, Pollini e Stefanini per il Pci-Pds. L’avviso di garanzia a Stefanini, all’epoca deputato e membro della direzione di Botteghe Oscure, fu firmato da D’Ambrosio, Gherardo Colombo e Tiziana Parenti. Ma per quella vicenda Stefanini fu poi, come vedremo, archiviato perché nessuno lo chiamava in causa per la tangente della Calcestruzzi (gruppo Ferruzzi) e perché nemmeno una lira di quella mazzetta risultò pervenuta nelle casse del partito.

Greganti, arrestato due volte su richiesta di Di Pietro e del resto del pool e tenuto in carcere per quasi 5 mesi, fu poi processato e condannato in via definitiva a 3 anni per corruzione. Il Pci-Pds non fu affatto scagionato, tanto che il pm Paolo Ielo (subentrato alla Parenti quando questa si fece eleggere in Parlamento per Forza Italia, nel 1994) nella requisitoria del processo Enel accusa Greganti di avere ricevuto un miliardo e 246 milioni dalla Calcestruzzi “per la direzione centrale del Pds”. Tesi poi confermata puntualmente dalla sentenza del Tribunale di Milano (la vedremo fra poco), resa definitiva dopo i passaggi in Appello e in Cassazione.

Già, perché l’aspetto più curioso e stravagante dell’improvviso revival del caso Greganti è questo: che sulla vicenda esiste una sentenza definitiva, una delle tante emesse a Milano, quella sulle tangenti Enel, la quale afferma esplicitamente che il Pci-Pds – attraverso i suoi rappresentanti – incassava mazzette esattamente come gli altri partiti. E, oltre a Greganti, condanna Giovanni Battista Zorzoli, membro del Cda Enel in quota Pci-Pds, a 4 anni e 6 mesi per corruzione. In soldoni: Greganti chiese e incassò quel miliardo e rotti per conto del Pci-Pds nella partita dell’Enel: in cambio di appalti alle cooperative rosse e del voto favorevole del consigliere Zorzoli alle delibere del Cda dell’ente energetico pubblico. Il fatto è che poi quei soldi li tenne per sé: in parte (circa 700 milioni) li usò per acquistare un appartamento in via Tirso a Roma, dove trasferì in blocco la sua numerosa famiglia, in parte (500 milioni, della seconda tangente Panzavolta, più interessi) li tenne parcheggiati in Svizzera sul conto estero numerato. Prendeva i soldi per il partito, ma quella volta – a differenza di altre – se li tenne.

numerato. Prendeva i soldi per il partito, ma quella volta – a differenza di altre – se li tenne. Resta semmai da capire perché il Pci-Pds abbia continuato a mantenere rapporti, anche d’affari, con il compagno G. Ma queste sono questioni politiche, non giudiziarie. Il caso Greganti, con buona pace di Mieli, Giovanardi & C., è chiuso. Sepolto sotto una grandinata di pesanti condanne per corruzione. In attesa del nuovo De Felice, si potrebbe partire dalla sentenza definitiva.

Il compagno G Primo Greganti viene arrestato per la prima volta il primo marzo 1993. Ordine di custodia firmato dal gip Italo Ghitti su richiesta di Antonio Di Pietro. Il pool Mani pulite lo accusa di corruzione, per aver ricevuto in Svizzera 621 milioni dal gruppo Ferruzzi, fra il 1990 e il 1992, per appalti Enel. Denaro che rappresentava la prima delle due quote riservate al Pci-Pds delle tangenti concordate con il sistema dei partiti (l’1,6 per cento sul valore delle commesse). A parlarne ai magistrati milanesi è Lorenzo Panzavolta, amministratore della Calcestruzzi di Ravenna, cioè l’uomo che provvide materialmente ai versamenti estero su estero. Si accerterà successivamente che vi furono tre versamenti, per la precisione: 621 milioni depositati il 21 novembre 1990 sul conto “Gabbietta” intestato a Greganti presso la Banca di Lugano; 525 milioni nel settembre 1992 sul conto 294469 presso la Banca del Gottardo di Zurigo, sempre nella disponibilità di Greganti; 100 milioni consegnati brevi manu nello stesso 1992 al “compagno G”.

Greganti, dopo una lunga carriera nella tesoreria del Pci torinese, è da qualche anno un funzionario – prima ufficiale, poi ufficioso – dell’amministrazione di Botteghe Oscure. Racconta Panzavolta detto “Panzer”, plenipotenziario di Raul Gardini per il settore dell’edilizia, che per gli appalti di desolforazione delle centrali elettriche in tutta Italia (lavori per un totale oltre 3 mila miliardi), la sua impresa concordò con Dc, Psi e Pci-Pds una quota di 1 miliardo e 242 milioni per ciascun partito. Furono Valerio Bitetto, potentissimo consigliere di amministrazione socialista dell’Enel, e il tesoriere nazionale del Garofano Vincenzo Balzamo a comunicargli che bisognava pagare anche Botteghe Oscure. Poi si presentò da lui Greganti a battere cassa.

Panzavolta, che pure sapeva chi fosse Greganti (“era conosciuto da tutti lì in giro, a Ravenna, come esponente del Partito comunista e aveva rapporti con la cooperativa Cmc”), chiese a Gardini di verificare che fosse proprio lui l’emissario del Pci-Pds per gli appalti Enel. Gardini verificò: “Mi disse che avrebbe fatto un controllo e mi confermò che Greganti era l’interlocutore giusto e che potevo andare avanti”. Il compagno G, a scanso di equivoci, si presentò a Panzer “con un biglietto da visita della Direzione centrale del Partito comunista, faceva parte della direzione finanziaria, poi lui si era offerto di fare dei servigi, se avevamo bisogno. E credo che l’abbiamo anche usato in qualche caso… Ci ha chiesto anche di andare in Russia, che lui rappresentava il Partito comunista… no, in Cina, in Cina”.

Greganti aveva accompagnato in Cina, nell’estate del 1991, Giorgio Cerboni, direttore della Fermar (la società Ferruzzi che costruiva navi). Ma la missione si rivelò infruttuosa e non portò a nulla”. Nessun contratto, nessuna mediazione per Greganti, solo una gita a Pechino senza conseguenza alcuna. Eppure Greganti, quando viene interrogato da Tiziana Parenti (aggregata al pool per far fronte alla mole di lavoro che aumenta di giorno in giorno sulle spalle di Di Pietro, Colombo e Davigo), nega di avere mai incassato tangenti per l’Enel e attribuisce quei 621 milioni di lire, di cui allora si era a conoscenza, proprio a una serie di fantomatici affari in Cina da lui procacciati alla Calcestruzzi, dei quali peraltro non porta alcuna documentazione (“I progetti – spiega – si interruppero a causa del mio arresto”). E soprattutto nega di aver versato una lira nelle casse di Botteghe Oscure (“Ho lasciato la direzione finanziaria del partito fra il 1989 e il ’90 e da allora lavoro in proprio nel settore del marketing internazionale”).

Il pool non gli crede, tant’è che lo tiene in carcere per tutti e tre i mesi previsti dalla legge, per evitare che inquini le prove. E lo farà presto riarrestare per altri due mesi in relazione a un’altra vicenda. Le indagini successive all’informazione di garanzia a Stefanini accerteranno che Greganti aveva ricevuto anche la seconda tangente di 625 milioni e si appuntano su entrambi i versanti della sua ricostruzione: la causale dei versamenti e la destinazione delle somme. Che Greganti riceva 621 milioni da Panzavolta proprio mentre questi versa la stessa cifra alla Dc e al Psi non può essere una coincidenza. Anche perché Panzer dice di aver pagato la stessa mazzetta a tutti e tre i partiti, a titolo di tangente per i contratti di desolforazione.

E poi non si capisce perché la Calcestruzzi avrebbe dovuto pagare in nero, estero su estero, una normale e regolare intermediazione a Greganti. E ancora: il primo versamento segue di pochi mesi l’aggiudicazione degli appalti per la desolforazione della centrale di Brindisi Sud. E non è vero che in quel periodo Greganti non lavorasse più per il Pci-Pds, visto che negli stessi mesi della pratica Calcestruzzi, prestò i suoi conti svizzeri per altre due operazioni finanziarie del partito: 1 miliardo incassato per la vendita delle quote del Pci nella società italo-tedescorientale Eumit; 200 milioni di tangente dalla Fiat per l’appalto torinese del depuratore Po-Sangone. Tutti elementi che faranno scrivere ai giudici del tribunale di Milano: “Le somme in questione non sono state incassate da Greganti per prestazioni personali, bensì vanno collegate a un’intermediazione fiduciaria posta in essere da quest’ultimo a vantaggio del Pci in relazione all’aggiudicazione da parte del gruppo Ferruzzi dei contratti Enel”.

D’Ambrosio indaga, Parenti un po’ meno. Ma che fine fecero quei 1200 e rotti milioni? E davvero l’intervento di D’Ambrosio, come scrive Mieli, fu “unico” e “provvidenziale” per “salvare il Pds”? Ripercorriamo gli eventi dell’estate-autunno del ’93 con l’aiuto proprio dell’allora procuratore aggiunto e poi capo di Milano, da qualche mese in pensione, che su quei fatti ha recentemente testimoniato sotto giuramento al tribunale di Roma, nel processo per calunnia a carico del maresciallo Paolo Simonetti, braccio destro della Parenti (l’uomo che raccontò agli ispettori di Biondi di fantomatici favoritismi del pool, e di D’Ambrosio in testa, a Botteghe Oscure. Favoritismi poi rivelatisi inesistenti, nella relazione finale degli ispettori, che magnificarono l’operato del pool).

“Il Codice”, premette D’Ambrosio, “impone di cercare le prove anche a favore dell’indagato. Ma non per fargli un piacere: per corroborare la solidità dell’inchiesta. Se l’indagato mi dice una cosa e io non vado a verificarla, se ha ragione su quel punto rischio di fare una figuraccia al processo e di perderlo, il processo” (tanto poco “unica” è quell’attività che basta ricordare le rogatorie avviate da Ilda Boccassini e Gherardo Colombo nelle Bahamas per verificare la destinazione dei famosi 21 miliardi versati da Nino Rovelli a Cesare Previti nel 1994, dopo la conclusione della causa Imi-Sir. Previti sosteneva di aver pagato dei professionisti all’estero per conto di Rovelli. Il pool è andato a vedere, ha scoperto due bonifici da Previti a due tizi denominati Fripier e Lepicier, salvo poi scoprire che i due tizi non esistono: si tratta sempre di Previti, sotto falso nome).

Che accadde dunque nel 1993? Perché il coordinatore del pool indagò personalmente proprio su Greganti? “Per colmare una lacuna nelle indagini della Parenti, la cui animosità nei confronti del Pds rischiava di esporci a una brutta nasata in parlamento, in sede di autorizzazione a procedere, o davanti al gip in udienza preliminare. Così, in qualità di capo-pool, anche operativo,diedi una controllata al fascicolo. Per capire quei giorni, occorre ricordare l’antefatto. Io andavo sempre in ferie a luglio. Cosa che feci anche quell’anno, per la mia salute non proprio di ferro. Al mio rientro, a fine mese, la Parenti viene da me e mi comunica di aveva intenzione di richiedere l’autorizzazione a procedere per l’onorevole Stefanini. Io cado dalle nuvole:non mi risultava nemmeno che Stefanini fosse iscritto nel registro degli indagati, anche perché ogni iscrizione veniva concordata all’interno del pool. Per una ragione molto semplice: allora la legge e una circolare parlamentare stabilivano che, all’atto dell’iscrizione di un deputato o di un senatore, bisognava inviargli subito un avviso di garanzia: da quel momento i pm avevano 30 giorni di tempo per trovare gli elementi a suo carico e formalizzare le conclusioni: richiesta di autorizzazione a procedere o richiesta di archiviazione.

Vista la parsimonia, diciamo così, con cui il parlamento concedeva l’autorizzazione, si era deciso di iscrivere solo i parlamentari sui quali gravassero indizi consistenti. Nei casi dubbi non si procedeva nemmeno all’iscrizione, per evitare inutili ping-pong col parlamento.Ora, fino alla mia partenza per le ferie, non mi risultava alcun elemento che portasse da Greganti a Stefanini. Nemmeno quello logico, visto che Greganti era uomo del vecchio segretario, Renato Pollini, più che di quello nuovo, Stefanini, che tra l’altro, essendo stata abolita con il Pds la carica di segretario, era tesoriere e membro del direttivo del partito. Chiesi dunque alla Parenti se fossero emerse importanti novità nel frattempo. Lei disse di no, che dall’esame dei conti correnti non c’era alcuna prova del passaggio di quei soldi da Greganti a Stefanini.

Però aggiunse di esserne convinta ugualmente, visto che una parte i 621milioni di tangente corrisposti da Panzavolta erano approdata sul conto “Gabbietta”, usato da Greganti per far rientrare il famoso miliardo incassato per conto del Pci che, dopo il crollo del muro di Berlino, aveva venduto le sue quote nella società italo-tedescorientale Eumit. Ergo, aggiunse, quel conto e quello “Sartiame” e “Sorgente” oggetto della prima rogatoria in Svizzera sono del Pds. Feci sommessamente notare che quelli potevano essere conti di transito per spostare i soldi, e che senza la prova della destinazione finale non potevamo arrischiare una mossa così azzardata, senza un solo elemento, una sola chiamata di correo che ci parlasse di Stefanini. Suggerii di aspettare, di comportarci come con tutti gli altri parlamentari: facciamo altre indagini, poi se avremo elementi procederemo.

La Parenti sembrò convincersi, senonchè qualche giorno dopo [24 luglio ’93] annunciò di aver iscritto Stefanini sul registro. Era un bel guaio, perché bisognava “avvisarlo” subito e trovare qualcosa a suo carico entro 30 giorni, se volevamo chiedere l’autorizzazione a procedere. Altrimenti archiviare, precludendoci la possibilità di indagare ancora con più calma. Di fronte al fatto compiuto, decisi di firmare anch’io l’avviso e chiesi a Gherardo Colombo di fare altrettanto. Lei, quasi subito, partì per le ferie lasciandoci una bozza di richiesta di autorizzazione a procedere, piuttosto scarna, praticamente priva di elementi. Se l’avessimo spedita così in parlamento, ci avrebbero riso in faccia. Mandai la bozza agli altri del pool, ed il 6 settembre ci riunimmo con Borrelli al suo rientro dalle ferie. Non si sapeva nemmeno se la seconda tranche della tangente di Panzavolta, sicuramente versata a Dc e Psi, fosse stata corrisposta anche al Pds, e chi l’avesse incassata. Ci mettemmo dunque a indagare come pazzi.

Di Pietro e il giovane Paolo Ielo ed io stesso, per un mese intero ci dedicammo praticamente solo a quello. Chiamai la Parenti e le chiesi se avesse fatto le indagini patrimoniali su Greganti. Rispose di sì. Me le mandò: ma riguardavano invece le indagini bancarie, quelle sui conti correnti che il Greganti aveva presso il Monte dei Paschi di Siena. Ripresi quindi anche i verbali d’interrogatorio di Greganti e in uno scoprii che aveva dichiarato di aver acquistato un appartamento per sé, contraendo un mutuo di 450 milioni: segno che l’aveva pagato almeno il doppio, visto che nessuna banca concede mutui per oltre la metà del valore dell’immobile. Feci dunque una ricerca tramite l’anagrafe tributaria con cui era collegato il mio computer (è agli atti del processo, con il mio codice di accesso, il mio codice fiscale, la data e l’ora della ricerca: doveva essere il 22 o il 23 settembre).

Emerse che effettivamente Greganti aveva acquistato un appartamento a Roma con contratto registrato nel novembre 1991 e,una quindicina di giorni prima, aveva prelevato 329 milioni dalla provvista Panzavolta (i 621 milioni versati prima sul conto Gabbietta e poi da questo passati sul conto Sorgente). A quel punto mandai a Roma i due sottufficiali della guardia di finanza che lavoravano con me, a interrogare i venditori dell’alloggio: la famiglia Ferrari, padre e due figli, che gestivano un piccolo albergo. Volevo sapere tramite quale banca Greganti li aveva pagati e acquisire il fascicolo del mutuo, con il compromesso di vendita, la polizza di assicurazione e la stima della banca sul valore dell’appartamento. Per appurare se la cifra di 500 Milioni indicata nel contratto registrato fosse quella effettivamente pagata. I Ferrari indicarono 750 milioni, ma i conti non tornavano. I due sottufficiali comunque accertarono che il mutuo era stato stipulato presso la Mps Finanziaria Spa di Siena. Per l’acquisizione del relativo fascicolo delegai i finanzieri che lavoravano con la Parenti.

Fu così che saltò fuori una fotocopia del compromesso per 1 miliardo e mezzo di lire, con una polizza assicurativa di pari importo e una relazione di stima per 1 miliardo e 200 milioni. Fra l’altro, il contratto risultava stipulato presso la sede romana dell’Edilnord [gruppo Fininvest], a cui Greganti e Ferrari versarono la rituale percentuale per la mediazione (l’1,5 per cento per ciascuno, 45 milioni in tutto), mella stessa data di altro prelievo contanti di 360 milioni sempre dal conto Sorgente. Ora finalmente tutti i conti tornavano. Interrogai Ferrari padre, che ammise di aver venduto a Greganti per 1 miliardo e mezzo. Ricordo il giorno decisivo in cui Di Pietro e la Parenti stavano interrogando Greganti a San Vittore. Io mandai loro il verbale di Ferrari che avevo appena finito di sentire. E Greganti fu costretto ad ammettere la bugia, spiegando di non aver voluto inguaiare i vecchi proprietari.

A quel punto non c’era dubbio che Greganti i soldi della tangente li aveva in parte utilizzati per comprarsi quella casa, mentre non avevamo elementi per affermare che una sola lira di quel miliardo e rotti fosse finita nelle casse del Pds. Anche perchè Panzavolta disse a Di Pietro che la seconda tranche era stata versata su un altro conto cifrato indicato da Greganti, e lì la trovammo praticamente intonsa, anzi moltiplicata dagli interessi (800 milioni o giù di lì). La Parenti però non si rassegnava all’idea di aver sbagliato. Insisteva nel dire che il compromesso era falso. Fece perquisire la casa e l’albergo dei Ferrari alla ricerca del compromesso e lo trovò naturalmente firmato dal solo Greganti.. Ma lì i suoi uomini trovarono anche un appunto che il Ferrari aveva preso sotto gli occhi dei miei finanzieri, per riepilogare le rate dei versamenti del prezzo di 750.000.000 che aveva indicato nella deposizione resa ai finanzieri da me inviati, appunto sul quale era segnato il mio nome, visto che gli avevano riferito che l’avrei di nuovo interrogato. Bene, l’ufficiale della Parenti cominciò a raccontare in giro di avermi incastrato, di aver trovato la prova che mi avevano pagato. Aveva scambiato quelle cifre per versamenti fatti a me. Una ignobile montatura che fu subito smascherata dai miei finanzieri, e poi dagli ispettori del ministro Biondi).

La conclusione era a quel punto obbligata: allo stato degli atti nessuna richiesta di autorizzazione al parlamento per Stefanini, almeno per quel capitolo d’indagine [il tesoriere del Pds era indagato anche per altre vicende], ma richiesta di archiviazione al gip. Su Stefanini non avevamo veramente nulla. Anzi, avevamo elementi che inguaiavano Greganti ma scagionavano il nuovo tesoriere Pds. La fine della storia è appena più nota. Il 18 settembre viene arrestato Marco Fredda, responsabile del patrimonio immobiliare del Pds, e l’indomani viene riarrestato Greganti, per un’altra strana vicenda immobiliare, che maschera una tangente rossa del gruppo Itinera di Marcellino Gavio. Intanto Davigo fa perquisire dai carabinieri la sede di Botteghe Oscure. Pochi giorni dopo, il segretario Achille Occhetto avverte: “Se mi arriva un avviso di garanzia, sarebbe un colpo di Stato e i nostri scenderebbero nelle piazze”. Il vicesegretario Massimo D’Alema, invece, definisce abitualmente il pool “il soviet di Milano”.

Il 4 ottobre’93, in una riunione plenaria del pool, presenti Borrelli, D’Ambrosio, Di Pietro, Colombo, Davigo, Ielo, Ramondini e Parenti, decide all’unanimità di chiedere l’archiviazione per Stefanini. La Parenti non fiata, nessun dissenso. Ma, appena uscita dall’ufficio, ricomincia ad attaccare i colleghi accusandoli di non voler andare a fondo sulle tangenti rosse. Per un eccesso di scrupolo, il 19 ottobre, il gip Italo Ghitti nega l’archiviazione e dispone un supplemento di indagini su Stefanini. Al termine delle quali, nella primavera ’94, la sua erede Clementina Forleo (Ghitti nel frattempo è passato al Csm) archivia l’inchiesta nei confronti di Stefanini, nel frattempo morto d’infarto. E non con la formula ambigua della “morte del reo” (usata da altri giudici per chiudere altre indagini a suo carico, ben più serie e fondate, come quelle della procura di Torino su Eumit e come quella del pm milanese Ielo), ma con quella netta della “assoluta mancanza di indizi”.

