Liquida

Otto marzo, si dovrebbero ricordare le donne della fabbrica che bruciarono, le lotte per rivendicare diritti e parità ed invece strano ma vero prendo la metropolitana per andare al lavoro e mi tocca sgattaiolare tra la la folla da quanti vorrebbero invece vendermi le mimose.
Insomma dopotutto strano otto marzo in compagnia dell’unica donna di cui mi fido cecamente, che mi fa sorridere quando ogni otto marzo mi racconta che mentre le donne scendevano in piazza a festeggiare lei andava in tribunale per depositare i documenti per la separazione da suo marito che poi sarebbe mio padre.
Sorrido sempre ogni anno, nel ricordare che non me lo ricordavo ma che un anno prima me l’aveva raccontato nello stesso modo ingenuo, ma con tutte le rivendicazioni del caso, anche se in una situazione diversa.

Una palla mortale dover far finta di essere donna ed interessarmi ai vestiti che mi vuol far comprare mia madre, ma siamo passate davanti ad il murales di Carlo rifatto quest’anno davanti al Bulk ed allora ho potuto raccontarle che cosa significa per me, per noi, per quella parte di persone che non conosce perchè non ne sente parlare in televisione ma che sa che esistono, ne sono la prova vivente per lei.
Sò che siamo diverse, ma apprezzo il fatto che sappia ascoltarmi, capire il perchè di tante cose è difficile, ma mi piace il fatto che ci provi sempre anche se per lo più non ci riesce.
Pomeriggio mi ha chiamata una cara amica da Perugia, che ora vive a Perugia ma che ha studiato all’accademia di Firenze e con cui ho passato la gran parte delle mie estati da piccola, quando andavo a Castelbuono, non mi sono stupita a vedere certe opere, ma sono talmente belle che credo ancora neppure lei si renda conto di quanto.
Un otto marzo non particolare, ma come donna mi sento di ringraziare chi da donna mi ha fatto apprezzare di più questo mondo fatto anche di donne.