Liquida

Marina Petrella

by on Set.05, 2007, under Giovanni Falcone e Paolo Borsellino/ Antimafia

Martedì 21 agosto 2007, nel pomeriggio, ad Argentueil (Val d’Oise) Marina è convocata, con sua sorpresa, per formalità amministrative riguardanti un auto che ha venduto da più di un anno. Si reca al commissariato col marito e la figlia di 10 anni. Le formalità vengono regolate velocemente, nonostante ciò i funzionari continuano a fare storie cercando di guadagnare tempo. La figlia si stanca, il marito esce con la bambina dal commissariato e Marina resta sola con i poliziotti. Dopo oltre un’ora d’attesa davanti al commissariato la bambina angosciata e l’uomo inquieto tornano dentro giusto in tempo per vedere Marina strattonata e trascinata via da dei poliziotti che le impediscono di parlare con loro. Chi è questa donna brutalmente strappata dalla sua vita? Marina Petrella è italiana. Vive in Francia dal 1993 ed è titolare dal ’98 di una carta di soggiorno di 10 anni, emessa dalla prefettura di polizia di Parigi. Nel corso di questi anni ha lavorato come assistente sociale in molte municipalità ed associazioni della regione parigina. E’ madre di due figlie di cui una presente all’arresto. Trent’anni fa in Italia ha partecipato al largo movimento di rivolta anticapitalista che ha visto decine di migliaia di giovani militanti impegnarsi politicamente, la cui rivolta spesso è arrivata sino alla “critica delle armi”. Perseguitati da una legislazione d’emergenza, a volte dopo anni di carcere, diverse centinaia di loro si sono rifugiati in Francia dove il presidente della Repubblica garantì “il rifiuto di qualsiasi estradizione politica”. Dal momento che la necessaria amnistia per i fatti commessi tra gli anni ’60 e ’70 è stata rifiutata dallo Stato italiano, questa politica è stata mantenuta senza interruzione venti anni durante contesti politici diversi, costituendo così un principio de facto della Repubblica francese. Questo principio è stato violato una prima volta nell’agosto del 2002 quando Paolo Persichetti è stato consegnato arrestato e poi consegnato due anni dopo alle autorità italiane e poi con il tentativo di estradizione di Cesare Battisti. Oggi è il turno di Marina di essere incarcerata, essa subisce la minaccia di essere consegnata alla stato italiano che conosce solamente la legge del taglione: Marina rischia l’ergastolo per fatti compiuti oltre 30 anni fa! Qual è allora lo stato reale dei diritti di questi italiani? Sono forse condannati a continuare a subire in Francia questa decimazione annunciata? Certes l’État italien, droite et gauche confondues, société politique et ordre judiciaire, tenants d’une idéologie de la solution pénale aux conflits sociaux et politiques, dégainent à l’unisson une implacable volonté de justice comprise comme vengeance infinie. Certamente lo stato italiano, destra e sinistra unite, società politica ed ordine giudiziario, propugnatori di una ideologia della soluzione penale ai conflitti sociali e politici, articolano all’unisono una implacabile volontà di giustizia intesa come vendetta infinita. Il colmo è che dappertutto nel mondo, dal Ruanda ai territori occupati, passando per l’Irlanda, le virtù dell’oblio e della rinuncia alla vendetta sono richieste al fine della riconciliazione e della pace. E questo senza ignorare che esistono, da entrambe le parti di qualsiasi conflitto, le famiglie delle vittime, madri e figli per cui “questo sarebbe come se si uccidessero i nostri cari una seconda volta ! “. Al contrario, nel caso di questa storia dei rifugiati in Francia, si considera il tempo come cristallizzato e che il crimine è imprescrittibile. La scelta di questi militanti, questa violenza che si è chiamata rivoluzionaria e che lo stato italiano ha combattuto a suo tempo (6000 prigionieri politici tra cui Marina che ha già passato 8 anni in carcere), costituisce il “male assoluto”, l’inconcepibile che deve essere perseguitato attraverso il tempo e lo spazio fino al punto di strappare, dopo 30 anni di intervallo, una donna alla sua famiglia un giorno d’agosto nel commissariato di Argenteuil. Il meccanismo punitivo ossessivo e cieco degli Stati italiano e francese crede di poter tranquillamente distruggere la vita di Marina. E’ chiaro, senza calcolare il nostro accanimento a rompere il suo meccanismo perverso.

Reunion d’information et de discussion afin de continuer la mobilisation vendredi 7 septembre à 18 h au CICP, 21ter rue Voltaire métro rue des Boulets

Per scrivere a Marina: Marina Petrella, numero d’écrou 9612 Maison d’Arret de Versailles, 28 av de Paris – 78000 Versailles contatto:marina@internetdown.org


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