Anche la Parenti, ormai, è lontana: in dicembre ha lasciato il pool, in gennaio s’è candidata in Forza Italia, in marzo è ascesa alla Camera dei deputati con la promessa di fare il ministro della Giustizia, salvo poi diventare presidente della commissione parlamentare Antimafia. La sua inchiesta passa a Paolo Ielo. Il quale, con una certa fatica, rimette insieme i cocci, approfondisce vari spunti d’indagine e alla fine ottiene il rinvio a giudizio di decine d’imputati per le tangenti Enel: imprenditori, politici e amministratori di Psi, Dc, Pri e Pds. Compresi i compagni Greganti e Zorzoli.

Il Pci-Pds rubava come gli altri Perché Calcestruzzi doveva pagare anche il Pci-Pds, che in parlamento stava all’opposizione? La sentenza del tribunale di Milano chiarisce anche questo. L’azienda era interessata all’appalto per desolforare le centrali di Brindisi Nord e Sud, di Vado Ligure e del Sulcis: una commessa da 870 miliardi. E se l’aggiudicò in una associazione temporanea di imprese formata al 60% dal consorzio Eurialo (Ansaldo e Cifa Progetti-Calcestruzzi) e per il 40% dalla De Bartolomeis Spa. Ma perché tutto filasse liscio, bisognava anzitutto evitare che nel Cda dell’Enel qualcuno si mettesse di traverso. Ad esempio il rappresentante dell’opposizione: Giovanni Battista Zorzoli, docente al Politecnico di Milano, fino al 1990 responsabile del Pci-Pds per le questioni energetiche, dal 1986 al ’92 consigliere di amministrazione in quota Botteghe Oscure.

Altre grane potevano arrivare dall’iter parlamentare della legge, che doveva autorizzare la costruzione degli impianti di desolforazione senza passare per i singoli comuni. “E allora – ricorda Panzavolta – mi avvertirono dall’Enel: ‘Guardi, se lei ha qualche contatto col Partito comunista, sarebbe bene che avvertisse ’sta gente che i loro parlamentari andassero in sala, non tanto per votare questo decreto, quanto per fare numero, perché […] se non c’è il numero legale, non ha validità la seduta. Noi abbiamo già chi vota, la maggioranza che dà il voto, però abbiamo bisogno di avere il numero dei presenti’. Io avvertii ovviamente Greganti. […] Siccome era un venerdì che veniva votata e in genere i parlamentari il venerdì tornano alle loro sedi, allora Greganti si adoperò, andò, mi disse ‘Sì, sì, mi interesso subito’. E difatti la legge venne poi approvata, perché il numero c’era… E Greganti venne da me e disse: ‘Vede che io conto, vede che riesco a ottenere queste cose’…”.

Dunque anche il Pci-Pds chiedeva mazzette come gli altri: “Il sistema”, scrivono i giudici, “è il medesimo riscontrato allorché si sono esaminati i versamenti ad altri partiti politici. Greganti è il fiduciario del Pci pronto a mettere a disposizione i propri conti personali per esigenze lecite e illecite del partito. […] E’ lui che tiene i contatti con Panzavolta con riguardo ai versamenti in denaro in argomento, sicuro corrispettivo degli accordi corruttivi in parola. […] Ciò che viene offerto [all’imprenditore] in cambio della tangente è la certezza della vittoria. […] Panzavolta effettua l’illecito finanziamento al Pci nella convinzione che anche il consigliere [di amministrazione] designato dal Pci avrebbe posto in essere tutti quegli atti rientranti nel suo ambito di operatività per rendere effettiva tale garanzia. […] Non si poteva correre il rischio di incorrere in intoppi in seno al Consiglio, per questo era bene allargare l’area di protezione anche al rappresentante del maggior partito di opposizione. Di tale rapporto illecito Greganti era sicuramente a conoscenza”.

E non solo Greganti. C’era anche Zorzoli: “Il processo”, scrive il tribunale di Milano, “ha dimostrato che Zorzoli occupava il ruolo di consigliere nella piena consapevolezza di essere parte di un sistema secondo il quale la gestione della cosa pubblica doveva essere finalizzata alla soddisfazione degli interessi del Partito che rappresentava”. Come? Garantendo non solo le mazzette a Botteghe Oscure, ma anche una quota fissa di appalti e subappalti (nelle opere di desolforazione, ma anche di denitrificazione delle centrali Enel) per le cooperative e le imprese amiche: nella fattispecie, la Ctip e la Elettrogeneral (un’impresa che la Lega delle cooperative rilevò dall’Ansaldo, presieduta prima da un ex funzionario del Pci, Giovanni Battista Podestà, poi dallo stesso Zorzoli).

“Per poter realizzare questo salto qualitativo delle cooperative amiche del Pci”, spiegano i giudici, “occorreva la sicurezza delle assegnazioni, possibile solo attraverso una politica consiliare che soddisfaceva gli interessi di tutti, che il processo ha provato essere il reperimento i finanziamento alternativi da parte del mondo imprenditoriale. Zorzoli ha pertanto consapevolmente contribuito alla realizzazione delle corruzioni in argomento. […] Il suo compito non era quello di percepire somme di denaro, bensì di favorire le cooperative. In cambio di tale utilità era disposto ad approvare contratti che attribuivano a trattativa privata a imprese amiche del sistema dei partiti appalti di notevole valore economico. Ancora una volta ci si trova di fronte a una consapevole gestione “privata” della cosa pubblica”.

Sia Greganti sia Zorzoli verranno definitivamente condannati per corruzione e finanziamento illecito al Pci-Pds, il primo patteggiando 3 anni in Appello, il secondo vedendosi confermata la pena di 4 anni e mezzo in Cassazione e finendo per questo in carcere. Questo ha stabilito la sentenza. Definitiva. Se poi questa non bastasse, ci sarebbe anche la relazione degli ispettori del ministro Alfredo Biondi (primo governo Berlusconi): “Mani Pulite rimarrà una pietra miliare nella storia giudiziaria del nostro Paese”, scrivono. E quanto alle tangenti rosse, osservano che non ci fu alcun trattamento privilegiato per il Pci-Pds, anzi “l’atteggiamento di diffidenza della dottoressa Parenti verso i colleghi del pool può forse avere nuociuto allo svolgimento delle indagini di cui si discute, e comunque ha certamente contribuito a portare l’opinione pubblica a valutazioni errate in ordine a tali indagini”.

da Micromega


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  • enrico tartagni

    bu! Direttore, mi consenta di riflettere con lei! Dunque dunque, Ravenna, lungo la Storia dei Tempi è sempre stata schiava di qualcuno, o di qualcosa, dei veneziani, delle acque (infatti, ancora e di più oggi), dei papi, di napoleone, dell’invidia, di garibeld, eccetera. Ora…questo passaggio le sembrerà di palo in frasca ma non è così… a Porto Corsini, un paesino dentro una Natura che sarebbe da invidiare, ma che è soltanto un paesino di pescatori… sono pescatori, cosa sono? lo sanno i portocorsinesi cosa sono quelli che abitano oggi a Porto Corsini? un paesino spaesato che non ha Storia, non ha Cultura, ma neppure quella Marinara, quanto ci vogliamo buttare su? bè, direttore, a Porto Corsini ci vogliono fare il Porto Turistico! ma perchè non ci mettiamo anche il Colosso di Rodi! La fanno, la banchisa…la banchina, e poi la danno ai Veneziani! Che ci pensino loro! Ha letto? Da ridere! Ma non solo, lo danno, io direi lo regalano, ‘sto cavolo di Porto Turistico (?), pure ai…ai…cazzo è i “Carribean”?, ai Carribean, boh? Ma, dio bono, che cazzo di romagnoli siete! a sì di bò da gnit! ecco quel cà sì! Ma sempre dagli altri andate a ciucciare il ciuccio? Non crescete mai? Smidollati.Anche all’aeroporto di Bologna, il Marconi, gli danno un pò di moli e moletti, che a Ravenna abbiamo già chiuso a suo tempo con un altro di Marconi. Mo andiv a cà! Una Società Ravennate no? A Porto Corsini, direttore, si rendono conto delle cazzate che pensano? riescono a capire che stanno pensando cazzate con la testa dell’autorità portuale? Che non stanno pensando con quella che la mamma gli ha attaccato al collo di testa? Che sono incantati da viscide promesse? che sono plagiati dalla visione di una probabile futura ricchezza inutile? Faranno roba in cemento e calcestruzzo a mare da esibire a Striscia la Notizia come materiale da presa per il culo.Ravenna, quindi, è da sempre schiava di qualcuno ma, un tempo, un tempo non tanto lontano, c’è stato che con Raul Gardini noi di Ravenna non eravamo più schiavi di nessuno…e non eravamo neppure i padroni di nessuno! Eravamo indipendenti, volitivi, generosi, amanti della Libertà e della Cultura…eravamo Ricchi, nell’accezione positiva della parola Ricchi. Nessun ravennate può sentirsi schiavo di un ravennate.Vero, Cristina? Direttore, io andavo una volta al mese da D’Attorre (ex sindaco di Ravenna per gli smemorati increduli) a dirgli queste cose, ma lui era un comunista d’accordo con Enrico Cuccia…Ora, a me, che D’Attorre si sentisse schiavo di Raul Gardini, un altro ravennate come lui, non me ne frega un cazzo! Però lui preferiva essere schiavo di Enrico Cuccia, è pazzesco ma è così, e così operando ha reso schiavi di Enrico Cuccia (felicemente defunto,grazie a Dio), tutti noi ravennati, volenti o nolenti, coscienti od incoscienti…Raul Gardini era un ravennate! ed in quel momento nessun ravennate era schiavo di un ravennate! C’era qualche ravennate che si sentiva schiavo di Raul? Alzi la mano. Ora, invece, siete felicemente ma grigiamente senza indipendenza di pensiero ed intelletto, schiavi del Parrello. Chi è il Parrello? Chiedetelo a quelli del Circolo Cittadino e dei Forestieri (furistir) ma anche ai Lions, alla casa Matha di Siboni e Mari…al Capanno Garibaldi, al Ravenna Festival, a Maioli delle luci amicone di Ravenna Antica, a Gabici di Dante…a sua sorella…che roba! Preferite essere schiavi di uno che con Ravenna non c’entra un cazzo? Perchè con questo signore siete schiavi, cari i miei bambolotti da maneggiare! e non è un ravennate, è un siciliano nato a Milano. Preferireste essere schiavi di Raul Gardini Romagnolo nato a Ravenna o di un Parrelo qualsiasi nato a Milano? Di un Parrello nato a Milano? Va bene, cazzi vostri! ma purtroppo anche miei! E vi assicuro che tale individuo, che purtroppo e me ne dolgo, son costretto a nominare troppe volte, mentre invece non lo merita, me ne ha già inflitti tanti e tanti di dolori, e mi ha offeso dandomi del ladro e del mafioso, dell’incompetente, ha ferito la mia dignità, ha fatto piangere la mia famiglia…Ravenna oh, meschina, traditrice, pronuba al potente di turno…purchè non sia di Ravenna! Vero Cristina? Vero Tonini? Vero Idina? vero…vero..direttore, quanti “vero” dovrei scrivere? Quanta, quanta gente, parenti e non , vero Alessandra? vero Carlo? vero Franca? vero Ricci Giuliani?… si è seduta alla mensa di Raul a mangiare a quattro ganasce e poi…per viltà, paura, piccolezza morale, per un pugno di dollari, un piatto di lenticchie (buone gnam gnam!) lo hanno tradito nel momento del bisogno davanti all’odio ed alla violenza economica-politica del Cuccia, fuggendo come topi nelle fogne difronte al mostro frankista del Cuccia, fino ha condurrre a morte (con bara della Morte scortata al funerale in San Francesco da Romano Prodi! il massimo dello schifo e della ipocrisia) Raul Gardini, il “loro”amato Raul, da commemorare con gioia nelle lacrime ogni 23 luglio in San Rocco. Un buon oltre il 50% di ravennati dirà:”e chi se ne frega!”. Stanno bene e meglio senza Raul, tanto era un ladro e un mafioso. Tiè! Però, questo conferma che la mia Città è un luogo di nullo valore…poi facciano loro, i soloni della cultura, tipo i presidenti delle varie società culturali o pseudo culturali che a Ravenna ce n’è uno sbaroccio, a pensare cosa voglia dire “di nullo valore”, non so, facciano una seduta spiritica evocando il Fosco Alighieri…ce lo fanno vedere sempre incazzato o pensieroso il Sommo Poeta, me ne rendo conto che avesse dei pensieri molto prima di Mao, non aveva mica le veline Lui, poteva divertirsi solo con delle leggiadre paradisiache beatrici… gli scienziati del Pensiero Libero per averne lumi, logicamente sono liberi di dire che Ravenna è la Città Ideale, io me ne sbatto di loro…dai gabici ai mari, dai balzani ai normali, dai capanni ai tennisti…me ne frego! alla Dux. Direttore, prendiamo lo sport di Ravenna. Con Raul Gardini: Messaggero Volley Maschile Campione d’Italia serie A, Campione d’Europa. Teodora Pallavolo Femminile, Campione d’Italia 11 volte, Campione d’Europa. Calcio: Ravenna in serie B , due volte quinto in B, si preparava la squadra e la Società alla serie A. Corvetta lavorava con Ferruzzi, altro che schiavo! I soldi giravano e c’erano per la Società Ravenna Calcio. Grande squadra in serie B. Oggi, col Parello: Marcegaglia Pallavolo, fuori dai play-off di B1! niente A2! soldi sprecati, schifo! Ravenna Calcio di Gianni Fabbri e Vidmer Mercatali (che porta una sfiga che non vi dico!), fuori dai play off per la serie B! soldi buttati via, schifo! Ecco, oggi questo è il limite dello sport di Ravenna, la serie C! Perchè anche la pallavolo, in effetti sta facendo la serie C, come quella di una volta, mi dispiace dirlo, ma è così! Vero Roberto? vero Morgagni? vero Nino? vero Claudio? vero Luca? Insomma, robetta. Preferite il Parrello? Cazzi vostri. Ma anche miei. Allora, dopo la distruzione di Marina di Ravenna, inizierà la distruzione di Porto Corsini e di Marina Romea. In nome di che cosa? Del Dio Denaro e del Dio Potere, Denaro-Potere, idoli bifronte della stessa Violenza. Basta, direttore, e cordiali saluti. enrico tartagni

  • enrico tartagni

    Lettera a fregni sull’insider trading di parrello

    Direttore, nel 1993 e seguenti, per ben due volte il Signor Parrello Giuseppe mi minacciò in pubblico, guardò esattamente nella mia direzione, di insider trading, ciò avvenne durante incontri di lavoro e sindacali tra noi dipendenti lavoratori della Calcestruzzi di Raul Gardini, io ero il dirigente sindacale della Calcestruzzi, e lui nella sua carica di ad della Calcestruzzi, non so dirle per quale ragione legale valida giuridicamente ne fosse l’ad se non in virtù della violenza di Tangentopoli e dell’odio del Cuccia Enrico, era il rappresentante in quel momento della Calcestruzzi-illegalmente-sequestrata-dal-Cuccia Enrico in base…in base a che? questo dobbiamo chiederlo alla Guardia di Finanza, direttore, nessuno sa, tranne me e lei, perchè la Calcestruzzi di Ravenna sia stata rubata ai ravennati, o meglio, i ravennati fanno finta di non saperlo, infatti si tengono il Parrello quale presidente dell’autorità portuale messo lì dal Mercatali Vidmer ex-sindaco della mia Città ed ex mio amico-compagno. Mi minacciò, perchè la sua era una minaccia nel tono e nella ragione, sappiamo che con l’insider trading si dovrebbe andare in prigione, in quanto il Parrello, sotto istruzioni degli uffici di Montedison-Mediobanca, stava procedendo alla infame liquidazione della mia Calcestruzzi Spa quotata in Borsa, da qui la minaccia di non approfittare delle sue “rivelazioni finanziarie” durante gli incontri di lavoro al “Tavolo della Crisi”. Boh! come potesse pensare una cosa del genere lo sa solo lui, io non c’avevo una lira! La prima volta eravamo agli Industriali di Ravenna in via Barbiani, c’erano Ricci Costantino, Gianpaolo Casadei, Linari, Schirripa, Righi, il direttore degli Industriali che non ricordo bene forse si chiamava Costa che quando l’incontro per la strada fa finta di non riconoscermi, io e lui. La seconda eravamo a Roma nel palazzo di Montedison di Raul Gardini in Piazza Venezia davanti all’Altare della Patria, c’erano Ricci Costantino, Schirripa, Linari, Righi, io e lui. Un’altra volta me lo disse nel mio ufficio della Calcestruzzi a Ravenna, ma questa non conta, vero? eravamo soli, io e lui, vicini vicini…quanto è carino! Già, il Parrello & Co. a partire dal 1993 cambiarono denominazione alla mia Calcestruzzi Spa tre o quattro volte per confondere l’acqua limpida del mio Lavoro inquinandola del marciume e del fango di Tangentopoli! Che schifo! Che vergogna! E questo signor Parrello Giuseppe sarebbe uno che ama la mia Città? Crudele e spietato come è? Se ci credo io mi chiamo cacao e vado nei frati, oltre che andarmi a casa per i fili della luce. Ma mi faccia il piacere! Ma vat anghè! In Romagna, ad uno come lui gli si dice minimo “lazarò”. Tanto le dovevo, direttore, per Amore della Verità e per la mia Lotta onde avere Giustizia. W siempre il Che! Hasta la victoria siempre! Un cordialissimo saluto. Enrico Tartagni. ps. Se la rompo, me lo dica, io smetto. et

  • enrico tartagni

    Lettera a fregni sull’insider trading di parrello

    Direttore, nel 1993 e seguenti, per ben due volte il Signor Parrello Giuseppe mi minacciò in pubblico, guardò esattamente nella mia direzione, di insider trading, ciò avvenne durante incontri di lavoro e sindacali tra noi dipendenti lavoratori della Calcestruzzi di Raul Gardini, io ero il dirigente sindacale della Calcestruzzi, e lui nella sua carica di ad della Calcestruzzi, non so dirle per quale ragione legale valida giuridicamente ne fosse l’ad se non in virtù della violenza di Tangentopoli e dell’odio del Cuccia Enrico, era il rappresentante in quel momento della Calcestruzzi-illegalmente-sequestrata-dal-Cuccia Enrico in base…in base a che? questo dobbiamo chiederlo alla Guardia di Finanza, direttore, nessuno sa, tranne me e lei, perchè la Calcestruzzi di Ravenna sia stata rubata ai ravennati, o meglio, i ravennati fanno finta di non saperlo, infatti si tengono il Parrello quale presidente dell’autorità portuale messo lì dal Mercatali Vidmer ex-sindaco della mia Città ed ex mio amico-compagno. Mi minacciò, perchè la sua era una minaccia nel tono e nella ragione, sappiamo che con l’insider trading si dovrebbe andare in prigione, in quanto il Parrello, sotto istruzioni degli uffici di Montedison-Mediobanca, stava procedendo alla infame liquidazione della mia Calcestruzzi Spa quotata in Borsa, da qui la minaccia di non approfittare delle sue “rivelazioni finanziarie” durante gli incontri di lavoro al “Tavolo della Crisi”. Boh! come potesse pensare una cosa del genere lo sa solo lui, io non c’avevo una lira! La prima volta eravamo agli Industriali di Ravenna in via Barbiani, c’erano Ricci Costantino, Gianpaolo Casadei, Linari, Schirripa, Righi, il direttore degli Industriali che non ricordo bene forse si chiamava Costa che quando l’incontro per la strada fa finta di non riconoscermi, io e lui. La seconda eravamo a Roma nel palazzo di Montedison di Raul Gardini in Piazza Venezia davanti all’Altare della Patria, c’erano Ricci Costantino, Schirripa, Linari, Righi, io e lui. Un’altra volta me lo disse nel mio ufficio della Calcestruzzi a Ravenna, ma questa non conta, vero? eravamo soli, io e lui, vicini vicini…quanto è carino! Già, il Parrello & Co. a partire dal 1993 cambiarono denominazione alla mia Calcestruzzi Spa tre o quattro volte per confondere l’acqua limpida del mio Lavoro inquinandola del marciume e del fango di Tangentopoli! Che schifo! Che vergogna! E questo signor Parrello Giuseppe sarebbe uno che ama la mia Città? Crudele e spietato come è? Se ci credo io mi chiamo cacao e vado nei frati, oltre che andarmi a casa per i fili della luce. Ma mi faccia il piacere! Ma vat anghè! In Romagna, ad uno come lui gli si dice minimo “lazarò”. Tanto le dovevo, direttore, per Amore della Verità e per la mia Lotta onde avere Giustizia. W siempre il Che! Hasta la victoria siempre! Un cordialissimo saluto. Enrico Tartagni. ps. Se la rompo, me lo dica, io smetto. et

