Liquida

Rapporto Usa inguaia Rumsfeld

by on Feb.04, 2007, under Cuba/Dentro Guantanamo

NEW YORK – Non si placano le polemiche sul segretario alla Difesa degli Stati Uniti Donald Rumsfeld. Accusato dai generali – che chiedono con insistenza le sue dimissioni – di una gestione fallimentare della guerra in Iraq, ora è travolto dalle rivelazioni del rapporto sui prigionieri di Guantanamo, il carcere speciale a giurisdizione americana sull’isola di Cuba, in cui sono detenuti senza legittimo processo i sospettati di terrorismo internazionale. Nel documento stilato dall’organizzazione per i diritti umani ‘Human rights watch’, Rumsfeld viene definito "personalmente responsabile" delle torture sui prigionieri di ‘Camp X Ray’. Di più: secondo un rapporto della procura militare, citato nel documento, il ministro Usa della Difesa avrebbe seguito con molto interesse gli interrogatori di un detenuto, Mohammed al-Qahtani.

L’accusatore ha un nome, Randall M. Schmidt, un generale che rivelato sotto giuramento – dopo aver concluso l’inchiesta e ascoltato per due volte Rumsfeld – che il capo del Pentagono è "personalmente coinvolto" nell’interrogatorio di al-Qahtani. Neanche il sostegno del presidente Bush sembra riuscire ad evitare il vento di polemiche che travolge il segretario della Difesa.

E va giù dura Joanne Mariner, la responsabile del programma Terrorismo e antiterrorismo di ‘Human rights watch’, in una nota pubblicata sul sito web dell’organizzazione: "A questo punto" ha detto , "la questione non è se Rumsfeld debba o no di mettersi, ma se debba o no essere incriminato, perché le dichiarazioni del generale Schmidt mostrano che era perfettamente a conoscenza degli abusi commessi su al-Qahtani".

Nel rapporto della procura militare, riportato dal giornale on-line ‘Salon.com’, sono descritti tutti i particolare delle torture che il presunto terrorista fu costretto a subire per sei settimane: dalla privazione del sonno agli abusi sessuali. E Rumsfeld sapeva tutto. Ma, sostiene ‘Human rights watch’, anche se non lo aveva ordinato, questo lo rende comunque responsabile: "Era a capo della catena di comando, quindi doveva o avrebbe dovuto essere a conoscenza dei reati commessi dai suoi subordinati".

Nel documento del generale Schmidt, inoltre, si afferma che il capo del Pentagono aveva contatti "settimanali" con il generale Geoffrey Miller, comandante del centro di detenzione di Guantanamo, sull’interrogatorio di al-Qahtani, considerato una delle menti degli attacchi dell’11 settembre.

La Repubblica


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