Liquida

Oslo

by on Ago.12, 2008, under Milano e dintorni

Una delle cose che non puoi subito non notare di questo paese è lo spazio che c’è, il verde, quasi la ricerca perfetta di quella libertà che puoi respirare mentre cammini nei parchi o nei viali alberati con marciapiedi che sembrano strade.
Avevo una paura folle del freddo, ma in realtà a parte il primo giorno non ne ho sentito tanto, in compenso il tempo è molto lunatico per cui può capitare che piove un ora e dopo rispunti il sole e così via, ma se ti abitui e porti una giacca a vento anche quello non diventa un problema.

 

Il primo giorno abbiamo visto Vigelands Anlegget questo parco assurdo, esosi, è quello che ci siamo ripetuti vedendo la cascata i gabbiani e le paperelle che vivono il lago, poi c’è questo artista, un certo Gustav Vigeland che fa sculture di uomini che si intrecciano, nudi di donne e uomini alla botero che formano un obelisco, padroni delle fontane e protagonisti di tutti i turisti che accalcati cercano di imprimere la loro bellezza facendo foto solo come i cinesi potrebbero fare (e forse io)
Se non fossimo ad Oslo direi che le mamme che portano i loro passeggini sorridendo in mezzo al verde sono
pagati dalla regione Lombardia, è impressionante sorridono tutti e finalmente anche io inizio ad allontanarmi dalle incazzature di Milano.
In questo parco c’è anche un cimitero con una targa che ricorda gli inglesi caduti nella seconda guerra mondiale durante l’avanzata del fascismo, che in Svezia ebbe vita facile perchè si dichiarò neutrale per cui faceva finta di non vedere i treni degli ebrei che partivano ma in Norvegia non gli andò così bene, c’erano quelli qui si chiamano i ragazzi del bosco, che combattevano il fascismo, paragonabili ai nostri partigiani che vivevano nei boschi per potersi nascondere.
Qui le leggi sull’immigrazione sono molto più pesanti che in italia, le regole in generale credo, però fin da piccoli ci ha raccontato lo zio Sub che c’è fin dalle elementari un insegnamento scolastico legato al rispetto reciproco, anche verso l’immigrato per cui me la immagino una cosa meno pesante che in Italia, questo anche perchè qui ci vive effettivamente poca gente e di immigrazione realmente forse ce n’è ben poca.


Siamo passi davanti il  National Theatret, vicino al museo di Munch che era aimè chiuso per cui lo vedremo oggi e poi ci siamo persi tra questi palazzoni che assomigliano molto a quelli visti in Germania, anche se Oslo mi ricorda molto anche la Svizzera, se stai attraversando le striscie le macchine non ti triblano e anzi si fermano ed aspettano che tu abbia raggiunto il marciapiede, piccole cose che fanno passare via anche l’ultimo pensiero della città frenetica e caotica in cui vivo.
La cosa bella è svegliarsi  vedere le nuvole, che anche quelle sono diverse e più belle e vedere questo scorcio di case e sapere che appena scendi non c’è la ressa perchè qui ci vivono poche persone.
Mi smuovo, oggi ci aspetta il museo di Munch e un giro in barca tra le isolette.

to be continued..


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