  • enrico tartagni

    Lettera a Gabici sugli Staggi

    Illustrissimo Professore Giornalista Presidente Gabici Franco…”Cari e indimenticabili capanni! Di loro non esiste più traccia, ma per fortuna continuano a vivere nelle tele di…” Cut avnès un azidèt cut spàca a mèz! “Per fortuna!” cazzo dice! Se i capanni della pialassa Piomboni e gli Staggi, cioè la mia laguna salmastra ove io facevo il bagno col mio babbo e la mia mamma, con mio fratello e mia sorella e con loro vi navigavo con la barca a remi di Italo, e pescavo i buratelli con Italo Montanari con il suo padellone, non esistono più, e non esistono più i buratelli nella pialassa e non solo, è per colpa sua, Egregio Professore Dantesco dl’ Infèran in dò ctè d’andè, delle persone come Lei, attaccate ai soldi ed a quelli che hanno il potere dei soldi tipo Mattei, Zaccagnini, e adesso Parrello Giuseppe, è colpa degli intellettuali come Lei che blaterano parole di Libertà, di Storia, di Giustizia, che rovistano nelle Memorie del Popolo per farsene belli, e magari qualcosa d’altro, ma che calano le braghe non appena qualcuno che con la violenza del Potere Economico e Politico gli fa buu… se “Quei capanni negli Staggi cancellati dalle fabbriche” “…oasi nel verde dei ravennati” di tutti i ravennati, caro e mì Profesòr, non di “tanti”, sono stati distrutti, e con essi parte della mia anima, se non tutta, è a causa di grandi ingegni come Lei. E Cut vègna un anticòr. Ah, gli intellettuali, razza infida, come i cortigiani, vil razza dannata. Ma vàt anghè! Tè e tòt qui còma te! Enrico Tartagni

  • Enrico.Tartagni@tele2.it

    racconto la cittadella della nautica

    Marinai d’Italia di tutti i mari, delle lagune, dei laghi e degli stagni, delle pialasse della bassa romagna, dei canali e delle vasche di tutti i tipi, attenziò attenziò! A Ravenna sta per nascere la “Cittadella della nautica” con Alberto Lupo redivivo e reincarnato in un lupo di mare. Post Cronin & doctor Manson in La cittadella sull’unico canale tivù che c’era, bei tempi, ora abbiamo sul canale di Ravenna il cittadello di Parrello. Nello spazio lasciato libero da quell’innovativo del Cav. Monti Attilio che fu, mito della mia mamma e del mio babbo no, mito per i quattroruotisti con carrette a motore a scoppio with tubo di scarico fumogeno, e dalla sua di Lui Attilio Sarom, mito del Ravenna Calcio e dei tifosi ultrasettantenni e passa, long è Canèl n°5 Cangiè in riva drèta, ai posteri l’ardua memoria di tutta questa roba, allora miei cari sbarandellati dalla vita che non siete altro, dato che vi siete sperduti sulla longa via, vi spiegavo che sorgerà niente popò di meno ed anche popò di più una “Cittadella della Nautica” proprio in quel posto.Che bello! Quanti soldi che arriveranno a Ravenna, quanti marinai, diportisti, vip, vips, swaps, smerd, ect. Noi ravennati che piruliamo giorno e notte, di notte molti di meno pochi di più (venite vicino, ve lo dico in un orecchio, i pochi di più di notte i da fura par andè cun al lodal) diventeremo ricchi sfondi, o no? Bè, speriamo che io mi aumenti la pensione! Con i baiocchi e gli scudi in euro che ci porteranno i superricconi alla Berlusconi-Briatore-D’Alema. Vov! Ma siete in ritardo di vent’anni come i 4 moschettieri passatelli, figlioli del cna, dell’arpa, dell’eni, del porto, del tubo, del cut vègna un azidèt. Roba vecchia che faceva già Raul Gardini con la Calcestruzzi già nel 1990 prima che i lanzi milanesi di mediobanca-cuccia-parrello invadessero la mia città chiamati da D’Attorre con la scusa di Tangentopoli (vedi puntate precedenti). Ehi, cazzo vi vantate, della roba degli altri? Sapete che sarebbe appropriazione indebita di opere ed idee altrui, quella che andate sbandierando come fosse chissà quale sinfonia per la ricchezza della mia città, e per la Natura intorno a Ravenna. Stasì all’òcc, burdell! perchè mi sa che anche questa volta sarà il solito Attilio di turno a farsi ricco, chietàr chi s’arangia. Finale morale, venite tutti al mare a Ravenna,questo si che è uno slogan pubblicitario, altro che happy hour alla exMercatali-Matteucci. enrico tartagni

  • Enrico.Tartagni@tele2.it

    Le due verità dell’Immortale nuovo Napoleone Berlusca. Ohi, adesso io non vorrei dire, ma Berluscono vuole dire delle verità del popolo, tipo bar per capirci e le dice, sono cose incontrovertibili, inconfutabili, assolute ed assiomatiche, non c’è bisogno di spiegazioni e di corsi serali d’apprendimento, che ogni piccolo italiano, maschio e femmina, capisce ed espone in tutti i luoghi e contesti ove si possa trovare genere caffè, ufficio, (caffè o ufficio, per gli impiegati, specie statali e di banche di ogni tipo e dimensione è uguale come posto di lavoro) ministero, strada, happy hour, mercato della spesa, parrucchiera, barbiere, dancing balera o a luci rosse, distributori di benzina o di condom, parlamento senato o camera a scelta tanto sempre di quella razza sono, eccetera eccetera fin sopra le più alte orbite dei cieli e delle stelle, verità che sono, due punti: che il parlamento così come è è inutile, sono troppi magnamagna che si siedono sui nobili e storici poggiaderetani a fare pennichelle e scopate mentali, oh, Berluskoni dice:”ne bastano 100″, ed è quello che dico anch’io e tanti miei conoscenti e amici, è nel Programma agli Italiani firmato da Silvietto a Vespa125cc (ha firmato o mi confondo con l’altra volta?) di sbassare i deputati e i senatori e il Berlusco ha avuto i voti regolari per farlo, che la Marcegaglia è una starlette, ed anche questo è vero…cavolo, è bella da velina, possiede belle gambe ed un bel cervello, è elegante decisa simpatica, io la volevo sindaco della mia città, è una donna non un uomo, soggetta a normali e piacevoli valutazioni e complimenti maschili da che sto cazzo di mondo è mondo, e non va bene! se lo dice il Berluska…se lo dico io si, va bene, se lo dice lui, il Chevalier, no…aah! perchè il nostro attuale Presidente del Consiglio è un Uomo di Stato! Ah, capisco. Direttore, “direttore” come faccio sempre, non l’ho scritto all’inizio per veemenza letteraria, lo faccio ora, la lettera rompi scatole ancora una volta l’invio a lei, la saluto cordialmente.
    enrico tartagni

  • Enrico.Tartagni@tele2.it

    Le due verità dell’Immortale nuovo Napoleone Berlusca. Ohi, adesso io non vorrei dire, ma Berluscono vuole dire delle verità del popolo, tipo bar per capirci e le dice, sono cose incontrovertibili, inconfutabili, assolute ed assiomatiche, non c’è bisogno di spiegazioni e di corsi serali d’apprendimento, che ogni piccolo italiano, maschio e femmina, capisce ed espone in tutti i luoghi e contesti ove si possa trovare genere caffè, ufficio, (caffè o ufficio, per gli impiegati, specie statali e di banche di ogni tipo e dimensione è uguale come posto di lavoro) ministero, strada, happy hour, mercato della spesa, parrucchiera, barbiere, dancing balera o a luci rosse, distributori di benzina o di condom, parlamento senato o camera a scelta tanto sempre di quella razza sono, eccetera eccetera fin sopra le più alte orbite dei cieli e delle stelle, verità che sono, due punti: che il parlamento così come è è inutile, sono troppi magnamagna che si siedono sui nobili e storici poggiaderetani a fare pennichelle e scopate mentali, oh, Berluskoni dice:”ne bastano 100″, ed è quello che dico anch’io e tanti miei conoscenti e amici, è nel Programma agli Italiani firmato da Silvietto a Vespa125cc (ha firmato o mi confondo con l’altra volta?) di sbassare i deputati e i senatori e il Berlusco ha avuto i voti regolari per farlo, che la Marcegaglia è una starlette, ed anche questo è vero…cavolo, è bella da velina, possiede belle gambe ed un bel cervello, è elegante decisa simpatica, io la volevo sindaco della mia città, è una donna non un uomo, soggetta a normali e piacevoli valutazioni e complimenti maschili da che sto cazzo di mondo è mondo, e non va bene! se lo dice il Berluska…se lo dico io si, va bene, se lo dice lui, il Chevalier, no…aah! perchè il nostro attuale Presidente del Consiglio è un Uomo di Stato! Ah, capisco. Direttore, “direttore” come faccio sempre, non l’ho scritto all’inizio per veemenza letteraria, lo faccio ora, la lettera rompi scatole ancora una volta l’invio a lei, la saluto cordialmente.
    enrico tartagni

  • enrico tartagni

    Le due verità dell’Immortale nuovo Napoleone Berlusca. Ohi, adesso io non vorrei dire, ma Berluscono vuole dire delle verità del popolo, tipo bar per capirci e le dice, sono cose incontrovertibili, inconfutabili, assolute ed assiomatiche, non c’è bisogno di spiegazioni e di corsi serali d’apprendimento, che ogni piccolo italiano, maschio e femmina, capisce ed espone in tutti i luoghi e contesti ove si possa trovare genere caffè, ufficio, (caffè o ufficio, per gli impiegati, specie statali e di banche di ogni tipo e dimensione è uguale come posto di lavoro) ministero, strada, happy hour, mercato della spesa, parrucchiera, barbiere, dancing balera o a luci rosse, distributori di benzina o di condom, parlamento senato o camera a scelta tanto sempre di quella razza sono, eccetera eccetera fin sopra le più alte orbite dei cieli e delle stelle, verità che sono, due punti: che il parlamento così come è è inutile, sono troppi magnamagna che si siedono sui nobili e storici poggiaderetani a fare pennichelle e scopate mentali, oh, Berluskoni dice:”ne bastano 100″, ed è quello che dico anch’io e tanti miei conoscenti e amici, è nel Programma agli Italiani firmato da Silvietto a Vespa125cc (ha firmato o mi confondo con l’altra volta?) di sbassare i deputati e i senatori e il Berlusco ha avuto i voti regolari per farlo, che la Marcegaglia è una starlette, ed anche questo è vero…cavolo, è bella da velina, possiede belle gambe ed un bel cervello, è elegante decisa simpatica, io la volevo sindaco della mia città, è una donna non un uomo, soggetta a normali e piacevoli valutazioni e complimenti maschili da che sto cazzo di mondo è mondo, e non va bene! se lo dice il Berluska…se lo dico io si, va bene, se lo dice lui, il Chevalier, no…aah! perchè il nostro attuale Presidente del Consiglio è un Uomo di Stato! Ah, capisco. Direttore, “direttore” come faccio sempre, non l’ho scritto all’inizio per veemenza letteraria, lo faccio ora, la lettera rompi scatole ancora una volta l’invio a lei, la saluto cordialmente. Enrico Tartagni

  • enrico tartagni

    Direttore, il signor Pasi Guido, assessore regionale al turismo, è un comunista di Rifondazione. Nel 1993 era segretario provinciale di quel partito e, nella sede di Rifondazione a Ravenna, in via Maroncelli, mentre io e lui parlavamo della Calcestruzzi Spa, che volevo con tutte le mie forze salvare dall’odio e dalla violenza del Parrello Giuseppe, per questa ragione io, che ero il sindacalista della Cgil, andai da lui per averne aiuto nella mia impresa (disperata don chisciottesca), andai da Pasi Guido, così dopo la mia esposizione dell’orribile gesto compiuto dal Parrello supportato dall’invasione della GdF nel mio ufficio alla Calcestruzzi, Pasi mi disse che: “il Parrello è uno sporco capitalista che va fermato prima che faccia del male ai lavoratori della Calcestruzzi Spa di Ravenna…” eccetera, eccetera perchè aggiunse al suo discorrere sul Parrello delle definizioni con non ricordo bene, però del tipo “stronzo”…ecco. Il Pasi Guido il 13 maggio 2009 era al convegno degli industriali sul turismo, credo, se c’era lui, e lì presente a fianco del Pasi Guido c’era il Parrello Giuseppe. Bene, signori, ditemi un po’, a quale livello di marciume psicologico siete arrivati? Quale concentrato di falsità in quella stanza, miei signori onnipotenti sulle sorti del popolino lavoratore! Come avrei mai potuto io, miserabile infimo ragioniere dipendente della mia Calcestruzzi Spa, salvare la mia Azienda se il Pasi ed il Parrello in verità di nascosto a me erano d’accordo tra loro, con tutti gli altri? Mi prendevano per il culo, lo dico terraterra, come fanno ancora oggi. Il Pasi, direttore, va a bere il vino alla Cà de Ven, perchè lì fa figo, e quando mi incontra in via Corrado Ricci fa finta di non conoscermi, abbassa lo sguardo o fa finta di guardare Gamberini che non c’è più. Ed infatti Pasi Guido faceva il doppio gioco (sa fare anche il triplo, come i migliori trapezisti), ed infatti le offese del Pasi contro il Parrello, al Parrello non lo sfiorano manco per niente. Me lo diceva il Parrello stesso che lui, il Parrello se ne fotte di tutti, ha una pelle torva più di quella di una tartaruga delle Galapagos. Tuttavia rimane la falsità e l’ipocrisia profonda, sgradevole, schifosa di queste persone nei miei confronti. Vero, Tampieri? Il Pasi Guido si prese il mio contributo d’iscrizione a Rifondazione Comunista di 100.000 lire dietro rilascio di tessera regolarizzata con firma del Pasi Guido, che ho nel cassetto, e mentre me la porgeva mi disse: “Enrico, ti aiuto io contro quel…(lascio stare cos’era quel)Parrello lì”. Direttore, è verità, che posso presentare davanti ad ogni tipo di Tribunale, umano o soprannaturale, inoltre il nostro colloquio, dico quello tra me ed il Pasi non era solitario, c’era tre o quattro giovani comunisti con noi che solidarizzavano con me, i quali avrebbero, come si dice, sputato sulla bandiera dei capitalisti, in quel momento sbandierata con alterigia e violenza dal Parrello. Direttore, cordiali saluti. Enrico Tartagni

  • enrico tartagni

    Direttore, il signor Pasi Guido, assessore regionale al turismo, è un comunista di Rifondazione. Nel 1993 era segretario provinciale di quel partito e, nella sede di Rifondazione a Ravenna, in via Maroncelli, mentre io e lui parlavamo della Calcestruzzi Spa, che volevo con tutte le mie forze salvare dall’odio e dalla violenza del Parrello Giuseppe, per questa ragione io, che ero il sindacalista della Cgil, andai da lui per averne aiuto nella mia impresa (disperata don chisciottesca), andai da Pasi Guido, così dopo la mia esposizione dell’orribile gesto compiuto dal Parrello supportato dall’invasione della GdF nel mio ufficio alla Calcestruzzi, Pasi mi disse che: “il Parrello è uno sporco capitalista che va fermato prima che faccia del male ai lavoratori della Calcestruzzi Spa di Ravenna…” eccetera, eccetera perchè aggiunse al suo discorrere sul Parrello delle definizioni con non ricordo bene, però del tipo “stronzo”…ecco. Il Pasi Guido il 13 maggio 2009 era al convegno degli industriali sul turismo, credo, se c’era lui, e lì presente a fianco del Pasi Guido c’era il Parrello Giuseppe. Bene, signori, ditemi un po’, a quale livello di marciume psicologico siete arrivati? Quale concentrato di falsità in quella stanza, miei signori onnipotenti sulle sorti del popolino lavoratore! Come avrei mai potuto io, miserabile infimo ragioniere dipendente della mia Calcestruzzi Spa, salvare la mia Azienda se il Pasi ed il Parrello in verità di nascosto a me erano d’accordo tra loro, con tutti gli altri? Mi prendevano per il culo, lo dico terraterra, come fanno ancora oggi. Il Pasi, direttore, va a bere il vino alla Cà de Ven, perchè lì fa figo, e quando mi incontra in via Corrado Ricci fa finta di non conoscermi, abbassa lo sguardo o fa finta di guardare Gamberini che non c’è più. Ed infatti Pasi Guido faceva il doppio gioco (sa fare anche il triplo, come i migliori trapezisti), ed infatti le offese del Pasi contro il Parrello, al Parrello non lo sfiorano manco per niente. Me lo diceva il Parrello stesso che lui, il Parrello se ne fotte di tutti, ha una pelle torva più di quella di una tartaruga delle Galapagos. Tuttavia rimane la falsità e l’ipocrisia profonda, sgradevole, schifosa di queste persone nei miei confronti. Vero, Tampieri? Il Pasi Guido si prese il mio contributo d’iscrizione a Rifondazione Comunista di 100.000 lire dietro rilascio di tessera regolarizzata con firma del Pasi Guido, che ho nel cassetto, e mentre me la porgeva mi disse: “Enrico, ti aiuto io contro quel…(lascio stare cos’era quel)Parrello lì”. Direttore, è verità, che posso presentare davanti ad ogni tipo di Tribunale, umano o soprannaturale, inoltre il nostro colloquio, dico quello tra me ed il Pasi non era solitario, c’era tre o quattro giovani comunisti con noi che solidarizzavano con me, i quali avrebbero, come si dice, sputato sulla bandiera dei capitalisti, in quel momento sbandierata con alterigia e violenza dal Parrello. Direttore, cordiali saluti. Enrico Tartagni

  • Enrico.Tartagni@tele2.it

    Subject: lettera a franco fregni sui poveri della parrocchia.

    Direttore, alla Santa Messa di oggi, 4 aprile 2009, il parroco ci ha chiesto di essere particolarmente generosi durante la questua e ce ne ha spiegato il motivo. Alla preghiera del mio parroco ho avuto spontaneamente una riflessione, per non dire un ragionamento, della quale le chiederei un parere. Il mio Don, non il placido, il parroco, vuole che la nostra Carità sia più grande del solito, non tanto perchè siamo alla Messa delle Palme, ma in quanto nella parrocchia ci sono tanti poveri, ma molto poveri, che non riescono più a pagare le bollette…del gas, dell’acqua, della luce, del telefono…e così Hera gli stacca l’acqua, il gas…l’Enel la luce, la Sip…cioè…chi? il telefono. Tutti questi neo-poveri sono al freddo, o al caldo, hanno fame, sono senza luce dalle 21 alle 4, sono isolati dal mondo, non hanno tv…già, e il canone, chi lo paga?, il telefono è staccato, i cellulari funzionano solo con le schede…una vera tragedia! Mioo Dioo! Direttore, ma…in questa Italia dove esistono cattolici praticanti come Franceschini, Prodi, D’Alema, Fassino, Veltroni, Bartinotti, Dilimberto, Rizzo, Cossutta, Ingrao…c’è ancora? Cossiga, Canosani, Mercatali, Matteucci, Fiammenghi, Mingozzi, Gambi, Bocchini, Brandolini, Angelini, Frattini, Di Pietro, Bersani, Mirandoli, Fabiani, Folegatti, Balzani, Giangrandi, Morigi, Artioli, Patuelli, Signorino, Preda, Proli, Baldini, Cassani…e via discorrendo…mamma mia, direttore, con una tale sfilza d’elenco infinito di ricchi politici (tutti questi lo sono…politici e ricchi) che fanno della Solidarietà Sociale il perno della loro vita politica, proprio noi fedeli cristiani cattolici della domenica dobbiamo pagare le bollette dei poveri? dopo aver pagato a stento le nostre? Allora, ho pensato; le bollette dell’Hera, per esempio, perchè non le paga Brandolini ai poveri della Parrocchia? Il nostro Presidente periferico (non ne basta uno centrale?) si faccia aiutare dal suo MegagalatticoPresidenteTommaso, se non ce la fa col suo miserabilissimo stipendiuccio! E’ dunque solo questa l’Italia Solidale, sarà mica fatta solo di Carità Cristiana da Santa Messa domenicale? O posso credere che ci sia di molto di più, tipo che i ricchi manager e dirigenti massimi e multipli delle nostre holding multiutility quotate in Borsa aiutino i poveri delle parrocchie pagandone le bollette. Io, a scanso di equivoci con Gesù, appena processato da Ponzio ( Ponzio Pilato mi ricorda tantissimo i manager, i presidenti, i maxidirigenti…perchè mai, direttore?) e che si sta avviando alla sua Via Crucis, metto 2 euro, invece del solito 1nel cestino della Carità. Bè, direttore, che ne dice della mia cristiana riflessione? Un po’ lunga? Ma una certa articolazione descrittiva di un pensiero che mi è durato quanto un lampo di luce è necessaria. Cordiali saluti. Enrico Tartagni

  • Enrico.Tartagni@tele2.it

    La Paola, segretaria bellissima e misteriosa di presidenza, mi dice:” Greganti è ladro due volte”. Le sussurro, meglio parlare sottovoce, non si sa mai, le muraglie hanno orecchi dalla Cina sino a via Romolo Gessi 20 :” Lo so, ma…dimmelo lo stesso il perchè” e guardo con piccola dose di malizia l’Anna, l’altra affascinante segretaria del Panzer, seduta alla sua scrivania che scartabella un’agenda d’appuntamenti al computer. La Paola me lo dice, calma e rilassata…occhi neri, corpo flessuoso, labbra da baciare; sempre: ” Due volte perchè prendeva i soldi dal Panzer come incaricato del partito comunista, e questa è la prima volta, la seconda perchè ha rubato i soldi al partito comunista tenendoseli per sè!” Io penso, acci! il Panzer si è quindi fatto fregare due volte! L’Anna interviene e fa: “povero Panzer, si è fatto fregare come un pollo!” Già, è vero, il fatto è che Di Pietro crede a Greganti, mica a Panzavolta…io penso…io penso sempre, in fondo al pozzo io sono un pensatore, come colui che pensava da Arbore. Allora io dico, la voce tremante e tremolante, rivolgendomi con ansia alla Paola: “Paola, cosa fai questa sera?” Lei mi osserva con un soffio di noia negli occhi ammalianti, per me, e poi, continuando il lavoro che non aveva mai smesso, cioè di aprire la corrispondenza del Panzer, mettendo da parte con cura le buste con i francobolli più belli…il Panzer è un filatelico…mi fa con assoluta lontananza: ” come mai me lo chiedi?” Io: “no, niente…volevo solo provare un inciucio…se si poteva fare tra me e te, scusa, io vado che ho da fare dei conti…ehm ehm…” Esco alla chetichella dalla segreteria che la Paola è ancora più lontana, e l’Anna invece è rimasta totalmente indifferente all’improvvisa ed indicativa nuova dialettica aziendale…sapete…le segretarie di presidenza sono ad alti livelli di corrispondenze amorose…tipo, che so, quadri minimo e con belle cornici, e mentre io esco, entra nella stanza della sua segreteria il presidente Panzer! Era sconvolto…

  • enrico tartagni

    lettera Il Moro di Venezia
    Elenoire, io metterei o una t (ti) in +, o scambierei di posto alle prime due e ed r (erre). Come te anch’io ho visto cose che gli umani neanche si immaginano. Ciao.et.

