Liquida

sgombero pentola

by on Set.25, 2008, under Milano e dintorni

 

Se c’è uno sgombero che a Milano mi pesa più di altri è quello di un
posto con un albero grande, che se solo potesse parlare chissà quante
ne direbbe, di un posto con le scarpe appese, che non si notano
entrandoci ma che diventano parte di un’immaginario, delle vite vissute
di chi in quel posto lo ha attraversato e vissuto.Avvoltoi,
studenti, semplici visitatori, militanti o fancazzisti, persone con la
sola voglia di fare che al di fuori sembrava non esserci, persone con
qualcosa in comune e che credevano in qualcosa.
E’ così che ho vissuto quel posto e le persone anche io per due anni,
un posto in cui ho trovato quello che fuori mi mancava e che ancora mi
manca, una sorta di fortino in un isola che ormai era diventata la
seconda casa di molti di noi.
E’ stata una forte espierenza, nel bene e nel male, quando
coscientemente ce ne stavamo andando da quel posto sapevo che
quell’albero non sarebbe più stato così bello, che non sarebbe più
stato lo stesso e non per il luogo.
I luoghi sono luoghi e lasciando quel posto ho capito che non sono così
importanti tanto i luoghi, ma i progetti, la voglia di fare, le persone.
Sono ripassata di tanto in tanto, senza rancore, amarezza, le prime
volte è stato perfino difficile rivivere nei ricordi un posto che amavo
tanto ridursi nel vuoto che vedo e provo, ricordare quella scritta
arancione in mezzo al muro e al suo posto una parete bianca, una
libreria colma di libri vuota o i semplici tavolini senza i pc.
Senza rancore per niente e per nessuno, è così che ancora ho dei
ricordi bellissimi di quei due anni e di quel posto che ora vedo sotto
altro occhio, distante anni luce da me.
Molte persone per questa esperienza mi hanno lasciato tanto ed
insegnato tanto anche se non lo sapranno mai.. una volta qualcuno mi
disse in un periodo bruttissimo che la responsabilità di quello che fai
è indivuale,  non gli ho mai detto che a distanza di tempo ho capito
che cosa volesse dire, a volte si viveva talmente tanto che non si
aveva neppure il tempo di fermarsi e solo se ti fermi riesci a capire
quello che vuoi, dove vai, dove sei.
Quello che dovremmo semplicemente sperare è che quello spazio resti a tutti, in difesa degli spazi sempre.
Isola sta per essere ricostruita a favore dei soliti speculatori
edilizi senza consultare minimamente la gente che la vive, vogliono
farne un quartiere modello di città ricca che non esiste nella realtà e
che non potrà esistere se non nelle facciate dei loro palazzi e delle
loro attività mentre i contribuenti sono gli unici a pagarne le spese,
ci sono ottimi guadagni dietro quel posto, la proprietà è da anni che è
decisa a vendere e la città della moda cade a fagiolo…

Venerdì mattina h.6.30 via della peNtola n.5 quartiere isola,
no, non l’isola che non c’è,
quella che c’è stata e che stanno distruggendo

 


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