Liquida

Dubai: Lorenzo Bassano rischia 4 anni per meno di un grammo di fumo

by on Mag.10, 2007, under Morire in carcere/ di lavoro

Sono già oltre duemila le firme raccolte nella petizione online a sostegno di Lorenzo Bassano, l'emiliano di 40 anni recluso dal 21 marzo scorso dopo esser stato fermato all'aeroporto di Dubai con meno di un grammo (0,78) di hashish nel bagaglio a mano.
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Una sequenza da incubo che lo vede protagonista, lui abituato invece a stare fuori dal set per dirigere film e spot. Anche perché la legge degli Emirati arabi in materia di stupefacenti è ferrea: il giovane regista rischia infatti dai quattro anni di carcere in su. Non importa che una quantità così minima non basti nemmeno per uno spinello. Possesso di stupefacenti con occultazione è il capo d'imputazione ribadito alla prima udienza del processo, il 9 maggio. La sentenza è prevista tra dieci giorni, il 19 maggio.
«Hanno trovato due pezzettini piccoli di hashish, finiti chissà come uno nella tasca dei pantaloni e l'altro in una scarpa, è stato davvero sfortunato – racconta la sorella Arianna – . Tra gli altri 8 detenuti in cella con lui nel carcere dell'aeroporto c'è un altro italiano, Andrea De Angeli, un ragazzo di 21 anni che si era concesso un viaggio come premio di laurea (in architettura) che è stato fermato due giorni dopo Lorenzo con addosso 0,12 grammi di fumo.
«Si fanno coraggio, sperano che l'emiro conceda loro la grazia» riferisce Arianna. Lorenzo gli ha già scritto una lettera in cui chiede scusa per l'errore commesso e chiede di tornare a casa dalla figlioletta prima che la malattia da cui è affetto fin da bambino degeneri. «Ha il morbo di Crohn, una patologia psicosomatica cronica dell'apparato digerente che gli impedisce di nutrirsi normalmente. Finora ha perso 14 chili ma da alcuni giorni ci siamo organizzati con un catering esterno. Per fortuna non l'hanno trasferito ancora nel carcere vero, ora può anche telefonare tutti i giorni alla sua bambina, indossare i suoi vestiti». Faremo avere allo sceicco la lettera di Lorenzo insieme a quella scritta da mia madre e alle firme raccolte nella petizione online». Un'iniziativa partita da tre colleghi sparsi per il mondo che appresa la notizia, avevano aperto tre blog separati che hanno poi unito in un solo indirizzo. Per avere una voce più forte. «Speriamo che l'emiro si sensibilizzi al caso».

10 maggio 2007


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