    Il Moro di Venezia. Direttore! per la mia Città di Ravenna la beffa delle beffe, la madre di tutte le prese per il c…le prese in giro! Parrello ha acquistato in una anonima stanza ove si svendevano oggetti all’asta, il Moro di Venezia di Raul Gardini, Coppa America, in finale, skipper Paul Cayard (un grande amico di Gardini che non dice niente…come Vanni Ballestrazzi…che incontrai in via Maggiore ed alle mie domande rispondeva:”brrog…blllubl…blob…gulp, gasp…” eccetera, cioè con dei borbottii incomprensibili e mi diede l’impressione che lui, Raul Gardini non lo conoscesse proprio per niente! povero Raul Gardini…ma che amici aveva? ). Ad un asta fallimentare! Capisce, ad un asta fallimentare! Il Moro di Venezia! Ridicolo! E quanto spende questo “grande” manager della Finanza, come lo definì Mercatali in un consiglio comunale…sii, che onore, sono come il gatto e la volpe…sa, direttore, il mio collega della Calcestruzzi Spa di Ravenna, Ermes Minghetti di S.Pietro in Trento, era a scuola con Mercatali, elementari e medie, ed Ermes ci ha più volte raccontato questo fatto di Mercatali: diceva Minghetti: “la professoressa, dopo aver spiegato la lezione alla classe, chiedeva a Mercatali: e lui e la professoressa “…va pur là, se Parrello ha avuto le lodi mercataliane, non ha niente da star allegro…d’altronde lo stesso Parrello ha parlato male di Mercatali proprio a me, in via Diaz…”Mercatali? me ne fotto di lui!” mi disse!…il presidente dell’autorità portuale spende 600.000 euro dello Stato per la barca di Raul Gardini! Il Moro di Venezia è nostro, di Ravenna! L’abbiamo costruito con i soldi della Calcestruzzi spa! capite? Capisce, o no, Ballestrazzi! Il Moro di venezia c’era stato rubato con Tangentopoli! Perchè allora ammazzare Raul Gardini? Perchè? Questa è una barca di Ravenna, perchè pagarla ad un fallimento? Chi è fallito? Il cervello di chi dico io, è fallito! Questo funzionario di Stato, perchè altro non è un presidente di una autorità portuale, compra una barca che è già di proprietà della Città di Ravenna, con i soldi dello Stato! Se un siciliano vuol vedere il Moro di Venezia, che ha pagato anche lui come qualsiasi altro cittadino italiano che paga le tasse, deve prender su e venire a Ravenna, per una barca che con Tangentopoli era finita in mani sconosciute, una barca voluta da Raul Gardini di Ravenna, costruita a regola d’arte con i suoi soldi! un uomo assassinato da Tangentopoli! Il Moro di Venezia ad un fallimento!? Dico, se non è da ridere…è da piangere! Ma non la smettono mai di prenderci in giro! Ma cosa vuole insegnare sto Parrello ai cittadini ravennati? cos’è il Moro di Venezia, cos’è il mondo delle gare a vela? ma per piacere, va! si vada a fare un giro da driver che è meglio! con tutta questa saccenteria! Parrello è l’uomo che dentro la Calcestruzzi spa di Ravenna agiva per ordine di cuccia enrico al fine di distruggere ogni cosa di Raul Gardini…anche il Moro di Venezia! Direttore, che presa per il derrièr, ed anche per il terrièr! ah! che bruciore! Aaah! ti ucciderei! come dice la canzone. Ravenna! Ravenna! città vile e cialtrona, sciatta e lazzarona, sporca dentro e sporca fuori, stai allevando una serpe in seno! hai un cancro al cuore! Ravenna, quando ti renderai libera dalla corruzione e leverai il tuo grido di Verità su Raul Gardini, su Tangentopoli, sulla orrida commistione, e combustione, di odii, violenze, tradimenti, furti, coperture, omissioni, paure, viltà, venalità, desiderio di potere, che hanno portato la città ad avere un sindaco, D’Attorre, che per sottomissione a mediobanca ed a cuccia è giunto a dire:”posso fare a meno del lavoro di certi miei concittadini!”, che hanno fatto fare ad un altro sindaco (mercatali vidmer, quello della scuola), successivo a quello morto (D’Attorre, morto per i pesantissimi sensi di colpa, al nuovo, Mercatali, non gli vengono neanche se recapitati col cannone da 90) il perbenista con il gesto, spinto da profondi incontrollalibili sensi di colpa nei confronti di Raul Gardini che aveva volentieri fatto fuori il giorno prima, di intitolare una via a Raul Gardini stesso, quando fino al giorno prima, come ho appena appenna disquisito, quello stesso sindaco (Mercatali) aveva giudicato Raul Gardini un ladro mafioso ed un fallito! Quanta immensa, insopportabile, schifosa strisciante nel fango del denaro sporco ipocrisia, direttore, sguazza a Ravenna! Ci fosse Dante ci scriverebbe su una Commedia…stavolta da ridere! E ne farebbe una soap opera., Dant l’era ò che staseva al’avanguergia. Povero Alighieri! sarà là, nella tomba-pivarola che si rivolta e si ribalta (è nella tomba?) Gabiciii! dov’è Dante? al sèt?… e che sbraita:”diobò, in do soia capitì, sti vigliacc ad Ravena, iè propri di ciòss!” (infatti, direttore, se viene a vedere le stradine di Dante, sono piene di porcherie e di…si, cacche…pare che ci siano anche quelle di Dante stesso, che di notte se ne esce a sgranchirsi ed a liberarsi, ed in argatò, fa la cacca…e pare che dica: “sta zitè l’àns merita etar che una cagheda”. E pensare che Gabici ha una sorella che ha lavorato con me alla Calcestruzzi di Raul Gardini per trent’anni! Gli potrebbe raccontare tutto lei, al fratello, del Moro, così il Gabici dopo ci fa dei bei articoletti sul Resto del Carlino. Direttore, in conclusione, cosa devo dire? Che è uno schifo e che, come diceva un grandissimo Campione che ho avuto l’onore di conoscere, di fargli un assegno circolare della Banca del Monte di Ravenna in via Diaz, di dargli la mano e di riceverne un complimento, Gino Bartali, “gli è tutto da rrifàree!” ciao, immenso Ginettaccio, sei uno dei pochi miei ricordi belli di questa infingarda città, indegna di una medaglia d’oro, qualsiasi medaglia d’oro essa sia, anche della mia! un toscano in romagna, cordiali saluti, direttore. enrico tartagni

  • enricotartagni

    Tiro Fisso – tirofisso23@libero.it dà lezioni a tutti e consiglia a iosa da ogni suo poro dilatato alla saggezza. Il suo slogan preferito è: “ma ragionate con la vostra testa (pecoroni!)”. Grazie, par furtòna cu iè tiro fisso cus e dis! che è fissato a consigliarci ‘sta cosa, consiglio vecchio come il cucco. Ultimamente tirofisso era fissato con Russi! era sempre lì che diceva coi russoni…russini…come cavolo si chiamano…i russi, coi sovietici: “ragionate con la vostra testa, mi raccomando!” L’hanno deluso! Poverino! E adesso si è impallinato con la morte, con i cani di Guberti, con Guberti, è deluso…tiro fisso, da tutti! tutti l’hanno deluso, nessuno ha ragionato con la sua testa, ma con la loro. E bè, facciamocene una ragione…ma…come ragiona la testa di tiro e…fisso? a leggerlo sembra che ragioni così, + o -, “certo schierarsi non e facile…” “permettetemi di non prendere le parti di nessuno e di stare nel mezzo…” eccetera…lui sta nel mezzo! E’ in mezzo! Non si decide mai! Consiglia, lui ci consiglia! si, ma cosa? boh? Poi conclude le lezioni con, ” il nostro bene è un altro, non dimenticatelo!” Ehi! Chi è? Papa Tiro Fisso I°? E poi ci sprona, “siate rivoluzionari e osate!” E te?sei rivoluzionario? Che cacchio di consiglio è? tipo, “armiamoci e partite?” Te, tiro fisso, non osi? non fai la rivoluzione? Che fai? Il professore? Vediamo, mumble mumble, se la prende con la cagona degli umani per la morte…meglio, se la prende con noi perchè abbiamo paura della morte. E’ una cosa la paura della morte acquisita dall’umanità nel passare di milioni di anni di pensiero e di coscienza del mondo, un processo di comprensione sviluppato minuziosamente in migliaia e migliaia di anni di civiltà della parola e della presa di coscienza della morte. Problema antico come Darwin, come l’uomo delle caverne, come tiro fisso…I greci antichi (quelli di oggi…boh?) comprendevano la morte, la loro morte, nel Naturale scorrere della Vita, insomma la morte era naturale e non faceva poi così tanta paura. Venne Gesù, dilaniato dal senso del peccato e dal dubbio, morto nel dolore, e nel terrore, e c’ha fregato! migliaia di anni di introspezione e sedimentazione delle paure e delle angosce dilanianti createci dalla riflessione sulla morte nostra e dei nostri cari, i filtri intellettivi e culturali per capire la morte e tenerla nella considerazione più calma e tranquilla, perduti in tre giorni! E non ci è bastata una resurrezione! per rifarci. Ci caghiamo ancora sotto. E allora? Scusi eh, signor Tiro Fisso, ognuno se la prenderà come gli pare la questione della Morte, o no? Saremo pur liberi di averne una paura boia, o no? Decideremo pur noi, in vita, se preferiamo farci mangiare da un animale più che da un altro, da morti! A lei che gliene frega? scusi eh! Fulco Pratesi lasci che dica…lui dopo aver pisciato nel cesso di casa non tira neanche l’acqua per non consumarla e così salvare il Mondo…ma intanto vive nella ciustè! ed in te fiè. E allora? chi se ne frega! Guberti. Guberti io non so se sia veterinario…che me frega…ma Guberti ha fatto quel che poteva, semplicemente spinto dal desiderio di aiutare degli esseri viventi, i cani abbandonati…che se non ci fossimo stati noi umani a fregargli i verdi territori con i nostri cementi calcestruzzati, se ne starebbero gioiosamente in giro e a caccia liberi e contenti, anche di sbranarsi tra loro…e di sbranare un umano ogni tanto per uno spuntino d’alto gourmet, in una sana competizione per la sopravvivenza nel rispetto delle Leggi Primordiali della Natura. Ma dubito che Guberti si rifaccia ad una scelta profondamente culturale. Pertanto: due punti; punto e virgola una morte innaturale non esiste, ne sono sicuro. Uno morto è sempre un morto naturale…in quel preciso istante è finalmente naturalmente morto. Poi, Pratesi e lei, morite un po’ come vi pare, ma dirci:”…sono due perdenti. Sappiatelo prima di orientare una vostra idea in merito” che cazzo vuol dire? Se li tenga per lei tutti sti consigli incomprensibili (infatti, non servono a un tubo) Sono perdenti e ci dovremmo rifare a Pratesi ed a Guberti? Ma mi faccia il piacere! e dovremmo capire cosa? Che “dobbiamo morire come vuol morire Pratesi? mangiato dagli uccelli? E se io preferisco i vermi? Che ve ne cale? Dobbiamo “osare”? osare per cosa? per una centrale a merda piuttosto che per un inceneritore di merda? Osare fare un canile nel fango e nella merda piuttosto che osare di fare un canile col cemento ed il riscaldamento? Ma che cazzo dobbiamo osare? Osare di votare per quello che dice Tiro Fisso od osare di votare per quello che dice Fulco Pratesi? Ma andate a farvi una riunione di gabinetto, va! Voi e i vostri consigli di osare e di pensare con la nostra testa! Grazie, me lo diceva già Agostino Bolognesi, ed anche il mio babbo e la mia mamma. Mentre tiro fisso non osa mai, si nasconde subito la dietro, il purino, e guarda i pecoroni (noi) che in giro per il mondo ragionano con la testa di chi li comanda. Si fa prima. Ossequi. Enrico Tartagni

  • enricotartagni

    All’ ill.mo assessore…assessora…Stàmboulis…Stambùlis…Stamboulìs? come diavolo? si dice? in d’èl l’azènt?…insomma, alla Stamboulis romagnola da generazioni e generazioni che si perdono nella Notte dell’ Alba…non s’incazzi Electra!, tutto il Mondo vivente, parlante, onnisciente è scaturito dalla Romagna ab ovo…a lei che abita in S.Agata district of Kebab, questo è vero senza dubbio, ce lo ha detto lei stessa, l’assessora alla Scuola under 13 e over 14, facendocelo sapere con degli articoli apparsi sui giornali (attraverso la press), dove ci tiene a rassicurarci che lei in S.Agata ci sta bene…quindi è vero, la Stamboulis sta lì. Assessore, guardi, con riverenza le dico che se Eugenio Costa, consigliere comunale eletto da una parte del popolo ravennate a rappresentarlo …nel governo della Città, si è permesso di iniziare un’analisi della vita sociale, civile, culturale del sunnominato quartiere, è perchè uno di voi abitanti di S.Agata, uno di voi domiciliati esattamente lì, glielo ha chiesto…di farlo, in quanto non si sente sicuro, non ci sta più bene in quel posto! Capito! (alla gatti di vicolo miracoli). Non è una iniziativa di Eugenio, è un suo dovere di politico a cui non può sottrarsi, e dato che voi che comandante (giustamente ma con prepotenza) per delega del popolo, in consiglio lo snobbate, lo ignorate, lo insultate con i vostri masturbati silenzi…( fate così con tutti), Eugenio per forza deve ricorrere alla stampa per rendere conto al suo elettorato. Capito, fin qui? C’è qualcuno tra di voi del S.Agata, che ha paura e si è stufato. Non è che tutti al mondo la debbano pensare uguale uguale a lei, assessore! se ne faccia una convinzione, al limite una ragione.E guardi un po’? quel cittadino, che sarebbe dovuto e potuto venire da lei ad esporre i suoi problemi…noo, non è mica venuto da lei! Non se lo chiede il perchè? Perchè voi siete ipocriti e dei sepolcri imbiancati, e c’è chi lo sta capendo! Magari sarà stato solo uno, uno solo tra…quanti siete? 100, 500, 1000? uno solo…ma…Stamboulis, non importa! L’ Enterprise di Kirk e di Spock si fermò sulla sua rotta verso le stelle e torno indietro mettendo in pericolo tutto l’equipaggio e la Nave per salvare l’ultimo dei suoi Naviganti sui Sentieri delle Stelle, fatto prigioniero sul più sperduto pianeta dell’Universo. Al compagno che gli dice che lui era insignificante rispetto all’ Enterprise e non meritava tanto coraggio, il comandante Kirk gli risponde: “il Bene di uno è superiore al Bene di Tutti”. Bisogna parlarne. Intanto in via Mazzini fanno rapine! Si rischia la vita! A 100 mt. da casa sua, assessora! Dunque, se lo chiede perchè c’è qualcuno che non si fida di voi? ma perchè voi comunisti (da Matteucci a Stoppa, dalla Piaia alla Lameri, dal Ronco al Montone, dal Lamone al Senio), ancora al potere senza avere più i voti necessari, siete saliti su un piedistallo convinti di essere gli unici ad avere la Via, la Verità e la Conoscenza, gli altri sono sudditi, e così finite col trattare chi non la vede come voi e vi contraddice quali esseri inferiori (sul vocabolario=merde) esibendo con spocchia la vostra presunta superiorità intellettuale solidaristica. Ma è proprio per questo vostro (suo) atteggiamento indisponente mascherato da finto interesse e disponibilità per il prossimo, che vi frega. Perchè noi romagnoli…lei è romagnola da una vita genealogica!…me lo insegna, saremo di zucò, ma alla fine ci arriviamo anche noi a capire. Bè, facci lei, Stambulis…ma forse in Grecia hanno bisogno…nooo? sa, per la Libertà! mentre il Sant’Agata headquarters può fare anche senza di lei…infatti, una volta, andava molto meglio, anzi, tutto bene. Distinti ossequi. Enrico Tartagni

  • enricotartagni

    Lettera. E dai cun ste kebab!
    E dai cun ste kebab! Us nin pò piòòò! Leggiamo, o meglio, io leggo (non so mica cosa fanno gli altri) su Ravenna e Dintorni la seguente frase: “se la sicurezza dipende dal kebab”, come a dire che Costa Eugenio è un scemo, anzi uno stupido. Bravi gli eterei giornalisti del giornale, sanno offendere con stile medio. La sicurezza infatti dipende proprio dal kebab! dipende da che roba è, che cosa ci mettono dentro, cosa c’è dietro…e tante tante altre cose, che sono a corredo della nostra cultura romagnola…ce l’abbiamo una cultura romagnola?…Andate un po’ voi, illustri giornalisti di Punta di Ravenna e solidali, con chi vi fa comodo e vi paga la tessera (della cgil), con chi potete ancora facilmente strumentalizzare (come avete già fatto con me), illustri tuttologi, ma anche tuttologhi, andate a chiedere la licenza per aprire un capannotto, a righe biancheazzurre, (poi se potrete…dipingete pure con i colori che cacchio vi pare…) per tirarci in dentro la piadina da vendere ai mussulmani…andate in Marocco, andate in Algeria, andate in Tunisia…magari in Egitto, o nel Kuwait, in Yemen, in Giordania, in Siria, od in Irak…in Libano o in Palestina, meglio, andate in Afghanistan od in Pakistan, ed anche peranco in India…andì un pò in d’ò càz cuv pè basta cav tuliva de caz…andate a vendere la piadina cun è squaquarò ed e parsòt fat in cà da chi giargianis ad musulmà! vedrete che vi faranno un culo fatto bene bene…dopo gli friggete, nel grasso di maiale, anche la pizza fritta col buco in mezzo! Auguri di buon anno. Enrico Tartagni. P.S. Se avrete del culo, quello vero, potreste trovare Rodolfo Valentino che fa lo sceicco di Bagdhad, Salomè che vi danza col ventre senza veli ed anche Alì Babà…che vi fa il babà.

