Liquida

Afghanistan pronti ‘A-129 Mangusta’ e ‘Dardo’

by on Apr.02, 2007, under Guerre globali

Il Consiglio ha disposto il rafforzamento delle "misure di protezione" della missione militare italiana in Afghanistan, così come ha deciso il Parlamento, in vista di "un possibile, non breve periodo di permanenza" e costante verifica delle esigenze da soddisfare per favorire la stabilizzazaione e lo sviluppo nelle aree di crisi in cui sono impegnate le truppe italiane.

 

Quattro o cinque elicotteri A-129 Mangusta e veicoli corazzati Dardo, con relativi equipaggi e tecnici per la manutenzione: sarebbe questa, secondo le prime anticipazioni, la traduzuzione partica del dispositivo per rafforzare le difese del contingente militare italiano in Afghanistan.

 

I Mangusta – provenienti dalla brigata  Aeromobile Friuli – sono elicotteri da esplorazione e scorta.

            

I Vcc (veicoli corazzati  da combattimento) Dardo sono invece dei mezzi cingolati per la fanteria, ciascuno con  capacità di trasportare una squadra di
fucilieri .
Mangusta e Dardo andrebbero ad unirsi agli elicotteri da trasporto e ai Veicoli tattici leggeri multiruolo Lince già schierati ad Herat.

Perchè proprio a Herat?

(…)La via migliore per una condotta, che sembrava passare per Herat, è oggi saldamente controllata dai Talebani, anzi, è stata la loro prima grande conquista, non a caso. 
Però non sono all'orizzonte alternative al regime pashtun, quello che è oggi al potere a Kabul, e nemmeno in caso di guerra dichiarata si può prevedere una stabilità politica che restituisca vigore ai giochi nell'area.Un oleodotto infatti non è investimento di poco conto. 
Leonardo Maugeri, nel suo recente libro "Petrolio", ricorda che il prezzo medio di un oleodotto è di un milione di dollari al chilometro, stazioni di pompaggio e valvole comprese, ma può salire di molto se la zona è geograficamente impervia. 
Non costituisce invece un problema la lunghezza: l'oleodotto "dell'Amicizia", che collega il Volga russo alla Germania, ha una portata di 1,4 milioni di barili al giorno ed è lungo più di 2mila chilometri, mentre la pipeline che dalla città canadese di Edmonton conduce a Chicago arriva a 3mila chilometri.Quel che è da ridurre ai minimi termini è invece il rischio di furti e di sabotaggi. 
Forse è anche su questi interrogativi che si sviluppano oggi le considerazioni dei vertici economici e militari americani, che per garantirsi un appoggio russo o pakistano rischiano di dover concedere ad altri il controllo delle highway del petrolio.

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