Liquida

Travaglio&Schifani

by on Mag.15, 2008, under Marco Travaglio

Travaglio l’ho conosciuto ad uno di quei convegni sociologici di cui mi
cibavo sette anni fa, una delle cose che mi rimase impressa fu la
quantità di denunce ridicole a suo carico, oggi se ci penso a distanza
di tempo nulla è cambiato, rimangono ridicole, anche se adesso ho
capito che la verità è una cosa che purtroppo anche senza troppa logica
si paga a caro prezzo. Insomma Travaglio ha un altra denuncia, questa volta non arriva da Berlusconi ma da Schifani, cose dette ma che se dette quando il personaggio è un alta carica di governo creano non pochi problemi di imbarazzo alla maschera di bello e buon paese italiano che porta pace nelle sue missioni, anche se questo non è poi tanto veritiero se si leggono i giornali stranieri ci descrivono come un paesemafioso, ridono, alcuni sembrano perfino preoccuparsene (vedi Romania Libia, Unione Europea).
Non importa, la cosa importante è che l’italiano medio continui a credere a quel che gli viene detto, cosa che puntualmente è avvenuta prima, durante e ora finite le elezioni in cui si sta iniziando a pagare duramente certe scelte.
Si sa che al politico noioso gli italiani preferiscono il mafioso.
Ritornando a Travaglio e Schifani ha detto cose già venute fuori nell’ambito di processi ma non solo, in Se li conosci li eviti Travaglio parla di Schifani nel modo migliore che poteva e che si possa fare, è la verità per cui piaccia o meno dovete averci a che fare, inoltre, denota perfettamente l’atteggiamento dell’italiano, che nonostante gli venga dimostrato con condanne come 5 anni per favoreggiamento che è palesemente un mafioso mantiene, per lo più per profitto/interesse tutto il suo appoggio e la propria fiducia in questo strano uomo.

Travaglio Marco (2008) Se li conosci li eviti, Milano, Chiarelettere editore, pagg. 268-269-270.

“Da noi le condanne penali fanno curriculum in politica”
Schifani Renato Giuseppe (FI)
Anagrafe Nato a Palermo l’11 maggio 1950.
Curriculum Laurea in Giurisprudenza; avvocato; dal 2001 capogruppo di FI al senato; 3 legislature (1996, 2001, 2006).
Soprannome Fronte del Riporto.
Segni particolari Porta il suo nome, e quello del senatore dell’Ulivo Antonio Maccanico, la legge approvata nel giugno del 2003 per bloccare i processi in corso contro Silvio Berlusconi: il lodo Maccanico-Schifani con la scusa di rendere immuni le «cinque alte cariche dello Stato» (anche se le altre quattro non avevano processi in corso). La norma è stata però dichiarata incostituzionale dalla consulta il 13 gennaio 2004. L’ex ministro della Giustizia, il palermitano Filippo Mancuso, ha definito Schifani «il principe del Foro dei recupero crediti», anche se Schifani risulta più che altro essere stato in passato un avvocato esperto di questioni urbanistiche. Negli anni Ottanta è stato socio con Enrico La Loggia della società di brookeraggio assicurativo Siculabrokers assieme al futuro boss di Villabate, Nino Mandalà, poi condannato in primo grado a 8 anni per mafia e 4 per intestazione fittizia di beni, e dell’imprenditore Benny D’Agostino, poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo il pentito Francesco Campanella, negli anni Novanta il piano regolatore di Villabate, strumento di programmazione fondamentale in funzione del centro commerciale che si voleva realizzare e attorno al quale ruotavano gli interessi di mafiosi e politici, sarebbe stato concordato da Antonino Mandalà con La Loggia. L’operazione avrebbe previsto l’assegnazione dell’incarico ad un loro progettista di fiducia, l’ingegner Guzzardo, e l’incarico di esperto del sindaco in materia urbanistica allo stesso Schifani, che avrebbe coordinato con il Guzzardo tutte le richieste che lo stesso Mandalà avesse voluto inserire in materia di urbanistica. In cambio, La Loggia, Schifani e Guzzardo avrebbero diviso gli importi relativi alle parcelle di progettazione Prg e consulenza. Il piano regolatore di Villabate si formò sulle indicazioni che vennero costruite dagli stessi Antonino e Nicola Mandalà [il figlio di Antonino che per un paio d’anni ha curato gli spostamenti e la latitanza di Bernardo Provenzano, nda], in funzione alle indicazioni dei componenti della famiglia mafìosa e alle tangenti concordate.
Schifani, che effettivamente è stato consulente urbanistico del comune di Villabate, e La Loggia hanno annunciato una quercia contro Campanella.
Assenze 321 su 1447 (22,2%) missioni 20 su 1447 (1,4%).
Frase celebre «Li abbiamo fregati!» (dopo l’approvazione della legge sul legittimo sospetto, che doveva servire per spostare i processi contro Berlusconi e Previti da Milano a Brescia, 10 agosto 2002).
«In vacanza alle isole Eolie, Renato Schifani, in compagnia di alcuni amici, ha dovuto aspettare per un’ora di fila che si liberasse un tavolo in un ristorante del centro di Lipari. Il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama ha pazientemente atteso il proprio turno, senza sollevare alcuna obiezione e senza pretendere un trattamento di favore» (comunicato ufficiale dell’ufficio stampa del sen. Schifani, 15 agosto 2006).
«Rita Borsellino sfrutta il nome del fratello per fini politici» (12 settembre 2003).
«Sono un sessantottino, ho partecipato anch’io alle occupazioni. Sto dedicando la mia vita a lui, io credo molto in Silvio Berlusconj (…) Mi sono innamorato di Berlusconi perché ho visto in lui quella naturalezza e genuinità della politica che non avevo visto in passato. È un grande stratega e un grande leader» («Libero», 29 luglio 2007).
«Oggi Cuffaro ha ripreso saldamente in mano il timone di una Sicilia che già è cresciuta così come i dati sul Pil e sulla disoccupazione ai minimi storici ci indicano. Dobbiamo anche riconoscere al governatore siciliano che è stato e continua ad essere l’unico garante dell’unità della coalizione, risultato questo che, in un sistema maggioritario, è garanzia di stabilità e quindi di quella risorsa fondamentale per lo sviluppo che è la governabilità di un territorio. Forza Italia sarà al suo fianco in questa nuova fase di governo della Regione per sostenere quella linea riformistica che è alla base del proprio credo politico» (dopo la condanna di Cuffaro a 5 anni per favoreggiamento, Agi, 19 gennaio 2008).

 

"Chi ha delle condanne o dei processi in corso non è il meno
candidabile, diventa il più candidabile, quello che ha le ragioni più
robuste per riuscire ad imporre la propria candidatura"  Marco Travaglio

(da Fazio)

"Tu hai questo gusto dell’eufemismo che ti contraddistingue, quante querele al momento hai gia ricevuto per il libro?"
Risposta di Travaglio: "Zero perchè quelli che querelano non leggono libri"

 


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