  • enricotartagni

    Lettera. Solidarietà Ravenna…!
    Direttore, come si fa a non scrivere più…con sti stronzi che navigano nella nostra vita, e la inquinano! come questi esseri inutili della solidarietà

    Solidarietà Ravenna!?!? che roba è? chi cavolo sono? Io, non li ho mai sentiti e da me non sono mai ne venuti ne arrivati a portarmi Solidarietà, per esempio nel 1993, e dire che avevamo chiesto aiuto a tutta Ravenna contro quel…indefinibile parrello giuseppe inviato da cuccia-mediobanca…si cari di Solidarietà Ravenna…Tangentopoli! Quando imperversava con vostro sommo gaudio Tangentopoli a Ravenna dove cacchio eravate i miei campioni universali di cotanto sentimento solidale? A mangiare da chi? Ravenna solidale? ma quando? Guardate, i ravennati, tra tutti i poli…i popoli della Romagna sono i più infidi, cattivi, gelosi, invidiosi, menefreghisti, permalosi, pettegoli e gioiscono degli accidenti degli altri…in poche parole, i ravennati mi fanno…pena (eh,Casadio?) Voi di Solidarietà Ravenna, chiedetelo ad un antropologo, se non è vero che i ravegnani sono rancorosi e brutti, dai chiedete agli antropologi! Dunque, vediamo, ma ringraziate Eugenio Costa che ha sollevato il quartiere S.Agata alle meraviglie dell’opinione pubblica, per regolare la miserabile vita di quel quartieruccio, che se aspettavate quei pifferai magici del comune, cresceva l’erba anche subito dopo il passaggio di Attila…e i topi si sarebbero radunati tutti lì…e già…ma voi, di Solidarietà Ravenna ed il Comune di Ravenna vi ci rotolate in queste cose! dico della Solidarietà agli stranieri! ai ravennesi niente e fate bene perchè tanto sono degli stronzi, come me, ma agli stranieri si, così ve li rivoltate come vi pare, vi fate pagare la tessera sindacale della cgil, li mandate avanti…e poi li…li…dite un po’ voi che cosa ne fate degli stranieri? LI STRUMENTALIZZATE! Come avete fatto con Raul Gardini, con la Ferruzzi, con la grande mia Calcestruzzi Spa di Ravenna di Lorenzo Panzavolta,con Carlo Sama, con l’Alessandra Ferruzzi, con me, con Tangentopoli! Voi siete solidali con quelli che vi fa comodo sfruttare, se vi dovesse capitare di aiutare dei Lavoratori della Calcestruzzi assassinati da cuccia enrico di mediobanca e da di pietro ve ne sbattete le palle! Ooh siete proprio dei grandi solidaristi-ci! Cuv avnèss un azidèt! Con gli stranieri si, che dopo ve li smerdate ben bene (voi vi godete in queste cose) e vi fate dare la contropartita materiale e politica, coi ravgnè…tàcat a è càzz! eh! Voi di Solidarietà Ravenna consigliate ad Eugenio Costa una visita psicoterapeutica e di consultare degli antropoligi…antropologi…antropofagi? Bene, allora, prima di tutto, dagli antropologi andateci voi e fatevi revisionare il cranio, poi andate voi da uno psichiatra perchè avete dei problemi, complessi d’inferiorità, sensi di colpa, infantilismo. Eugenio Costa ha posto un problema di vita di società civile ed ambientale, che porta con sé profonde identità culturali e personali fondate sulla Storia di un popolo romagnolo che sta soffrendo e vivendo con fatica questo transito verso la definitiva ineluttabile perdita di tutto ciò che vive e si forma nella sua Cultura e Civiltà millenaria…e voi stupidi di Solidarietà Ravenna non capite questa elementare cosa dell’animo umano…questa incontrollabile paura inconscia collettiva, che Eugenio Costa sta portando in superficie, per affrontarla con meno traumi possibile…e voi, meravigliosi ravegnani solidali con gli altri di tutto il mondo meno che con i concittadini, scrivete lettere pubbliche offensive degne delle latrine di Vespasiano, invece di parlarne con educazione e civiltà, per esempio in consiglio comunale! Ma andate in Africa, va la, se volete far del bene ai grandi, stupendi Popoli Neri! Ma non ci andrete mai, vili e vigliacchi! perché state comodi nelle vostre poltroncine del potere, a mangiare gli involtini di pollo amadori e le patatine fritte della Pizzoli, ma andate a cagare, va! Non scrivo più, maledetti, mi avete fatto incazzare, voi tutti e la vostra miserabile prosopopea di solidarietà. Che l’Inferno di Tex Willer vi ingoi…tutti! Enrico Tartagni

  • enricotartagni

    Subject: Lettera. L’Idrogeno!!!

    L’ Idroogenoooo!!!!! Mooooò, direttore, sa cosa leggo sul giornale di oggi (5 genn,2000e9)? Glielo dico stavolta e poi non le scriverò mai più! Mai più, lo giuro sul Manuale delle Giovani Marmotte (ed anche sulle Ricette di Nonna Papera). Lego…leggo la seguente notizia (che non ho approfondito per evitare il mal di pancia): “il comune (di Ravenna) investe nella ricerca sull’idrogeno…a Polimeri Europa (Europa? sà vòl dì?) e Rivoira (Rivoira, affezionato cliente della Calcestruzzi Spa. ndr) ” Ma che gli venisse un azidèt ed un anticuoio! a stì pataca de cumò, con la o chiusa accentata e le a aperte…moolto aperte. Spendono i nostri soldi di contribuenti in una ricerca che Raul Gardini e la Calcestruzzi Spa di Lorenzo Panzavolta (e del sottoscritto calcificato), insomma, noi della Ferruzzi Holding, avevamo incominciato nel 1990 con i nostri soldi privati messi al servizio della comunità italiana…per nuove Fonti di Energia che rendessero l’Italia indipendente da Sputin e da Gragnaffi! ed infatti, direttore…cosa salta fuori oggi in Russia-Ucraina ex Unione Sovietica? che Spatukkin s’incazza perchè i…cosi, là…come carro si chiamano? gli ucrinitici…gli ucrani…quelli lì, dai…non gli pagano il cazprom, perciò Sputniccintunocc ha allungato una mano dalla finestra del condominiodelCremlino ed ha serrato il rubinetto del gas che spediva via tubo in Ucraina, il quale gas nel tubo, una volta in Ucraina, ci veniva gasato con una prolunga a noi italiani ed ucraini in Italia…! ma, porca vacca! non si può fare un tubo diretto MoscaSprunziol-RomaBerluscaz? Senza fare un giro dell’astrakan? Dico e ripeto:nel 1990 Raul Gardini intraprendeva la strada della produzione dell’idrogeno! Era o no, lungimirante il Raul!? Cosa dite voi? Io dico di no, altrimenti non si sarebbe fatto ammazzare come un maiale d’allevamento della mitica Porcilaia Ferruzzi, (la puzza della Porcilaia era un segnale al pari de fiiiissccciòòò ad Calegari, quando che cambiava il tempo mete…ore…ologico, olezzava gioiosamente su tutta Ravenna e noi cittadini capivamo che dovevamo aprire l’umbrèl altro che Bernacca) par zòta Gardè u sè fàt amazè in cà sù! Cavolo al plurale! siamo in ritardo di 19 anni con ‘sta solfa d’idrogeno! Sindacooo! Vicesindacoo! Assessori a tuttooo! Siete in ritardo! Andatevi a fare un giro, va. Oggi, ‘ste meraviglie della giunta comunista (l’unica rimasta dall’orbita di Mercurio a quella di Plutone) si sbrodolano sui giornali vantandosi di fare ricerca sull’idrogeno con i soldi dei contribuenti…quando lo faceva Raul Gardini, ed avrebbe continuato sempre a fare ricerche scientifiche ed industriali (lo ha detto pure a quel…bè, lasciamo stare, parce sepultum…lo ha detto anche ad Enzo Biagi), se dei traditori intra moenia non l’avessero fatto fuori senza la benchè minima eleganza ed educazione, con Tangentopoli usata ad arte finissima, spinti in ciò da èuro…cioè, volevo scrivere, da puro odio, gelosia ed invidia, (per i nomi dei traditori andate alla precedente letteratura). Raul Gardini, era un grande…molti han sempre detto in piazza…”chi Raul? sèè lè bò, ma l’è un pataca!” Eih Gabici? ti piace “pataca?” te e l’altro scrittore, sul “pataca”, c’avete scritto un libro senza alla fine capire cosa sia un pataca, o chi sia! Ma, Gabici, non hai niente da fare? O fai il pataca? Dio bòò, direttore, ma…a stì…io direi stronzi, tanto si può dire, non è un’offesa, l’ha sentenziato la Cassazione, “stronzo” vuol dire “persona di nessun valore intrinseco” (oi, questa però è una bella offesa!), il vocabolo “stronzo” è passato in tv, al cinema, a scuola , all’università, all’asilo, in Letteratura, ed è rimestato dalla Crusca, infatti, direttore, in che altro modo si possono denominare degli individui con una faccia di bronzo così spessa e ben costruita…che la Maschera di Ferro ci fa un baffo…che le critiche e le offese velate e svelate gli passa da un eustachio all’altro senza minimamente intronarli…tanto che c’è da temer? noi rumagnùl li consideriamo, questi tipi che non sanno di niente, stronzi! ( Gabicii, facci un libro! Te dirai:”si su di te”) allora, dicevo, ma a questi qui del comune persi nell’idrogeno perso e ritrovato dopo vent’anni, ventanni persi da nullavedenti (che è tutto diverso da “cieco”) passati inutilmente sull’onda dello tsunami Tangentopoli, non c’è nessuno che li mandi a cagare? Che ne dice, direttore, lo facciamo noi? Lei ce li manderebbe a cagare i “comunisti camuffati da democristiani e viceversa” che stanno comodi al calduccio ed al frescuccio (dipende dalle stagioni) del Palazzo del Potere di Ravenna? Ce la mandiamo a cagare questa…banda di preistorici musicisti stonati e sbandati da destra a sinistra, da sinistra a destra, dal centro al disopra, dal centro al disotto…e poi su, e poi giù, come banderuole al vento…come a Mirabilandia…poverini! non sanno più chi siano e dove siano! Fanno…eeeh! oooh! alla Povia. Cordiali saluti. ps. attendo risposta…su quella cosa là…da riunione di gabinetto…sa, direttore, anche il modo di dire è luogo comune, ” ma và a cagare!” è stato codificato dalla tivù, dai libri di scrittori eccelsi e paracelsi, da Dante Alighiero (del cul facea trombetta), da Roberto Benigni, da Grillo e peranche da Travaglio…infine dai cruscaroli. et

  • enricotartagni

    From: Enrico Tartagni
    To: Franco Fregni
    Cc: Enrico Tartagni
    Sent: Monday, January 05, 2009 11:01 PM
    Subject: Lettera. L’Idrogeno!!!

    L’ Idroogenoooo!!!!! Mooooò, direttore, sa cosa leggo sul giornale di oggi (5 genn,2000e9)? Glielo dico stavolta e poi non le scriverò mai più! Mai più, lo giuro sul Manuale delle Giovani Marmotte (ed anche sulle Ricette di Nonna Papera). Lego…leggo la seguente notizia (che non ho approfondito per evitare il mal di pancia): “il comune (di Ravenna) investe nella ricerca sull’idrogeno…a Polimeri Europa (Europa? sà vòl dì?) e Rivoira (Rivoira, affezionato cliente della Calcestruzzi Spa. ndr) ” Ma che gli venisse un azidèt ed un anticuoio! a stì pataca de cumò, con la o chiusa accentata. Spendono i nostri soldi di contribuenti in una ricerca che Raul Gardini e la Calcestruzzi Spa di Lorenzo Panzavolta (e del sottoscritto calcificato), insomma, noi della Ferruzzi Holding, avevamo incominciato nel 1990! Dico e ripeto:nel 1990 Raul Gardini intraprendeva la strada della produzione dell’idrogeno! Era o no, lungimirante il Raul! Io dico di no, altrimenti non si sarebbe fatto ammazzare come un maiale d’allevamento della mitica Porcilaia Ferruzzi, (la puzza della Porcilaia era un segnale al pari de fiiiissccciòòò ad Calegari, quando che cambiava il tempo mete…ore…ologico, olezzava gioiosamente su tutta Ravenna) per giunta in cà sù! Cavolo al plurale! siamo in ritardo di 19 anni! Sindacooo! Vicesindacoo! Assessori a tuttooo! Siete in ritardo! Andatevi a fare un giro, va. Oggi, ‘ste meraviglie della giunta comunista (l’unica rimasta dall’ orbita di Mercurio a quella di Plutone) si sbrodolano sui giornali vantandosi di fare ricerca sull’idrogeno con i soldi dei contribuenti…quando lo faceva Raul Gardini, ed avrebbe continuato sempre a fare ricerche scientifiche ed industriali, se dei traditori intra moenia non l’avessero fatto fuori senza la benchè minima eleganza ed educazione, con Tangentopoli, spinti in ciò da èuro…cioè, volevo scrivere, da puro odio, gelosia ed invidia, (per i nomi dei traditori andate alla precedente letteratura). Raul Gardini, era un grande…molti han sempre detto in piazza…”chi Raul? sèè lè bò, ma l’è un pataca!” Eih Gabici? ti piace “pataca?” te e l’altro scrittore, sul “pataca”, c’avete scritto un libro senza alla fine capire cosa sia un pataca, o chi sia! Ma, Gabici, non hai niente da fare? Dio bòò, direttore, ma…a stì…io direi stronzi, tanto si può dire, non è un’offesa, l’ha sentenziato la Cassazione, “stronzo” vuol dire “persona di nessun valore intrinseco” (oi, questa però è una bella offesa!), il vocabolo “stronzo” è passato in tv, al cinema, a scuola , all’università, all’asilo, in Letteratura, ed è rimestato dalla Crusca, infatti, direttore, in che altro modo si possono denominare degli individui con una faccia di bronzo così spessa e ben costruita…che la Maschera di Ferro ci fa un baffo…che le critiche e le offese velate e svelate gli passa da un eustachio all’altro senza minimamente intronarli…tanto che c’è da temer? noi rumagnùl li consideriamo, questi tipi che non sanno di niente, stronzi! allora, dicevo, ma a questi qui dell’idrogeno perso e ritrovato dopo vent’anni, ventanni persi da nullavedenti (che è tutto diverso da “cieco”) passati inutilmente sull’onda dello tsunami Tangentopoli, non c’è nessuno che li mandi a cagare? Che dice, direttore, lo facciamo noi? Lei ce li manderebbe a cagare i “comunisti camuffati da democristiani e viceversa” che stanno comodi al calduccio ed al frescuccio (dipende dalle stagioni) del Palazzo del Potere di Ravenna? Ce li mandiamo a cagare questa…banda di preistorici musicisti stonati e sbandati da destra a sinistra, da sinistra a destra, dal centro al disopra, dal centro al disotto…e poi su, e poi giù, come banderuole al vento…come a Mirabilandia…poverini! non sanno più chi siano e dove siano! Fanno…eeeh! oooh! alla Povia. Cordiali saluti. ps. attendo risposta…su quella cosa là…da riunione di gabinetto…sa, direttore, anche il modo di dire e luogo comune, ” ma và a cagare!” è stato codificato dalla tivù, dai libri di scrittori eccelsi e paracelsi, da Dante Alighiero (del cul facea trombetta), da Roberto Benigni, da Grillo e peranche da Travaglio…infine dai cruscaroli. et

  • enricotartagni

    Il quartiere Sant’Agata ormai controllato dagli stranieri. Ed è vero. Io ci vado spesso (al CONI) e devo confermare che ci sono anche dei prepotenti tra gli stranieri…pure femmine!
    Accidenti signor Maestri, che avrà mai detto da essere analizzato così profondamente, il signor Eugenio Costa! Egregio Maestri, guardi che Costa ha parlato del quartiere S.Agata in questo caso, perchè lì c’è questa fase di vita associativa che richiede attenzione e sensibilità educativa…che mancano in Comune! Costa potrebbe tranquillamente parlare e discutere di altri quartieri…malfamati? no…dica lei signor Maestri, come dobbiamo chiamare altri quartieri non all’altezza di S.Agata o di S.Giovanni? Costa ha solo espresso la sua paura per la nostra società romagnola ravennate, che possa essere sopraffatta dalle immigrazioni di stranieri che non accettano, e non gliene importa un tubo, della nostra educazione, della nostra vita di contadini (o pescatori) romagnoli. Costa teme che la civiltà romagnola ravennate sia distrutta dall’assoluta indifferenza dei forestieri alle nostre tradizioni, alla nostra ling…scusi egregio Maestri, al nostro dialetto…alla nostra civiltà. Tutto qui! E lei, dopo quello che ha scritto su internet nel Ravenna notizie, contro Eugenio Costa, pretende rispetto? pretende che gli altri politici, che tutti…parlino e scrivano con le idee di Maestri? Ma per piacere! se ne vada dai comunisti…che quello è il suo posto…comunque, lei avrebbe avuto un modo educato per affrontare il tema del “governo della città”…con Costa, richiamare Eugenio Costa all’ordine della “politica corretta secondo Maestri” chiamando o andando da Eugenio e dirgli: “guarda che sbagli ad esprimerti in tal maniera…devi scrivere e dire invece così…” eccetera…cos’è questa lettera in pasto al mondo! Lei signor Maestri è il vero prevaricatore e violento nella vita sociale e politica. D’altronde, cosa vogliamo, lei è un partecipe di Tangentopoli a Ravenna…io non l’ho mai sentita da lei una parola contro l’assassinio di Raul Gardini e del Lavoro dei Ravennati. Da parte sua, di lei…signor Maestri, mai niente, nessun intervento per salvare la Calcestruzzi e la Ferruzzi di Ravenna dalla violenza, dal rancore, dai furti di Mediobanca ai nostri danni, contro noi Ravennati! Oh, si! lei difende gli stranieri, che hanno bisogno di aiuto per integrarsi…mentre di integrarsi non gliene importa un fico secco…ma dei Lavoratori Ravennati della Calcestruzzi spa a lei, signor Maestri, che gliene frega! Dei suoi concittadini può farne a meno, degli stranieri no! Per lei l’importante è stare con quel…quel signor parrello giuseppe eh! già…è lui che ha i soldi, dai…lo dica che è così…a lei interessano i soldi! basta che non siano di Ravennati che offuschino la sua personalità. Però…però i soldi della Calcestruzzi Spa, nel 1993 se li è pappati, eh! Questo sarebbe un “Buon Governo della Città!” Dai forza, signor Maestri, dica…dica…dov’era lei quando nel 1993 noi della Ferruzzi e della Calcestruzzi avevamo bisogno di lei contro quell’ impiegato inviato da Enrico Cuccia ad ammazzarci, noi Lavoratori, ed il nostro Presidente Lorenzo Panzavolta, ed il nostro Raul Gardini, rubando il Lavoro e la Ricchezza del Lavoro di Ravenna, dov’era lei? accanto a Cuccia? invece di schierarsi con noi contro l’odio, la gelosia, l’invidia di Cuccia-parrello per il successo del gruppo Ferruzzi, della Calcestruzzi, di Raul Gardini, di Carlo Sama…Ah, ma lei, Maestri non poteva essere con noi! perchè è lo stesso suo odio, invidia, gelosia…gli stessi bassi sentimenti di D’Attorre (e Mercatali), quell’odio, quell’invidia, quella gelosia che gli ha fatto dire, all’illustre Professore Sindaco D’Attore (che Dio lo abbia in Gloria, amen): “Ravenna può fare a meno del Lavoro della Calcestruzzi e della Ferruzzi” Vergogna! Vergogna! Egregio signor Maestri, come si permette di insegnare il Buon Governo, il rispetto del prossimo…lei…un complice in Tangentopoli con quel tale…parrello giuseppe…con enrico cuccia…Guardi, signor Maestri, il signor Eugenio Costa probabilmente non sarà un letterato ed un fine politico e lungimirante come lei, ma di sicuro non è falso. Mentre lei è soltanto un piccolo presuntuoso prepotente…a parole…spero solo a parole. Ossequi. E spero anche ardentemente in una sua velocissima dipartita…Enrico Tartagni

  • enricotartagni

    Nel 1998 io ed altri 11 colleghi della Calcestruzzi Spa di Ravenna che stava per essere annientata dalla violenza di Tangentopoli e dall’odio di Cuccia contro Raul Gardini con l’assenso della Giunta comunale e della Giunta provinciale, noi nell’estremo e disperato tentativo di salvare il nostro lavoro di più di 30 anni, la nostra dignità di ragionieri della Calcestruzzi, di salvare la nostra cultura professionale acquisita in quella grande Azienda, per reagire all’offesa alla nostra professionalità con cui avevamo costruito una inestimabile ricchezza per Ravenna, offesa provocata dal “giudizio” sul nostro lavoro e sulla nostra cultura emanato vilmente da Cuccia per bocca dei suoi impiegati arrivati da Milano per compiere lo sporco lavoro, giudizio che non poteva riguardare la gestione di bilancio della Calcestruzzi che nel 1993 anno di Tangentopoli aveva un utile di 175 miliardi, ma ci “puniva” dal punto di vista politico ( assurdo perdere il lavoro per gli intrighi e gli odi personali) per essere andati contro il salotto di Mediobanca, ebbene noi ci recammo, previo appuntamento, dal migliore e più noto avvocato del lavoro di Bologna per chiedere aiuto. L’avvocato, di cui ora non ricordo il nome, ci accolse nel suo studio in centro, ci ascoltò, poi ci disse di aspettare. Dopo due tre ore ci comunicò seccamente che non poteva fare niente perchè tutto era già stato predisposto, stabilito, deciso al massimo livello dello Stato. Fummo congedati come niente fosse, ritornammo distrutti e senza speranza, abbandonati da tutti alla nostra morente Calcestruzzi: restavano pochi mesi di lavoro, e poi… Che offesa! E pensare che la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro e che la Costituzione difende e proclama il LAVORO come valore fondante dello Stato. Ebbene, con Tangentopoli i politici sono riusciti ad offendere non solo noi 12 umili lavoratori, ma anche la COSTITUZIONE.

    Enrico Tartagni, Ravenna, 8 mag.2006—- ps.del 2 gennaio 2009. l’impiegato che enrico cuccia spedì a ravenna per ammazzare noi e la nostra calcestruzzi spa, per ammazzare noi e la nostra ferruzzi, per ammazzare noi e il nostro presidente raul gardini era…un tal parrello giuseppe, che oggi fa il presidente dell’autorità portuale di ravenna, messo lì da mercatali-errani-baldini-matteucci-albonetti-bessi-mingozzi-giangrandi…e altra compagnia ben pensante…bene…ecco…loro sono la prova di quanto i ravennati come d’attorre e come questi appena nominati, amassero la loro città…oh si…ci odiavano! odiavano raul gardini! hanno avuto la meschinità di dire in televisione (di stato) che ” ravenna poteva fare a meno del nostro lavoro…!” in base a questa offesa io potrei anche pensare di ammazzarli uno per uno, perchè io, che ero il sindacalista della cgil della Calcestruzzi eletto in Assemblea Generale a larga maggioranza, ricordo bene (ci sono 120 testimoni della Calcestruzzi meno i morti, e più di mille del Gruppo) la falsità e l’ipocrisia delle loro parole durante le riunioni del cosidetto “tavolo della crisi calcestruzzi” ( eh Baccarini Pietro? in crisi c’erano i vostri cervelli…non la Calcestruzzi), da un lato ci adulavano battendoci la mano sulle spalle…”non preoccupatevi, vi aiutamo noi contro quel parrello…!”, dall’altro se la facevano e se la ridevano con cuccia-mediobanca! vergogna! voi siete i veri sostenitori di Tangentopoli! Noi Lavoratori con Tangentopoli ci siamo impoveriti! Ci siamo ammalati! Siamo morti! Voi padroni e politicanti con tangentopoli, invece…a voi ha fatto comodo Tangentopoli! Con Tangentopoli vi siete pappati la ricchezza della Calcestruzzi con un vero e proprio furto a danno di noi Lavoratori del Gruppo e della Calcestruzzi e nei confronti del Popolo Italiano e di quei cittadini che avevano acquistato le azioni Calcestruzzi quotate in borsa e ammesse in Borsa con immensi plausi da quel traditore di Giuliano Amato! Ci avete trattato come ladri e mafiosi, ma noi Lavoratori non lo siamo, mentre voi…ho seri dubbi…ci avete abbandonati al nostro destino… vi odio assassini del Lavoro dei Ravennati…voi che vi vantate del vostro vischioso lavoro…capaci soltanto di distruggere la Natura delle piallasse di Ravenna…! vergogna, che siate maldetti. Ma quel parrello, cosa c’entra con Ravenna! Cosa c’entrate voi con Ravenna! tutti voi mercenari imprenditori lungimiranti politicanti e vigliacchi, ve la prendete con i deboli e correte a mangiare alle mense dei potenti! Tutto distrutto! Tutto irrimediabilmente rovinato per la vostra stupida ingordigia, per la vostra stupida vanità. Ma di questi peccati morirete. et.

  • enricotartagni

    lettera. pialassa di natale

    Direttore, prima di tutto buon natale, se no non glielo dico più, poi, non è che voglia dire chissà che, ma oggi, 24/12/2008, merc. vigigli…vigilia del 25 dicembre, alle ore 9puntozerozero in punto circa, esco a piedi e vado in centro Ravenna, sono 2 km….nelle locandine, si chiamano così?, dei giornali locali rumagnùl leggo: poi indi e alla via così…Mi vien da pensare, indovini a chi, direttore? al presidente del porto, logicamente.Oh, quello è arrivato alla Calcestruzzi da Mediobanca e da Ravenna non lo spianta più nessuno! Chissà perchè. Ha rovinato e distrutto la mia Calcestruzzi, con mandato di Cuccia, mi ha spogliato e direi derubato del mio Lavoro, sta distruggendo il nostro porto, e non v’è alcuno che lo licenzi! Ha dei Santi in Paradiso, che lei sappia, direttore, questo signore? Ma…da dove viene? cosa fa? perchè effettivamente non si sa mica niente di lui, ciò è molto molto strano. Bel natale per i capannisti e capannatori della pialassa! tra i quali il vecchio S.Gordini, un presidente ndr, mio antico compagno di ragioneria, ed un certo Garibaldi, che però, essendo un vip, sembra abbia scelto la sponda buona…ah, la mia laguna degli anni ’40/50! annientata da Zaccagniniche…avrebbe fatto meglio a fare il pediatra, tutto sommato, al limite ci avrebbero rimesso dei bimbi di allora, che comunque ci stanno rimettendo adesso come adulti o vecchi di oggi…e da quel caimano di Mattei (oh! entrambi cattolici, ma della natura non gliene fregava un tubo). La mia laguna salmastra si estendeva dalle porte di Ravenna sino alla pineta! natura selvaggia e pura, incontaminata e perduta! punteggiata di dune ed isolotti ricoperti di piante palustri, ed io, bambino, nel capanno di Italo Montanari (fratello di Orfeo), nella pialassa ci facevo il bagno e nuotavo col mio papà, e passavamo sotto la chiglia della barca come i corsari di Salgari, nuotavamo e navigavamo con i buratelli…! Oh, la mia laguna verde! Ah, voi tutti, fedifraghi traditori, siate maledetti! Direttore, dunque, queste “grandi” autorità, l’Autorità Portuale, il Sindaco, il Vicesindaco, gli Assessori, la C.M.C. che fa dighe dalla Cina a Timbuctù, il Comune di Ravenna che si sbrodola di ambientalismo, salvo tagliare alberi antichi della nostra campagna, rovinare la Torre Comunale, lasciare marcire le nostre Mura, tenere sepolti pregiati Ponti del Tempo Romano, lasciare nell’oblio la Chiesa dello Spirito Santo, costruire roba in cemento non un po’ dappertutto, ma dappertutto, guardi quell’orribile schifo di Marina di Ravenna e delle terme di Punta Marina…che ha impiantato schifosissime fabbriche chimiche alle porte della nostra città…che, direttore, se venisse a casa mia, guarderemmo insieme, dal mio terrazzo al terzo piano, l’impressionante inquietante spettacolo dei fumi che incappano l’orizzonte del cielo al tramonto e nella notte…un comune di Ravenna che lascerà che Russi, a quattro km. da Ravenna, innalzi un orrendo camino diossinico di volgarissimi fumi cancerogeni fatti di molecole velenose quanto loro, un Comune futuro Capitale …futura capitale dell’ Europa, tutti questi potenti ingegni non sono capaci di fare un paratoia come si deve? Un terrapieno che tenga, no? Ve lo facevo io con la mia Calcestruzzi, ed abbiamo perso 20 anni a causa del signor Parrello! Sa direttore? Tutte queste amenità di cui parlano gli “operatori del porto”, il “presidente del porto” il “sindaco” il “vicesindaco” la “cmc”, i “boeri”, le avrebbero già fatte Raul Gardini, Lorenzo Panzavolta, Carlo Sama, Alessandra Ferruzzi, ok? Ok! Ma andate al diavolo, va! Sulla base della mia passeggiata, sul dato di fatto che mi hanno fatto incazzare e provocato dei danni materiali e morali, direttore, qui chiedo che: il Sindaco, il Presidente dell’autorità portuale, e…e tutti gli altri responsabili (che faranno scaricabarile, il loro giochino preferito…)diano immediate dimissioni. Affinché non possano più causare danni alla Città di Ravenna. Inoltre è ora che rendano conto del male fatto alla Città di Ravenna con Tangentopoli 1993 e seguenti. Cordiali saluti e Buone Feste! Enrico Tartagni.

  • enrico tartagni

    Direttore, avrei voglia di dire al signor “Lettera firmata, Ravenna” (mmm, Ravenna eh! guarda un po’!) che vede pubblicata un suo commento ove esprime la certezza che Di Pietro, come è da politico, e cioè pieno di acredine e di disprezzo del prossimo, lo era anche da magistrato, con tutte e tante conseguenze negative sulle sue relazioni umane, ma il titolo della lettera, e cioè:”Di Pietro, così anche da pm?” lascia intuire il desiderio dello scrittore anonimo (fa bene, Di Pietro fa paura! chiedere a Panzavolta) di avere una conferma. Io, che lo conosco bene il Di Pietro, anche lei direttore lo conosce ormai, credo (questa parte dopo la virgola la può stralciare, eventualmente che…) assicuro che è sempre stato così il Di Pietro. Cattivo! Ma proprio cattivo. Chiedere a Panzavolta. Cordiali saluti. Enrico Tartagni.

  • enricotartagni

    tangentopoli [Replica]
    eih! dove siete? che ci fate? vi fate intercettare? ma NON VI VERGOGNATE?
    dare del ladro anche al lavoratore della Calcestruzzi spa di Ravenna con la
    scusa di Tangentopoli, derubarlo quindi del lavoro, metterlo sul lastrico e
    poi regalare la Calcestruzzi di Ravenna metà all’avvocato e metà a Pesenti,
    mettere i lavoratori nel calderone di Tangentopoli.e poi…e poi nel 2008 vi
    fate intercettare per delle ragioni molto simili…dico molto simili?
    sembrano uguali a Tangentopoli 1993! eih! ma…siete dei ladri! eh si eh! mi
    butto subito a dirvelo che siete ladri…come avete fatto voi con me nel
    1993! senza ascoltare la mia voce di libertà e di giustizia…mi avete
    condannato su una inesistente prova, costruita ad arte…mi avete insultato
    e giudicato un ladro…subito…e adesso tocca a voi! ladri…e stronzi! io
    sono qui eh!enrico tartagni Tangentopoli

  • enrico tartagni

    Di Pietro 1° e Di Pietro junior. Direttore, leggo sul sito Repubblica che Di Pietro, su suo figlio intercettato, afferma che suo figlio non ha detto nulla di penalmente rilevante…ha solo detto, a quello dall’altra parte:a Bologna ci sono dei bravissimi (neanche bravi ma…bravissimi! come Lorenzo Panzavolta? come Raul Gardini? come Carlo Sama?) professionisti che conosco e se ce n’è bisogno si possono dare dei lavori a loro, non c’è niente di penalmente rilevante? non c’è niente di penalmente rilevante? Dio mio se c’è! Di Pietro, per meno, per molto meno, ha distrutto la mia Calcestruzzi spa di Ravenna, il mio lavoro, la mia professione, io ero un bravissimo professionista, la mia cultura, il mio onore, la mia dignità! Ha sbattuto in galera dei bravissimi professionisti ed ha provocato la morte di Raul Gardini! E non c’è nulla di penalmente rilevante nelle parole di Di Pietro junior? Suo figlio, il figlio di Di Pietro dice che…”conosce e che si può dare il lavoro a…” ma come si permette a dire così, dopo i recinti di Tangentopoli messi a tutta l’Italia da suo padre! Sono nuovamente offeso e mortalmente indignato. Ma, Dio mio, quando chiederete scusa di Tangentopoli eh! quando! Avete rovinato la mia Patria, e continuate a sbeffeggiare i lavoratori di Ravenna e della Calcestruzzi spa facendo finta di governare la mia Nazione…e vi pavoneggiate al Popolo… Vergogna! Cordiali saluti e buonissime feste. Enrico Tartagni.

  • enrico tartagni

    Di Pietro 1° e Di Pietro junior. Direttore, leggo sul sito Repubblica che Di Pietro, su suo figlio intercettato, afferma che suo figlio non ha detto nulla di penalmente rilevante…ha solo detto, a quello dall’altra parte:

  • enrico tartagni

    Di Pietro 1° e Di Pietro junior. Direttore, leggo sul sito Repubblica che Di Pietro, su suo figlio intercettato, afferma che suo figlio non ha detto nulla di penalmente rilevante…ha solo detto, a quello dall’altra parte:

  • enrico tartagni

    —– Original Message —–
    From: Enrico Tartagni
    To: http://www.cacoweb.com
    Cc: Enrico Tartagni
    Sent: Monday, December 22, 2008 2:11 PM
    Subject: Fw: Racconto della Paola una mia amica.

    —– Original Message —–
    From: Enrico Tartagni
    To: Franco Fregni
    Cc: Enrico Tartagni
    Sent: Monday, December 22, 2008 2:11 PM
    Subject: Racconto della Paola una mia amica.

    Direttore, una mia amica mi ha fatto questo racconto, senta (se ce la fa). La signora Paola era ragioniera capo, o capa, era la capa dello staff dell’ ufficio del presidente di una ricchissima Azienda. Mi racconta che era una grande e famosa Ditta internazionale (io lo sapevo e lo so) piena di soldi, frutto del suo onesto ed eccellente commercio. Da anni e anni, bilanci sempre in utile, ultimamente con risultati strepitosi. Grande qualità del prodotto, professionalità dei lavoratori, come si dice: una Grande Famiglia! Per circa tre anni nell’ufficio del presidente Eracle c’è stato un via vai di gente allegra, pacche sulle spalle, ogni tanto i visitatori offrivano piccoli cadò alle donne dell’ufficio, grandi affari, dappertutto! Poi, d’un tratto, entrò, nell’Azienda, e nell’ufficio della Paola, un manipolo di finanzieri che sventolarono un foglio sotto al naso della Paola (non sotto agli occhi, infatti lei non riuscì a vedere niente di chiaro) e che attaccarono subito a perquisire scrivanie, armadi, borse, raccoglitori, perquisirono uomini e donne, misero a soqquadro gli uffici, si catapultarono dal presidente e misero in manette Eracle con un allegro tintinnar di manette. La Paola, alla fine, trovò il coraggio per leggere quel foglio finanziaresco…o meglio, chiese spaurita al capo brigata, con tre stellette d’oro sulle spalle, tre da una parte tre dall’altra, cosa cavolo ci fosse scritto su quel A4…era un mandato di perquisizione di un tribunale, ubicato da qualche parte, scritto emesso emanato perchè Eracle faceva troppi regali in giro…(sbagliando i soggetti, ed anche i complementi oggetto) era stato giudicato in lepore…in pectore, un ladro. Dopo, mi disse la Paola, in Ditta arrivarono dei pezzi di merda che subito ed alla svelta cominciarono a depredare ed a smembrare la Società. Eracle non si sapeva più dove fosse finito, forse oltre le colonne…La paura ed il disorientamento dominavano i dipendenti, che non capivano cosa stesse succedendo. La Paola mi disse che quegli stronzi caduti lì al pari di alien, lei non sa precisare da dove cacchio arrivassero, avevano una fretta boia e regalarono le membra dello smembramento dell’ Azienda a tre o quattro amici intimi. Oh, non licenziavano nessuno, eh! che magnanimi oltre che magnamagna, disse la Paola, ma a delle condizioni. Chi avesse voluto restare sotto il dominio di quei maledetti, doveva andare a lavorare lontano, spesso anche lontano lontano…e con la stessa paga…e non è detto che avrebbe avuto le stesse mansioni, e tanta altre minacce…Nessuno ne alcuno rimase nella Ditta che, mi disse la Paola, fu denominata e marchiata “Sputnik in t’un occ”. Commerciava in caramelle, confetti, dolcetti, buonissimi peraltro, io ne ho assaggiati alcuni…di quelli di Eracle, poi più. Tanti si licenziarono, molti caddero in cassa integrazione (disintegrazione) o in mobilità (smobilità), perdendo la loro ricchezza, diversi, senza lavoro, finirono sul lastrico e sulle strade. Anche la città, nel suo insieme, mi disse la Paola, soffrì molto per colpa di quegli stronzi. Alcuni ex dipendenti di Eracle si ammalarono e altri morirono di dolore. La Paola mi disse che quei pezzi di merda (la definizione è della mia amica, io non userei mai queste parole; data la mia buona educazione, adopererei degli eufemismi o delle metafore) rovinarono e distrussero amicizie e persino amori, diversi dei suoi colleghi sono stati male perchè hanno perso la gioia di andare in pensione con la Ditta! di avere la “festa della pensione” dei colleghi amici (erano tutti amici) intorno e di ricevere il regalo del pensionamento! Subirono un dolore profondo… “Una Famiglia ammazzata! Dio mio, che stronzi! Li odio!” mi disse la Paola. Mentre mi diceva la sua storia, anch’io cominciai a pensare: che stronzi! li odio! Mi disse quindi che lei fu derubata di tutto questo suo lavoro, che ci ha rimesso milioni sulla liquidazione del tfr, che è stata anni senza lavoro e quando lo trovava la pagavano da prenderla per il culo. La Paola mi disse che, ora che è in pensione, prende poco, neanche 1300 euro, mentre doveva tirare almeno 1700/1800 euro! Ma quei bastardi stronzi pezzi di merda mi hanno prima sbeffeggiato, e con me tutti i miei colleghi, e poi rubato tutto quello noi dipendenti ed Eracle avevamo costruito con passione e intelligenza…” si sono impadroniti (con la legge “l” minuscola, mi disse la Paola) con la violenza ed il terrore incusso in noi, della nostra cultura, del nostro lavoro, capisci che schifo? Ma perchè, perchè?” si domandò la Paola. “Non lo so, ma è una storia che fa paura!” le dissi. Che ne dice, direttore, brutto racconto, no? per dirla alla Mariani. Cordiali saluti. Enrico Tartagni

  • enrico tartagni

    Oggi, 21/12/2008, domenica, esco e leggo: “I PD: la questione morale? da noi non esiste proprio!” a Ravenna e dintorni, selo e celo dicono i komunisti kamuffati derivati, per capirci quelli che adesso per brevità si firmano pd. Se lo dicono loro, sarà vero, ma per me invece ce l’hanno la questione morale, eccome! e per me sono e rimangono dei ladri di Tangentopoli. La miseria! veniva pure il delegato del P.C.I. (ha cambiato tanti di quei nomi sto partito, direttore, che non so dirle come avessero rinnovato nel 1992 la carta d’identità!) alla Calcestruzzi Spa a ritirare, di nascosto dallo Stato, senza metterli in evidenza su un setteetrenta o su un 7e40, i soldini sotto forma di fior di milioni a nome del partito. E non s’incazzino i pagani ed i manfredi, perchè è la verità! Panzavolta almeno quattro volte ce lo ha detto! nelle riunioni dei dipendenti che ci faceva fare (convocava) dopo ogni sua gita a Milano a casa di Di Pietro (tribunale. ndr) Eravamo nell’ aula magna della Calcestruzzi Spa, 4° piano, in via Romolo Gessi 20. Ci diceva e ci confermava che quel signore delegato dalla direzione del partito insaccottava i baiocc a nome ed in nome del partito! Panzavolta ci informava che i danari li dava a greg, il quale li prendeva a nome del partito. Quel signore disse a Panzavolta che era l’inviato! Panzavolta ci ha comunicato: “io la tangente la davo al partito!” Poi, quando colui il quale veniva da noi con una borsa vuota se tornava a casina sua, con quella borsa piena di caramelle…cazzi suoi…e del P.C.I. A Panzavolta non restava altro da fare che sperare di averne i favori…Però, noi della Calcestruzzi, sapevamo che i soldi li davamo al P.C.I. Panzavolta è ancora lì, in via Oberdan. I giudici l’hanno interrogato fino a ieri mattina. Sta bene, pareva dovesse morirsi, lo vedo tòt i dè tutto contento traversare piazza del Popolo (mi vien da scrivere Popolo con la p minuscola…) e andare in piazza Garibaldi (mi vien da scrivere garibaldi…) in posta centrale*…uei! a far che? (io lo sooo!) e poi ritornarsene sereno, come è giusto, nooo!,al focolare. Perciò, provino un po’ a rifargli delle domande sul greg, perché quegli/questi imborsava ed imboscava i soldi della Calcestruzzi, e sul p.c.i. che lo delegava a farlo, chissà, potrebbe cambiar versione…tuttavia, vi ricordo (“vi ricordo” in quanto l’avrò scritto almeno 120 volte): nelle assemblee generali della Calcestruzzi eravamo in 120 ad ascoltare a bocca aperta…una volta Panzavolta piangeva come un coccodrillo…e in un altra riunione mi disse, lo disse proprio a me, così:”l’è la roda quedra cl’à dà du svultò” Cussaral vlù dì? Io non ho mica capito, direttore, ne allora ne ancora…Inoltre ricordo ai pagani ed ai manfredi che Panzavolta l’ha confessato anche a Di Pietro in TV, che i soldi sapeva di fornirli al p.c.i. Io, personalmente, riporto i fatti, allo stesso modo e maniera di Marco Travaglio. Processo Enimont e riunione generali assembleari della Calcestruzzi sono fatti. Che poi il greg, dalla Storia, rischi di essere considerato, per le sue gesta valorose, un uomo falso con la lingua biforcuta, mica è colpa di Panzavolta! o dei dipendenti lavoratori della Calcestruzzi (120 nella Sede, repetita iuvat). Pertanto, direttore, come vede, i comunisti, di questione morale ce ne hanno uno sbarozzo! E c’erano nel p.c.i. a Ravenna in quel momento: D’Attorre, Mercatali, Albonetti G., Baldini B., Casadio GP., Ricci C., Angelini G., Fiammenghi, Errani V., Rubboli, Frattini, e tanti altri, ai quali chiedo scusa se non mi ricordo. Direttore, mi vien da ride…e da dire, che se, e sottolineo se, i pd (Poveri comunisti camuffati Democristiani) ci tengono a comunicare al consorzio degli umani che: “da loro la questione morale non esiste proprio”, forse, e sottolineo forse, è perchè potrebbe pure essere che non ce l’hanno una morale. Ma io non lo so! E Lei? Cordiali saluti. Enrico Tartagni * mi chiederete? Lo spia? Si, perchè, che ve frega? et

  • enrico tartagni

    —– Original Message —–
    From: Enrico Tartagni
    To: lordeninis@yahoo.it
    Cc: Enrico Tartagni
    Sent: Saturday, December 20, 2008 3:14 PM
    Subject: lettera. cossiga su veltroni e di pietro

    Intervista del Resto del Carlino a Francesco Cossiga, circa Veltroni e Di Pietro…chi son cost’oro?
    Direttore, ha letto sul Carlino del giorno 19/12barra2008 , venerdì, l’intervista a Cossiga (deve esserci un contratto fra i due) che gli chiedono cosa deve fare Veltroni per salvarsi il culo…ect…? L’ ex tutto , dopo variegate dotte citazioni di D’Azeglio, Zola, Croce, Totti, ha detto praticamente una cosa sola: in Italia comanda Di Pietro. Cordiali saluti. Enrico Tartagni

  • enrico tartagni

    craxi doveva per forza sapere, di pietro non è obbligato…che sia perchè non è capo del governo? e forlani che non era capo del governo doveva sapere per forza?
    craxi era un ladro che nel 1993 rubava al popolo con tangentopoli. ed oggi 2008 con whynot e con le giunte della campania e di napoli chi sono i ladri?
    direttore dunque mumble vediamo dipietro dipietro non sa niente di niente in campania pur essendo alleato di bassolino e di iervolino e dei comunisti travestiti. adesso per stare dal canto del frumentone urla “via da tutte le giunte!” e da tutte le giunture. di whynot non sa un tubo e di saladino niente…pensa che sia uno snack…almeno pensasse al feroce salati…saladino…di pietro è un verginello. non sa niente di de magistris dei soldi europei spariti tra le fauci dei politici calabresi insomma di pietro sta in mezzo al potere è stato al governo come ministro…ministro del…del…di che? e non sa niente…come craxi nel 1992? noo craxi sapeva! non poteva non sapere di tangentopoli! ecco craxi sapeva perchè non poteva non sapere. invece di pietro non sa niente perchè non può sapere niente. ecco la differenza. occhio raga! a votare gli invidiosi e chi ha complessi d’inferiorità. se poi li mandate al potere vi fanno il culo…cioè…ce lo fanno! perchè non è che sono dei gay alla lussu…luxuria che in fondo in fondo sono dei bononi. no chi ha complessi psichici è pericoloso! nel senso etimologico della parola pericoloso. enrico tartagni

  • enrico tartagni

    craxi era un ladro che rubava al popolo con tangentopoli. ed oggi 2008 con whynot e le giunte della campania e di napoli chi sono i ladri?
    direttore dunque mumble vediamo dipietro dipietro non sa niente di niente in campania pur essendo alleato di bassolino e di iervolino e dei comunisti travestiti. adesso per stare dal canto del frumentone urla “via da tutte le giunte!” e da tutte le giunture. di whynot non sa un tubo e di saladino niente…pensa che sia uno snack…almeno pensasse al feroce salati…saladino…di pietro direttore è un verginello non sa niente di de magistris dei soldi europei spariti tra i politici calabresi insomma di pietro sta in mezzo al potere è stato al governo come ministro…ministro del…del…di che? e non sa niente…come craxi nel 1992. noo craxi sapeva! non poteva non sapere di tangentopoli! ecco craxi sapeva perchè non poteva non sapere. invece di pietro non sa niente perchè non può sapere niente. ecco la differenza. occhio raga! a votare gli invidiosi e chi ha complessi d’inferiorità. se poi li mandate al potere vi fanno il culo…cioè…ce lo fanno! perchè non è che sono dei gay alla lussu…luxuria che in fondo in fondo sono dei bononi. no chi ha complessi psichici è pericoloso! enrico tartagni

  • enrico tartagni

    il professor balzani alla carica di forlì passando per di qui.
    leggo inoltre, direttore, che il prof.balzaniroberto, novello sindaco di fo…meglio, probabile o possibile…possibile? probabile? ma si, tanto chi va va è sempre la stessa solfa…faccio tutto io, faccio tutto io, vi prometto il mare, vi prometto le dolomiti, vi prometto la luna entro il 2009, vi faccio questo, vi faccio quello…poi ci accorgiamo che ci fanno un’ altra cosa…cosa? indovinate! cosa vi credete, rumagnul ad furlè, che balzani roberto sia giuseppe? see, dmatèna! iusèf us l’è infilè intè cèss, par putè avè un scaranì d’insdès, stasì frèsc i mi furlès cun balzan clà cambiè bangira do tre vòlt!…dòca, bal zani ro berto novello sindaco di forlì…ma…quindi era il prof. dell’università magna di ravenna preside della facoltà di conservazione dei beni culturali (di chi? i suoi?…de che?), aoh! professò, ce la potemo fa con ‘sto titolo de studio i cè lòng?…dicevo direttore,…per incisione, era poi lui proprio il balzani il personaggio gran garibaldino della lettera di solaini di forlì!… rilascia una intervista…rilascia? sa vòl dì?…al giornalista del giornale, ed il giornalista gli chiede, in the end:” scusi, ma Lei, professore, è un repubblicano o un …un’altra cosa…” e Lui dice: ” io non sono ne questo ne quello, io sono un democratico…” uei, che forte! ma, cuss’a vòl dì democratic? nèca me a sò democratic! e, incòra: “la rivoluzione democratica si può fare!” dio bò! rivoluziòòò! cosa vuol dire, scusi prof?…guardi che ci siamo già in democrazia…che cavolo di rivoluzione vuol fare? e…le rivoluzioni…sono sempre sempre democratiche? ah, mo è lei il preside di conservazione, sa! che cazzo vuol rivoluzionare se lei è un conservatore! ma dai, ma va la, ma vada a casa, dai! anche Lei, imitando il flaccido, vuol fare la sua rivoluzione?…non del flaccido, dico, la sua di lei…così, d’amblè, tanto per stagliuzzare delle teste di ca…di ca…di rapa…mi permetto di precederla, chiarissimo, teste di rapa come la mia…per diletto? ui ui, direbbe stanlio! gasp! direbbe paperino! per fortuna, direttore, che erano solo delle primarie…primarie? sà vòl dì? boh! ma a me che me ne frega, tanto il prof farebbe il sindaco a forlì…però, però, se non vincesse…il cattedratico-intellettuale-filosofo fu repubblicano…perchè Lei professore è un fu-repubblicano…non è vero? l’ha detto Lei sul giornale pubblico che non è più repubblicano…e del resto, se sta insieme con i sovietici…che mazzini aborre…li aborre? roberto balzani, questi, o questo, per me pari son, mi resterebbe a lavorare qua, a casa mia! a ravenna! porca miseria! cordiali saluti.
    enrico tartagni

  • enrico tartagni

    riverenze e partitina a scacchi sotto all’ombrellone del kamala. punta marina.
    direttore, non vedo lora…che sarebbe l’ora, di ritornare sotto l’ombrellone estivo kamaliano con la mia comitiva! nel frattempo con frenk, uno di noi, ho avuto, oggi, una dialettica su un altro di noi, alex…nella comitiva siamo in tre uomini, e qui il conto è già finito, poi ci sono dalle quattro alle sei donne* (noi beati tra le donne in bikini, il topless, un’altra volta), secondo dei giorni, se fa caldo di più, se fa caldo di meno, se il mare è mosso o se il mare è calmo…insomma, a seconda delle condizioni termiche ed ambientali siamo più o meno numerosi…ma il gruppo è coeso eh! as disal acsè? o icè? boh! va a capì e rumagnòl!…lui mi fa, con un puntone di invidia: ” alex è riverito da tutti, hai visto?” cavolo…che giochino ha cominciato il buon frenk, tot in t’una bòta? io mi metto in difesa arroccata senza farmene accorgere e muovo:” si, lo so…vedo”. tocca a lui la mossa e va con un cavallo purosangue in un quadrettino in attacco, mi dice: ” ma sai perchè?” dio bono, penso io, che gli prende a frenk? ha dei rigurgiti? e la coesione dell’ombrellone, dove va a finire? si vede che non ne poteva più per aprire ‘sta partita…allora rischio: “mmm, no…non lo so…” ho solo spostato un pedoncino azzoppato. frenk spara una mossa di sfondamento nello schieramento con la regina incoronata: ” ma perchè c’ha i soldi!! noo?” Gulp, non ne poteva veramente più del rosicchiamento, e deve sfogarsi…io sono un buon parafulmine…o pungingball…desperaites housewifes…no, desperaites pensionaites…cuss’ai déghia? dico:” bè, certo che è perchè ha i soldi…giusto no?” s’aspettava forse che anch’io avessi del malessere in tasca, invece… è come se non muovesse più niente, ma frenk mi vuol mangiare lo stesso: “nooo, che non è giusto! perchè, noi che non ne abbiamo (ne abbiamo ne abbiamo) di soldi, non siamo degni di riverenza?” quasi quasi gli compro un gelato o un leccalecca, invece gli dico:”ma certo che ne siamo degni di essere riveriti…e chi non lo è…dai, andiamo che ti offro un caffè, così dopo tu mi riverisci!” frenk sembra patire la mia mossa improvvisa e profondamente psicologica, una mossa degna dell’indagine di uno psichiatra americano degli u.s.a. più profondi di marylin…e gli scombino la sua di mossa, che forse non ne aveva più, pensando di aver già vinto la partita. non ribatte ma rimugina. bevuto un ottimo caffè da tazza d’oro, pago il barista, che mi riverisce, e gli faccio, non al barista, a frenk: ” visto che figurona che ho fatto? costa, ma ne vale la pena.” frenk si rimette in gioco sulla scacchiera, schiaccia, e mi risponde, per la verità con uno spostamento d’attesa che non fa male: “eh già, ma così san far tutti, basta essere ricchi!” io, constatato il suo attacco distrutto e la sua difesa inesistente…per forza, lui voleva solo attaccare, erompo ( e rompo pure): “si, hai ragione, ma bisogna anche essere generosi, non solo ricchi! e spesso non basta essere ricchi e generosi…insomma…è una questione delicata e bisogna valutare tanto, come in tutte le cose di ‘sta stanca umanità, ci sono molti risvolti da risvoltare, ci vorrebbe un sarto come valentino…o armani…va bene anche lui…” frenk spalanca gli occhi, mi guarda come fossi scemo (e qui…potrei scrivere che ha ragione) e fa: “un sarto? valentino?armani? che c’entrano? ” per me è stanco! mi giustifico: “no, niente, facevo per dire…” “e allora?” continua frenk che vuol concludere…anch’io: “e allora, non puoi buttarti contro alex perchè è ricco. io riassumerei bignanamente così: ci sono quelli che sono riveriti e gli si vuol bene, come ad alex, perchè si vede subito che son buoni, poi ci sono quelli che sono riveriti ma li si odia, perchè sono degli stronzi ed ipocriti…e si vede subito…come…boh…la lista è talmente lunga!…a questi ultimi è data una riverenza che appena appena dovessero cadere in disgrazia… sai che calci dove non batte il sole gli danno! inoltre io direi che quando muore un ricco riverito e gli si fa il funerale, perchè non è che te lo puoi tenere sul comò…se lo incenerisci e lo infili in un vasetto, allora si…in quel momento vedremmo quanto la riverenza fosse sentita, quanto quel ricco cadavere in bara, da vivo, fosse amato e benvoluto con sincerità! ma quando muore un ricco cattivo cerbero, chessò alla…alla…te lo dico dopo…non ci va nessuno! non ci andrebbero neppure i parenti! invece, ti ricordi il funerale di raul?” “si” mi risponde frank mesto, e sconfitto. non infierisco…io amo vincere (come a tutti) ma mi basta questo:e poi, non su un amico coeso: “ok, c’ era tutta la città! e tutti piangevano! scommettiamo che se dovesse morire alex ci sarebbero tutti gli amici…ci sarebbe una folla…io ci sarei! e tu?” frenk disse:”anch’io”. enrico tartagni * se mi dovesse capitare un altro raccontino, dirò anche i nomi delle donne, che sono…. direttore. sto racconto per dire che raul gardini era un grande, e…e quell’altro un…un…cordiali saluti. et

  • enrico tartagni

    i valori della resistenza che i partigiani ci hanno insegnato e lasciato in eredità con la loro guerra contro l’invasore nazista, e cioè, libertà, giustizia, democrazia, applicati alla lettera con…tangentopoli 1993 a ravenna!
    direttore,vuole che non commenti la letterina ai giornalini locali dell’assessore al…a…a che?…boh!, fa lo stesso, dell’assessore cassani delle giunte di ravenna su bulow, sul 4 dicembre, sul busto di bulow… quindi, commento. le solite belle parole sulla patria, la resistenza che viene da lungi, la costituzione, i padri…le madri non ci sono, tutto è avvenuto per partenogenesi come con le talee…e certi protozoi e certe amebe…i partigiani, la libertà, i nazisti, i comunisti buoni, i fascisti cattivi…bulow eroe…gli altri non valgono niente…tranne zaccagnini, un bel compromesso storico alla don camillo e don peppone, alla moro-berlinguer, contento cassani?, tutto bello, però cassani non scrive che bulow ha lasciato fare, ha lasciato che i suoi soldati facessero delle sanguinose e malvagie vendette ammazzando e giustiziando centinaia di italiani, come loro, come bulow…bulow? cos’è? un orologio tedesco…? guerra civile…a codevigo. chissà cosa ne sta pensando gesù di codevigo. cassani non scrive che bulow si portava a casa una pensione incredibile a carico del popolo proletario, chi incassa oggi la pensione di reversibilità? il figlio? preda? non scrive cassani che bulow, berlinguer, togliatti e tutti gli & co.compagni, e lui stesso, il cassani, prendevano soldi e sovvenzioni di partito…di partito?…dal cremlino, in ordine, da stalin, kruscev, kossighin, breznev, gorbaciov, chi dimentico?, sa, io non sono uno storico! non dicendo niente allo stato italiano che incassavano i soldi dai rossi…quindi facevano del nero ingannando il fisco italiano! altro che tangentopoli! oh! non lo dico io, è scritto sul carlino dell’altro giorno e sono parole di de michelis, ex ministro degli esteri con pertini presidente della repubblica! intervistato dal giornale intorno a tangentopoli-craxi. a proposito di storici, il cassani non scrive che gli storici che hanno codificato la storia partigiana bulowiana sono dei partigiani, di parte del bulow appunto. bella forza! se la sono scritta loro la storia! se la scrivono e se la cantano. a proposito di tangentopoli e di diritti umani! il cassani è complice di tangentopoli a ravenna, e lui lo sa, ma se ne sta zitto. il lavoro è un diritto del cittadino. lo stato è tenuto per legge costituzionale bulowiana ha dare e salvaguardare il lavoro dei suoi cittadini. io capisco che si può perdere il lavoro per fallimento o per scelte sbagliate di investimenti, eccetera eccetera, ma perdere il lavoro per ragioni politiche è una angheria, una violenza che urla vendetta! tangentopoli è stato questo a ravenna! una porcheria verso di me e tutti i miei 120 colleghi dipendenti amministrativi della calcestruzzi! dovremmo finalmente iniziare le nostre vendette! dovrei davvero, se fossi un uomo vero, cominciare a giustiziare qualcuno, per esempio il parrello, il matteucci, l’albonetti g., il baldini b. il fabiani, il proli, il baccarini p. ect,ect,ect..allamoda del giustiziere della notte. e cassani se ne è allegramente lavato le mani di noi lavoratori, anzi, tutto contento! che un ladro mafioso capitalista sfruttatore come raul gardini fosse stato ammazzato da enrico cuccia di mediobanca! e dei lavoratori di gardini e della calcestruzzi spa, come me, chi se ne frega! eh cassani? tangentopoli! politica sporchissima voluta da dalema e da cuccia in un infido do ut des, per eliminare raul gardini con sommo gaudio di cuccia, e per ammazzare craxi e la dc con sommo gaudio del p.c.i.! e bravi i partigiani! ancora una volta se ne sono lavate le mani alla ponzio! come con codevigo, così con tangentopoli! come a codevigo, così a ravenna con tangentopoli! eh si illustre cassani, perchè io avevo chiesto aiuto a bulow contro il parrello, impiegato di cuccia, che stava ammazzando raul e stava ammazzando me, enrico tartagni…ma l’eroe partigiano, il comandante senza macchia e senza paura, se ne impippò di me…e lei egregio assessore, dirà; oh, quanto fece bene il partigiano a fregarsene di un comune stronzo cittadino senza lavoro per colpa della politica! la calcestruzzi nel 1993 era la più ricca e potente azienda d’italia! non era questione di soldi! o meglio, era questione di soldi, nel senso che cuccia ci voleva rubare la nostra ricchezza di ravennati. io chiesi aiuto al bulow all’incirca nel 1994, era ancora un giovanotto il comandante bulow, e andava ancora a far le vacanze in parlamento, il bulow era nel pieno delle sue facoltà mentali! non era ancora da don ugo. tuttavia…mi sorrise…e mi disse dei “si” dei “no” e dei “non so”. certo, cassani, può scrivere e parlare, ma a me dei bulow, dei partigiani, dei zaccagnini, di questa italia di ipocriti e di falsari politici ed ideologici non mi frega più un tubo. a quale titolo cassani scrive quelle ritrite parole; per la sua laurea? per la sua cultura? perchè è assessore? per il suo lauto stipendio pagato dal popolo di assessore che gira per il centro? non si accorge che lui offende proprio quei valori che decanta nel suo scritto, valori chiusi nello scrigno dai partigiani con la resistenza e cioè: 1 libertà 2 giustizia. con tangentopoli, con quella schifezza di tangentopoli (della quale il cassani frignerà:”io non sapevo nienteee!”…come bulow di codevigo) i politici hanno usato la nostra libertà di lavoratori di ravenna e del mondo, come fosse uno straccio per i pavimenti. i politici locali hanno disonorato con sadismo la nostra dignità, il nostro onore, la nostra onestà, procurandoci una ingiustizia che ancora e sempre mi lacera! quindi, e qui passo la letterina dal direttore all’assessore, egregio assessore, denunci finalmente con coraggio quella perfida tangentopoli, ingiustizia non solo per ravenna, ma per la nazione! offesa alla cultura, alla ricchezza di ravenna! cacci via dal porto quel presidente! quel parrello che altro non è che l’impiegato di cuccia rossi bondi d’attorre mercatali albonetti matteucci, mandato a ravenna per il lavoro sporco e maledetto di quell’ invidioso di cuccia, un essere che non posso qualificare tanto è stato il suo odio, la sua invidia nei confronti di gardini e di me e di noi lavoratori della calcestruzzi di ravenna, tanto era immenso il suo sublime cinismo nei confronti di noi lavoratori e delle nostre famiglie…illustre, lei è nel gruppo che in concertazione con i sindacati e cuccia ha decretato la morte dei lavoratori della calcestruzzi. d’attorre, allegramente, ha proclamato dall’alto della sua conoscenza professorale di storico, in diretta tv, che: ” posso fare a meno del lavoro di tartagni…” offensivo…dilaniante…frustrante…odioso…sono i valori della resistenza che hanno fatto pronunciare a d’attorre queste orrende parole! bei valori ereditati dal bulow! fare del nero con il finanziamento del cremlino evadendo le tasse! fare tangentopoli prendendo dei soldi dalla calcestruzzi spa e poi far finta di niente! ma…ma…è una vergogna! ma è ancora in tempo, assessore, per meritarsi un posto in paradiso ed uno nella storia dei grandi uomini dell’umanità. denunci lo schifo di tangentopoli a ravenna. il lavoro, la libertà, la giustizia, bisognava difenderle allora, nel 1993, per poi poterle difendere sempre! non basta una resistenza! ce ne vogliono in continuazione! ci vuole onestà, coraggio, lealtà, come diceva un tale, affronti le conseguenze della verità che deve essere liberata dal gioco dell’ingiustizia e della viltà, come i partigiani affrontarono le conseguenze della latitanza guerriera sulle colline! e loro colpivano alle spalle! sparavano di nascosto! come i cecchini! come cuccia, come parrello! e lei! affronti la viltà di tangentopoli e la scardini con il coraggio della vita! della storia! da uomo libero da condizionamenti ideologici! libero! giusto! come ci insegna la resistenza! non bulow! la resistenza! enrico tartagni

  • enrico tartagni

    forza italia ha votato contro spadoni walter!!! che tragedia…cassani non ci capisce più niente! come faremo? a ravenna? poveri comunisti, così inutili…
    direttore, leggo sui giornali del voto di sfi…di sfiducia di f.i. contro walter della monica, al secolo walter spadoni, il dux del centro relazioni culturali, ex padrone della viaggi generali che in quanto tale tirava i posacenere addosso alle impiegate malcapitate nel far tardi in ufficio…ai maschietti niente, se facevano tardi, perchè c’era da prendere un fracco di botte, sa, direttore, non è che il della monca sia carnera…le vorrei spiegare il perchè del voto, così spiegando a lei lo spieghiamo anche all’assessore cassani che è tutto confuso da ‘sto voto, si chiede: ma perchè i berluskoniani odiano il mio walter? ecco il perchè, perchè il della monica, ma la monica non ne ha colpa, è un voltagabbana! fino al 1992 era sovvenzionato dalla calcestruzzi spa di raul gardini, lorenzo panzavolta, carlo sama, alessandra ferruzzi ed enrico tartagni e li prendeva i nostri soldi! dio bono se li prendeva! e riveriva gardini e panzavolta quali immensi mecenati della cultura! e se li sruffianava! dal 1993 a cominciato ha lisciare un tal parrello, che gli passa le sovvenzioni questo qua adesso, ed io l’ho visto più volte il della monica inginocchiarsi, orca! stavo per scrivere, prostarsi, ma non l’ho scritto! per fortuna…a ‘sto strano nome che è il parrello, e adesso riverisce come magnate magnate fratelli della cultura questo nome. ecco spiegato il voto contro, i voltagabbana, i ruffiani che girano col vento, quelli che non sai chi sono in verità, quelli che t’accorgi che sono pronti a fregarti ed a prendere su dal potente di turno…diventano antipatici, noiosi…alla fine…chi si prostra al potere cambiando casacca e colore come i camaleonti, si dice così vero? poi stancano. esattamente come i camaleonti fanno tutti gli uomini di cultura…sa direttore…quegli intellettuali che si sentono i padroni delle anime…così fanno gli intellettuali e gli artisti, i poeti e gli scrittori, i presidenti e i direttori, i filosofi ed i pensatori, i senatori ed i deputati, senza alcuna eccezione che confermi la regola. ecco la spiegazione per cassani. cordiali saluti direttore. enrico tartagni

  • enrico tartagni

    balzani roberto vuo fare il sindaco! basta fare il professore..leggo inoltre direttore che il prof balzaniroberto che non si è accorto di avere calpestato una povera edera cadutale ahilei tra i piedi novello sindaco di fo…novello…mica è un vino…probabilie o possibile…possibile? quindi era il prof dell’università magna di ravenna preside della facoltà di conservazione ei beni culturali (di chi= i suoi?…de che?) aoh professò ce la potemo fa con sto titole de studio i cè lòng?…dicevo, direttore…per incisione…era poi proprio lui il personaggio gran garibaldino della lettera di solaini di forlì…rilascia…rilascia?sa vòl dì? un’intervista al giornalista del giornale…uno purchesia tanto fanno tutti pena…ed il giornalista gli chiede in the end – scusi prof ma lei si sente repubblicano o…o un’altra cosa? – e lui – io non sono ne questo ne quello io sono un democratico…- uei che forte! ma cussa vòl dì democratic? nèca me a sò democratic! e incòra lò e dìs – la rivoluzione democratica si può fare – scusi prof cosa vuol dire ciò? guardi che siamo già in democrazia…che cavolo di rivoluzione vuole fare! anche lei imitando il flaccido vuol fare la sua rivoluzione?…non del flaccido…dico la sua di lei…così d’amblè tanto per gradire una qualche testa tagliata a sfumatura bassa? tanto per elminare delle teste di ca…di ca… di rapa…mi permetto di precederla chiarissimo…teste di rapa come la mia. ui ui direbbe stanlio gasp farebbe paperino col fumetto!per fortuna direttore che quelle del balz erano solo delle primarie…primarie? sà vòl dì? mah! ma a me che me ne frega tanto il prof farebbe il sindaco a forlì…però però se il cattedratico_intellettuale-filosofo fu repubblicano…perchè lei mister prof è un fu.repubblicano…non è vero? l’ha detto lei al giornalista sul giornale…roberto balzani questi…o questo…per me pari sono…mi resterebbe a lavorare a casa mia a ravenna!noo

  • enricotartagni

    bulow!direttore non ne posso più di bulo,mi ha rotto completamente!tra l’altro quel…quel…coso in comune…cos’è?un 1/2 busto?non è sto granchè, anzi è brutto!mo lasìl un pò stè stè pòr sgraziè d’un partigiè! allora, c’è un tal polito che scrive che bulow ha affrontato dei processi(intanto, è stato processato…)a causa di codevigo e risulta che lui è estr…era estraneo…l’è mòrt!…che non sapeva niente delle vendette crudeli e spietate.fior di storici e fior fiore di giudici lanno…l’hanno detto dimostrato sentenziato, il polito va avanti, e ci chiede, anoi cretini che di bullovv non ci frega un tubo, dove sono i vostri storici che dimostrino che boldrini arrigo sia un assassino? uno c’è, ma al politopolito ed ai maestri non gliene frega un altro tubo di quel dimostra il nostro storico partigiano.e per forza l’arrigo b. risulta innocente come una mammola, i giudici e gli storici sono di parte!della sua!san far tutti così. ma, direttore, diciamo pure che l’arrigo nazionale sia un candido grande generale comandante eroe partigiano della garibaldi e garibaldini connessi,ma…se era il comandante…mò allora sapeva degli assassinii efferatia sangue freddo a codevigo! vuoi che un grande comandante…eh?sapeva sapeva…noo?i politi dicon di no? che non sapeva un cacchio? allora bulow non era poi stò granchè, l’armata non era stata sciolta (come mai?)no!arrigo b. era ancora il comandante dei brigat…della brigata. vediamo direttore, in analisi:boldrini non sa;quindi, non vale un fico secco come soldato comandante…io, che ho parlato con bulow tre o 4 volte (in una c’era presente mercatali…eh si direttore, c’era il vidmer lì!)beh…mi sono chiesto: ma è questo il grande generale? il temistocle della resistenza?il fine tattico stratega delle colline in guerra? perchè mi sembrava sul…sul…come dire, non si ricordava un tubo di quello che aveva fatto, o avrebbe fatto…ormai chi lo sa? e sbrissèva sòra i ricordi, diceva si…e poi…no…mah!santo cielo, dite voi storici, io non ho avuto una bella impressione di quei boldrini là…ho pensato:che il vero comandante non fosse un altro incollinato? ri-mah! ma se boldrini sa delle vendette e dei sacrilègi eseguiti dai soldati patrioti italiani alle sue dipendenze contro altri italiani che non la pensavano come lui, se è così…è un figlio di…mi dispiace anche dire che boldrini si è lasciato impattacare di medaglia da un ufficiale inglese…quindi…ciò vuol dire…che se…non ci pensavano…gli altri…a liberare l’italietta dalle belle spiagge…se aspettavamo i boldrini ed i tartagni…saremmo ancora lì a farci la calzetta…sapete…poi ci dovevano fare le vacanze in italia, sia gli alleati plutocratici, sia i tedeschi naziskinn…bastaa con i bullok, vi pregoooo…tenetevi quell’orribile busto nei bui corridoi comunali, prostratevi alla divinità quanto volete e fatela finita! per quanto riguarda zaccagnini, toglierei pure lui. dopo aver fatto il partigiano ed il pediatra, ha rovinato definitivamente la sua vita e la nostra natura ed i nostri paesaggi di ravenna (come si è permesso? ricordate? si andava al mare in bicicletta lungo il nostro candiano tra una natura meravigliosa e con la vista su paesaggi stupendi!ditemi ravennati! oh, ravennati zombi! di chi è adesso il candiano alberonian-corsiniano? nostro? vostro? o dei capitalisti del porto!? che ci impuzzoniscono, che ci incanchereniscono! cui vègna un cancàr! che ci vietano di andare sulle amate sponde materne!maledetti padroni! dovreste morire tutti! dai, dite ravennati…o ravegnani…o ravennesi…che cazzo siete!?)allevando poi dei politichetti che meglio del maestro gli hanno rifinito l’opera annientando ogni speranza naturale ed ambientale!rovinandoci irreparabilmente marina di ravenna e la vista della pineta alla costa del mare con quello schifo di capannone delle terme di punta marina.oggi ci vogliono definitivamente tombare le pialasse!!!e dotarle di fogne!ma capisce, direttore,le pialasse di ravenna,per un parrello qualsiasi, devono essere dotate di fogne!pazzesco!è come se nel culo del parrello e di tutti noi infilassimo dei tubi che convoglino gli escrementi, anche in fase diarroica, nelle fogne!ed anche davanti, noi ci potremmo attaccare dei cateteri collegati con le fogne, magari bianche, smontabili facilmente…perchè non è che si debba usare solo per s.s.p.p. vero? pazzesco! le fogne nelle mie pialasse, ma ci butterei quel parrello lì nelle fogne!che si provi a toccarle ancora le mie pialasse…perciò toglierei zaccagnini perchè poi, quando si è dato alla politica entrando in campo, ha fatto solo guai come scaramacai, in comitiva con mattei, inoltre sbadatamente si è fatto portar via aldo moro.comunque io toglierei tutto quel bustero la dentro al comune, morti e vivi, di marmo e di carne, farei un grande fhareneit 451 di tutta quella ciustè, si davvero!tanto per la schifezza di paese, mi riferisco alla patria piccola come alla patria grande,che hanno costruito!c’è stata tangentopoli a ravenna e quelli che avevano il potere, a ravenna, nel 1993, ne hanno approfittato per papparsi i soldi di ferruzzi-gardini, ecco a cosa è servita la partigianeria del bulow, a fare un’italietta di furbetti e di cagasotto…dov’era bulow il grande comandante, quando io avevo bisogno di aiuto contro l’attuale presidente dell’autorità portuale, che nel 1993 era l’invasore di turno,che “ammazzava me e gardini e glielo chiedevo, al bulow, di aiutarmi nella difesa contro l’invasore violento e crudele? con mercatali lì davanti a noi? l’eroe era nel suo mondo di gloria!mi rispondeva che lui non sapeva niente di tangentopoli!non ci capiva niente!direttore…non sapeva niente di tangentopoli come non sapeva niente di codevigo! non ci capiva niente…ma…non era uno stratega?bè, facile così, noo? il boldrini mi diceva:me ne impippo e faccio il pilato ed il polito.ma, scusi direttore, che cosa c’entravo io con tangentopoli? cosa ne sapevo io cosa stava facendo il mio comandante gardini con la mafia e con i partiti?per analogia, tenendo presente però che il boldrini era il capo nella fattispecie di codevigo, e io ero solo il militare subalterno nel caso della calcestruzzi…ma se il bulow-comandante è innocente perchè non sa, e oggi si merita la statuina, anch’io, a maggior ragione essendo soldato semplice, sono innocente perchè non so che gardini è un ladro, e per questo raul si merita UNA STRADA INTITOLATA al suo nome. e allora,perchè sono stato derubato del mio lavoro alla calcestruzzi ad opera di mediobanca-cuccia-parrello, che si sono portati via la mia calcestruzzi con la violenza di tangentopoli? avanti, ditemi, illustri storici ed imparziali giudici! perchè? e mercatali, mentre pregavo boldrini arrigo di aiuto! cosa faceva? lui guardava il rustichello. oh, bulow si portava a casa una pensione, tra diritti partigiani e diritti parlamentari, che variava tra i 10000 ed i 10000. mò adesso…chi la prende la pensione di reversibilità dello stato? un saluto ai politi ed un cordiale saluto al direttore, sperando che lascino bulow a giocare alla guerra tranquillo nei verdi territori collinari di manitou con un bel parce sepultum bollitum. enrico tartagni

  • enricotartagni

    direttore,allora, leggo sul sito ravenna notizie che il sindaco è indignato offeso…sapesse io quanto lo sono per quello che mi ha fatto con tangentopoli alla mia calcestruzzi!…per la indecente gazzarra, scampolo di guerra civile, in piazza dell’aquila a 50 metri da piazza del popolo ove si svolgeva la cerimonia del 4 dicembre…cosa si “cerimonia” che non lo sa più nessuno?…c’erano a guardare un 4×4 + dei bimbi delle elementari con le maestre logicamente (oh, non si trova più un maestro maschio!) coinvolti e strumentalizzati nell’orrenda commistione di busti e liberazioni!…che ha visto un contro l’altro armati i sinistrorsi skinids amanti di boldrini e i nazifascisti che di boldrini se ne fregano…se non che, i nazifasci avevano messo su il baldracch…cioè, il baldacchino per accogliere le firme antibulowiane in santa pace, quando è arrivata l’allegra compagnia di rossi di strada (che dimostra quanto fossero buoni i partigiani comunisti che si imboscavano sui nostri colli, tra i quali, non tra i colli, tra i partigiani, anche mio zio tuttora vivente ma che non si ricorda più un tubo di quello che ha fatto…perchè se loro erano come questi di via muratori!!! stiamo freschi…che ha iniziato i cori alla bella ciao, e fin qui va bene perchè la canzone è molto bella, ma anche ad insultare quei poveracci di fascistoni che così hanno dovuto in fretta e furia montare un amplifon per urlare più forte dei komministsoviet, ed è così che hanno finito per disturbare la beata pace del sindaco matteucci e dell’anpi che odor…adoravano il busto buloviano. Eh si sindaco! voi fatevi le vostre cerimonie private in santa pace nella casa comunale che gli altri si raccolgono i loro autografi da incorniciare per i nipotini in santa pace in piazza xx settembre…se un qualcuno non avesse mandato quegli sparuti baldi tifosi dell’arrigo non sacchi a far cagnara, egregio ed illustre sindaco, lei avrebbe goduto della sua giusta e dovuta tranquillità…d’altronde però in piazza dell’aquila c’era più polizia che dimostranti…contro i fascinazi + i redblockperugina…cioè le forze dell’ordine preponderanti e sovrabbondanti perchè non hanno disperso al vento i deficienti di qualunque colore colorati? direttore, ho fatto presente ciò appena descritto alle signore autorità tutte in blocco che facevano capannello e cerchio prima della cerimonia funeb…civil-militare del 4 dicembre (?) (c’era giangrandi che diceva agli astanti istituzionali:io dico quello che penso! e lo ribadiva con enfasi a quelli che lo ascoltavano sorridenti sorry), e sa cosa mi ha detto uno delle loro autorità, che non so chi fosse perchè non è che potessi stare lì a squadrarli tutti, erano un plotone di autorità!, mi ha detto una cosa che praticamente lui non sapeva che a 50 metri dalla prefettura e dalle lapidi dei morti partigiani (uffa, quando finiranno sti partigiani? non se ne può più!),si stava consumando uno scampolo di guerra civile! distinti saluti. enrico tartagni

  • Enrico Tartagni

    Guardate un po’!Mario Colombini direttore della Cls di Bg in galera perchè faceva affari con la mafia!Colombini era il direttore della cosidetta Calcemento nel 1998 ed io lo conoscevo bene.Per me non valeva niente come dirigente,e anche come uomo adesso ne ho la conferma!Colombini era il diretto dipendente di Giuseppe Parrello, che era il factotum Di Cuccia_Rossi_Bondi a Ravenna per smembrare la grande Calcestruzzi spa messa sotto sequestro con la scusa di Tangentopoli o di presunti indebitamenti con le banche,che non c’erano infatti perchè era la CLSspa di Ra che dava miliardi di soldi alle banche in sbf e allo sconto!No!Noi della Calcestruzzi spa abbiamo perso il posto di lavoro perchè Cuccia (di religione frankista) odiava il nostro padrone,Raul Gardini!E sappiamo definitivamente adesso che abbiamo perso il posto perchè la Calcestruzzi di Ra era implicata con la mafia!Ma noi 120 ragionieri amministrativi cosa c’entravamo con la mafia?Niente!Sarebbe come se adesso i lavoratori amministrativi di BG fossero licenziati come successe a noi o fossero trasferiti in blocco in altra città, per esempio a Ravenna. No!Bisognerebbe mettere in galera oltre che a Colombini anche GP.Pesenti che era nel CdA della Calcestruzzi spa di Ra con Panzavolta,Ricci Giuliani,Alessandra Ferruzzi,Carlo Sama. Non mi verrete mica a raccontare che Pesenti non sapeva niente della mafia,eh!Che Parrello, per esempio,giunto in Ravenna nel 1993 solo con lo scopo di svendere tutto della Ferruzzi,compresa la Calcestruzzi,inviato da Mediobanca per tagliare Aziende e “teste umane”(e alcuni come ho già detto hanno pagato con la vita il loro dolore interno),non sapeva niente della mafia? Chi ci crede di voi?Io no!Svenduti per mafia, non per bancarotta,o per debiti commerciali verso fornitori,no!per mafia! Di questo delitto devono pagare i Panzavolta, i Ferruzzi,i Ricci Giuliani,i Sama, i Pesenti,i Parrello, i Rossi,i Bondi…non i lavoratori dipendenti ragionieri e tecnici d’ufficio della Calcestruzzi spa di Ravenna. Enrico Tartagni,Ragioniere della Calcestruzzi dal 1967 al 1998. Ravenna 4/2/08

  • Enrico Tartagni

    Sappiate dunque anche che sono stato il delegato sindacale unico ( cgil-uil-cisl)della Calcestuzzi dal1993al1998 e sedevo al ” Tavolo contro il pericolo Tangentopoli sui lavoratori della Calcestruzzi” con il sindaco D’Attorre,con il presid.Provincia di Ra,G.Albonetti,con il Pres.CCIA di Ra Avv.Pietro Baccarini,con i segr.Cgil-uil-cisl B.Baldini,F.Proli,Fabiani,con Ricci Costantino,Casadei GP.,Linari,Schirripa.Tutti personaggi d’alto lignaggio politico e sindacale che promettevano, a noi dipendenti della Calcestruzzi spa, che ci avrebbero difeso dall’odioso attacco di Enrico Cuccia( attraverso il suo incaricato Giuseppe Parrello).Guardate come è andata!La Calcestruzzi regalata metà a Gianni Agnelli, metà a GP.Pesenti(quinta colonna nel CdA della Calcestruzzi Spa) e tutte le azioni quotate in borsa nel 1991 a £22.200 (da £7000 iniziali!) sparite dal mercato!Tutte le proprietà aziendali alienate e i soldi incassati, fuori da Ravenna!Quale conclusione devo trarre?Quale concusione ne traete Voi? Che tutti quei politici che mi battevano la mano sulla spalla e mi confortavano dicendomi (quindi dicendolo anche ai miei compagni)” ti salviamo noi!”, che tutti quei personaggi di cui sopra erano d’accordo con Cuccia (e perciò con Parrello)?E,non avete notato che Parrello e stato nominato Pres.AutoritàPortuale di Ra? Perchè? Ditemelo Voi, perchè io lo so, maVoi lo sapete? E se lo sapete, Vi pare giusto che noi Lavoratori della CLS Spa dovessimo essere trattati come ladri? Buttati nel calderone di Tangentopoli come tanti corruttori? Grande grande offesa alla nostra cultura,al nostro lavoro,alla nostra fatica, che grida vendetta!Ditelo a Travaglio,che tanto se la mena con la Giustizia, che i ragionieri della CLS Spa sono onesti, e puri,si puri!Ma lui,Travaglio,questa cosa non la dice e non distingue mai tra noi dipendenti e i padroni, loro si corrotti e corruttori come da processi!Noi lavoratori dipendenti ragionieri della Calcestruzzi Spa chiediamo e vogliamo ci sia resa giustizia morale! Enrico Tartagni 26/1/2008

  • Enrico Tartagni

    La Calcestruzzi fondata da S.Ferruzzi era la più grande Azienda italiana,superiore per rendita e rendimento a tutti.Perchè avete offeso i dipendenti con Tangentopoli?Con l’invasione dei ns/uffici co la GdF?E’stata una vergogna ed uno schifo contro i Lavoratori e mai nessuno ci ha chiesto almeno scusa!E il marcio orrendo dell’Italia di adesso 2008 discende dall’orribile Tangentopoli che tutti voi ora fate finta di non conoscere e fate come se niente mai fosse successo a noi lavoratori.Ma sappiate che tanti dipendenti della CLS spa sono morti e si sono ammalati perchè rimasti senza lavoro dopo l’assassinio della Calcestruzzi spa!Enrico Tartagni,ragionieredal1967 a 1998 della CLS spa di Ravenna

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